Forse stanziati dallo Stato i due miliardi per Dozier di Giuliano Marchesini

Forse stanziati dallo Stato i due miliardi per Pozier Le Forze armate Usa negano di avere istituito il premio Forse stanziati dallo Stato i due miliardi per Pozier Interrogato sul «gruppo di amici» che avrebbe messo a disposizione la taglia il prefetto di Verona ha risposto: «L'amministrazione pubblica italiana non è amica di Dozier?» - Il ministero dell'Interno ricorda le norme sul controllo degli inquilini DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VERONA — La promessa di 2 miliardi di lire in cambio d'informazioni alimenta la speranza di strappare alle Brigate rosse il generale americano James Lee Dozier, sequestrato nella sua abitazione di Verona il 17 dicembre scorso. La notizia dell'istituzione del •premio» è confermata, viene ripresa anche da un portavoce delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa. Al comando delle Ftase, però, aggiungono che loro non centrano, in questa iniziativa, Si continua a parlare di quel «gruppo di amici» di James Lee Dozier che figura come finanziatore dell'operazione. Ma ci si domanda se davvero si tratti di un intervento di carattere privato. Appare probabile che dietro quell'imprecisato sodalizio dal quale viene l'offerta della ricompensa, vi siano altri promotori, il prefetto di Verona, Peppino Gnisci, dice: «Dietro Questa offerta, io intuisco un intento serio e garantito, di gente credibile, che certamente è amica del generale Dozier. E non mi risulta che sia uni niziativa partita dalle Forze armate americane: non è, in somma, qualcosa che proviene dagli Stati Uniti: Allora, si domanda al prefetto, se la disponibilità dei due miliardi non dipende ufficialmente dagli americani da chi può essere composto il «gruppo» che tenta di salvare con questa somma l'alto ufficiale prigioniero dei brigati sti? Forse anche da italiani? -E perché no? — Risponde Peppino Gnisci —. L'amministrazione pubblica -italiana non è amica di Dozier?: La fonte della notizia su questa straordinaria ricom pensa è ancora riservata, «/o — dice il prefetto — la notizia l'ho avuta nel circuito delle informazioni. Forse l'ha data una persona vicina alla famiglia Dozier, o qualcuno nell'ambiente degli investigatori. In ogni modo, si deve parlare di premio, non di taglia. E mi soffermerei sull'utilità di questa decisione. Può esserci anche il cittadino che ha visto qualcosa, che ha paura. Però, di fronte alla possibilità di guadagnare una simile somma, la paura potrebbe anche essere messa da parte*. La prospettiva della ricompensa, osserva Gnisci, potrebbe anche condurre a qualcosa di determinante nella ricerca dei «covi» di cui si sarebbero serviti i brigatisti per attuare il piano del rapimento. «Se qualcuno ha affittato qualche alloggio a degli sconosciuti e non ha provveduto ad una regolare denuncia, o venduto un appartamento senza registrazione, ci faccia su un pensiero: una cosa, naturalmente, è essere perseguiti per una omissione, un'altra andare incontro ad un'accusa di favoreggiamento o addirittura di concorso in sequestro: A questo proposito, c'è anche una nota diffusa dal dipartimento della Pubblica Sicurezza del ministero dell'Interno, nella quale si rammenta che in base alla legge del 18 maggio 1978 -chiunque venda, ceda in locazione o a qualunque altro titolo consenta, per un tempo superiore a un mese, l'uso esclusivo di un fabbricato o di parte di esso, ha l'obbligo di comunicare all'autorità locale di pubblica sicurezza le generalità complete dell'acquirente, del conduttore o della persona che assume la disponibilità del bene: Mentre si ripetono i pattugliamenti in un vasto territorio alla ricerca della «prigione» di James Lee Dozier, si confida parecchio, a quanto pare, nell'efficacia di questo ^premio..-Adesso — dice il prefetto — bisogna aspettare che si comunichi che cosa si dsmrPsclcqprsldblmre deve fare per guadagnare questi due miliardi, a quale numero telefonico occorra fare ricorso*. Finora nel nostro Paese, si osserva, non è mai stata adottata una procedura come questa Il sostituto procuratore della Repubblica Guido Papalia, che conduce l'indagine sul sequestro del generale, dice che per il momento non è al corrente dell'operazione con cui si offrono i due miliardi. -L'ho letto sui giornali — ripete —. Comunque, questo premio non è contrario alla legge. Sia chiaro, però, che non ammetteremo indagini parallele. Se si riuscirà a giungere alla liberazione del generale, non vorrà dire che l'inchiesta si fermerà*. Si chiede al magistrato se gli inquirenti sperano anche che qualcuno dei briga tisti si muova per effetto della grossa somma disponibile -Chi meglio di quelli che hanno compiuto il sequestro — risponde Papalia— può sapere dove si trova ora James Lee Dozier?». Ma se un terrorista decidesse di parlare, per via del premio, potrebbe ugualmente beneficiare della legge a favore dei pentiti? «Jo — dice il sostituto procuratore — faccio quel che le norme prevedono: ci sono le agevolazioni per chi collabora, si vagheranno le ragioni del pentimento. Intanto, si cerca di stimolare la collaborazione di tutti, perché, evidentemente, c'è il sentore che qualcosa possa accadere. Una volta giunte le informazioni, si vedrà come gli autori ne sono venuti in possesso. E se tra questi ci sarà un pentito, otterrà i benefici della legge». Mentre erano in corso decine di rastrellamenti, ieri mattina in prefettura s'è tenuto un altro «vertice» presieduto da Gaspare De Francisci, capo dell'Ucigos, che dirige il Cen tro di coordinamento nazio naie delle indagini sul rapi mento di Dozier. Al termine della riunione. De Francisci ha detto poche parole a proposito della ricompensa di due miliardi: «JVon è contraria alla nostra strategia. Tutto quel che serve a liberare il generale ci trova consenzienti: In casa della famiglia Do zier, in queste lunghe giorna te d'angoscia, è un ripetersi di manifestazioni di solidarietà. Ieri la moglie del generale, Judith, ha ricevuto la visita privata del capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Umberto Cappuzzo. che le ha rivolto parole di speranza. Giuliano Marchesini Verona. La moglie del generale Dozier, Judith e la figlia Cheryl sul balcone del loro appartamento

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