Padre e madre arrestati: alterate le prove, omesso soccorso

Padre e madre arrestati: alterate le prove, omesso soccorso Padre e madre arrestati: alterate le prove, omesso soccorso Forse un tragico gioco è la causa della morte di Luciano Perino. l'apprendista quindicenne di Varisella trovato la mattina di Capodanno in un sentiero della borgata «Graffino» con il cuore trafitto da una stilettata. L'amico con cui ha trascorso la notte di San Silvestro ha fatto ieri ai carabinieri di Piano alcune ammissioni che confermano i sospetti nati dopo la scoperta del corpo senza vita. Daniele Digo. 14 anni ad agosto, anch'egli di Varisella. via Vallo 5. studente della terza media, figlio di un riquadratore e di un'infermiera, ha detto di averlo colpito con una sorta di punteruolo mentre scherzavano sull'aia di una cascina. Ma ha subito aggiunto di non averlo -fatto apposta- e di non essersi "accorto di avere provocato ferite mortali- al compagno di giochi. Scagionato per ora l'altro ragazzino. Ermanno C, 11 anni, prima media. Le ammissioni di Daniele Digo sono cominciate ieri mattina davanti al pretore di Ciriè, dott. Malagnino. al maggiore dei carabinieri di Venaria, Marcelli, e al maresciallo Bindi. Ha parlato in un primo tempo di uno sconosciuto che li inseguiva, poi ha detto di avere visto cadere l'amico, infine ha precisato di averlo colpito con un'asta di ferro trovata fra i rottami accumulati nel cortile della casa colonica. Ma perché? Il ragazzo ha sempre parlato di disgrazia, ma non ha mai voluto spiegare i motivi per cui ha stretto fra le mani un'acuminata asta di ferro. Anzi, più di una volta ha cambiato versione destando sorpresa fra gli inquirenti che fino a ieri sera non erano ancora sicuri della totale veridicità del racconto. Daniele ha riferito che la sera di San Silvestro avevano deciso di fare scherzi ai vicini di casa. -Siamo stati da mia nonna dove, oltre ad aver mangiato la carne che Luciano aveva cucinato, abbiamo anche bevuto una bottiglia di spumante e una di vino nero. Eravamo contenti e verso mezzanotte siamo andati in giro per il paese a fare scoppiare i mortaretti sotto le finestre dai nostri amici-. Secondo la sua versione, quella che i carabinieri riten- gono più attendibile, lo studente ha colpito l'amico mentre erano sull'aia della cascina dell'agricoltore Giacomo Colombano. Ha spiegato Daniele: -Luciano ha sbagliato ad accendere la miccia di un "fischione" e io l'ho preso in giro. Abbiamo cominciato a scherzare (Ermanno era alcuni passi lontano da noi) e ad un certo punto ho afferrato l'asta di ferro. Non so cosa sia accaduto. L'amico ha cominciato a barcollare, io sono scappato perché ho avuto paura. Non pensavo di averlo ucciso-. E' stata una tragica fatalità, oppure Daniele ha colpito volontariamente l'amico? Anche per i carabinieri è difficile spiegare le cause perché ad un certo punto il ragazzo ha anche detto di avere litigato per una scatola di fiammiferi. A rendere ancora più complicata la vicenda c'è la scomparsa dell'asta di ferro, molto simile ad uno spiedino. C'è ancora un altro particolare che lascia perplessi gli inquirenti e fa nascere il sospetto che dietro tutta la vicenda ci sia anche l'ombra di un adulto. Infatti qualcuno ha tentato di cancellare sulla neve, nella notte fra San Silvestro e Capodanno, le macchie di sangue, mentre Daniele ha detto di avere cercato di farne sparire solo una: •Mi sono alzato verso le due e sono andato nella borgata con la pila L'indagine ha chiarito medico-legale le cause della morte, ma non ha spiegato i motivi per i quali Luciano è stato colpito. Sul corpo della vittima non ci sono segni di colluttazione né quelli di altre ferite. Solo un piccolo taglietto all'altezza del cuore provocato dall'asticella di ferro che gli ha quasi trapassato il torace dall'alto verso il basso, causandogli un'emorragia interna. Ha detto il dott. Carlo Torre, perito dell'Istituto di medicina legale: -Luciano è morto dissanguato, la sua agonia non è durata più di 10 minuti-. Ieri sera nella caserma di Fiano il dott. Domenico Fornelli della Procura dei minori tj i Torino ha esaminato la vicenda e ascoltato Daniele. Il ragazzo che non ha ancora 14 anni, non è -imputabile-, non può essere né arrestato né processato. Sulla sua sorte il magistrato deciderà oggi e probabilmente lo affiderà ad un istituto in attesa degli accertamenti che dovranno essere compiuti da psicologi e psichiatri. I genitori della vittima, Dante e Marta si sono chiusi in casa, ricevono solo i parenti stretti. Hanno solo detto: -Luciano è stato ucciso due volte perché nessuno ha pensato di soccorrerlo-. In serata il pretore di Ciriè, dott. Malagnino, ha emesso nei confronti dei genitori del ra gazzo, Anna Giacchetti, 40 anni e Clemente Digo di 47, mandato di cattura per frode processuale e omissione di soccorso. La de cisione è stata presa dopo avere ascoltato alcune testimonianze e riesaminato per l'ennesima volta tutte le versioni fornite da Daniele. II mandato di cattura eseguito mentre i coniugi Digo erano in caserma dà corpo al sospetto che qualcuno nella notte di Ca podanno abbia fatto sparire le tracce di sangue e l'acuminato tondino di ferro, mentre ad una decina di metri di distanza, riverso sulla neve di un sentiero, c'era un ragazzo con il cuore spaccato. Emanuele Monta Giuliana Mongelli Daniele Digo, data la giovane età non è perseguibile - Suo padre e il papà della vittima

Luoghi citati: Ciriè, Fiano, Torino, Varisella, Venaria