Ma la Cee taglia

Ma la Cee taglia Ma la Cee taglia Il vertice tra i Capi di Stato e di governo della Comunità Europea, tenutosi a Londra il 26 e 27 novembre 1981, avrebbe dovuto rappresentare sul piano politico il fatto più rilevante dell'anno che si è appena concluso, con il rilancio della costruzione comunitaria per la definizione dell'..Europa della seconda generazione». Le conclusioni del vertice sono note, e personalmente sono d'accordo con quanti hanno messo in evidenza che «il vertice ha dato i risultati che poteva dare»: un accordo unanime sui delicati temi della politica estera e i contrasti invece emersi sulle questioni di carattere economico che. a differenza del passato, i Capi di Stato e di governo non hanno voluto «celare» nei toni diplomatici del comunicato finale. I punti del mancato accordo riguardano le misure da prendere nel settore lattiero-caseario, strutturalmente eccedentario, il sostegno alle produzioni cosiddette mediterranee, il controllo della spesa agricola e, infine, l'ammontare e le modalità del rimborso finanziario alla Gran Bretagna. A mio avviso, questi problemi sono riconducibili a un unico denominatore comune, che e poi quello dei ritardi che negli ultimi difficili anni hanno contraddistinto il processo d'integrazione tra gli Stati membri. Alla politica agricola comune, la Par. che non è riuscita a ridurre credibilmente le diversità di sostegno tra l'agricoltura continentale e mediterranea, non si è accompagnata alcuna azione efficace in settori economici e sociali diversi da quello primario, so prattutto perché, per volontà politica, le risorse proprie del la Cee restano vincolate ai limiti vigenti, definiti in varie occasioni «anacronistici» dal Parlamento europeo. A Londra, secondo alcuni nostri partners. si sarebbe dovuto pure stabilire un «tetto» alla spesa agricola rispetto all'incremento medio delle finanze comunitarie: è davvero un bene che ciò non sia avvenuto. Certo, la spesa agricola può e deve essere controllata, ma questo obiettivo va raggiunto prevenendo gli abusi e con una più razionale gestione. Ma è assurdo pensare di o a e e a l a n «mettere un bavaglio», per di più scelto a tavolino, a un comparto produttivo condizionato più di ogni altro da fattori (volumi di produzione, corsi mondiali) che non possono essere programmati. Nessuno può pensare di mettere lo stesso tetto su mura che hanno diversa altezza. Per il nostro Paese, è indispensabile che la revisione della Pac garantisca le condizioni, sul fronte comunitario, a che il settore realizzi le proprie potenzialità, anche per contenere un disavanzo con l'estero che sfiora i 6000 miliardi di lire. Non possiamo, perciò, accettare di bloccare lo sviluppo dei nostri allevamenti, per continuare a importare le superproduzioni altrui; mentre magari, per gli ortofrutticoli, dovremmo accettare la politica fin qui seguita di crescenti deroghe al principio della preferenza comunitaria. Venendo alla questione inglese, ho già da tempo presentato una proposta per la quale l'entità del rimborso andrebbe legata all'andamento della spesa agrìcola. Quest'anno, ad esempio, visto che la spesa risulta praticamente invariata, si sarebbe potuto realizzare un risparmio tutt'altro che trascurabile sui trasferimenti al Tesoro di Londra. I ministri degli Estseri sono già al lavoro per cercare, sui punti appena indicati, un compromesso da sottoporre a un nuovo vertice europeo, in programma per il marzo 1982. Sarà bene che, anche nell'af f rontare le tematiche agricole, i ministri abbiano presente che a Londra si è convenuto che dalla Comunità deve venire «una risposta concreta agli attuali problemi economici e sociali che gli Stati membri si trovano ad affrontare». C'è da augurarsi che i lavori possano concludersi in modo beneaugurante per il 1982. Alfredo Diana parlamentare europeo Quanti lavorano nelle campagne (in percentuale sulla popolazione adiva) Gran Bretagna 2,2 Usa 2.4 Belgio 3,5 Get-mania 4,6 Olanda 5,8 Danimarca 7,7 Francia 9,5 Giappone 12,0 Italia 14,2 Urss 18,0 Irlanda 22,0 Grecia 39,0 Brasile 40,0 Cina 61,0

Persone citate: Alfredo Diana