Piemonte strozzato dallo scarso credito di Bruno Ferraris

Piemonte strozzato dallo scarso credito Piemonte strozzato dallo scarso credito I risultati delle produzioni della campagna agraria 1980-'81, secondo le prime stime, sono stati in Piemonte meno negativi del previsto rispetto ai dati nazionali. Io stimo che la produzione lorda vendibile (plv) potrà aggirarsi su 2300 miliardi, con una flessione dell'1,3% rispetto al valore del 1980. Infatti se si escludono la viticoltura e la frutticoltura, per le quali si è avuta una flessione del 20% (28% per la viticoltura), negli altri comparti le produzioni sono andate abbastanza bene. Abbiamo registrato il massimo storico nel settore principale dopo quello zootecnico. Incrementi anche assai maggiori si sono avuti nel campo delle foraggere più 5,1%; delle leguminose più 10%; degli ortaggi più 8,6% e 2,8% per la bieticoltura. Nella zootecnia, che da sola supera il 50% della plv regionale, le cose non sono andate male e quasi certamente si registrerà pure qualche non trascurabile incremento. Anche per quanto riguarda l'occupa zione in Piemonte la flessione a e i , e appare più contenuta rispetto al dato nazionale. Tutto bene dunque? No affatto, in quanto nonostante il discreto andamento delle produzioni di fronte all'aumento dei costi di produzione e di fronte all'insoddisfacente livello dei prezzi dei prodotti agricoli, il valore aggiunto e quindi il reddito netto che è andato e andrà agli operatori agricoli subirà anche in Piemonte una forte contrazione. Se, poi, si pensa alle gravissime difficoltà che si sono registrate in Piemonte nel 1981 per il credito agrario, soprattutto di miglioramento, alla tendenza al loro peggioramento e al taglio della spesa pubblica in agricoltura, si deve subito dire che la campagna agraria 1981-'82 non sia iniziata sotto i migliori auspici. Con riferimento ai tagli dei finanziamenti alla spesa pubblica in agricoltura, e alle proposte di Giovanni Agnelli e anche di altri per dirottare almeno parte dei finanziamenti Cee ad altri settori e soprattutto all'industria, la mia impressione è che si stia scherzando con il fuoco. Nel senso che si rischia di bruciare e incenerire un impegno e un processo produttivo che, riattivatosi negli anni 1975-76 dopo una stasi quasi decennale, è rimasto assai elevato in tutti questi anni e aveva già iniziato a dare i suoi frutti per l'intera economia nazionale, sia in termini d'investimenti e quindi occupazione indotta (costruzioni e impianti, acqui sto macchine, mangimi e con cimi agricoli), sia in termini di produzione e di produttività e quindi di lotta contro l'infla zione. Già nel 1981 si sono avuti i primi segni di rallentamento specie negli acquisti di mac chine e concimi, ma se ora dovessero da una parte inaridirsi ulteriormente i canali del credito, dall'altra sia le residue e inadeguate risorse finanziarie comunitarie, nazionali e regionali, la produzione agricola tornerebbe a decrescere, come è già avvenuto quest'anno con l'accrescimen to delle nostre dipendenze dall'estero e del conseguente aumento del deficit agro-alimentare. Bruno Ferraris Assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte

Persone citate: Giovanni Agnelli

Luoghi citati: Piemonte