Tra scadenze e conguagli gennaio costa un capitale

Tra scadenze e conguagli gennaio costa un capitale Tra scadenze e conguagli gennaio costa un capitale E' il mese che brucia più risparmi con bollo auto, canone tv, bollette di gas e telefono - E ora un salasso imprevisto sul riscaldamento Quest'inizio d'anno ha già un amaro sapore di sale. Non soltanto perché la polverina raffinata che dà tanto gusto ai cibi è riuscita a toccare la vetta delle 500 lire tonde il chilo con un rincaro secco di 50 lire, ma perché proprio questo primo mese dell'82 minaccia di divorare i pochi risparmi delle famiglie e magari gli ultimi soldi rimasti della tredicesima. Per fortuna non tutti fumano e molti certo smetteranno di fumare visto che un pacco di sigarette ha raggiunto quasi il valore di un piccolo dono, in media tra le 1200 e le 1500 lire secondo le marche, ma tutti hanno in casa radio e televisione, compagne inseparabili delle serate casalinghe : e il canone si paga entro gennaio; non sono poche lire. Per molti scade adesso anche il bollo dell'auto e con il rincaro avvenuto è un salasso. Piovono le bollette sugU utenti del telefono e del gas, tutte da pagare in gennaio: ed è un vero dissanguamento per i modesti bilanci familiari. Ma il vero e proprio colpo allo stomaco (e al portafogli) lo dà il riscaldamento, quello a gasolio che da qualche tempo non risparmia agli utenti sgradite sorprese. Entro gennaio le imprese distributrici di calore con i contratti a forfait rastrelleranno soltanto nella nostra città la cifra più che ragguardevole di 20 miliardi. Un brutto scherzo, che si sarebbe dovuto evitare. Da oggi in poi coloro che godono del calore, grazie ad un impianto a gasolio affidato per la gestione a una ditta, si vedranno recapitare una imprevista e costosa richiesta di conguaglio. La colpa è tutta di un'interpretazione che dimo" stra ancora una volta cerne le nostre leggi siano o scritte male o in modo difficile e offrano spunto a troppe variazioni sul tema. L'Assopetroli (associazione dei distributori grossisti di prodotti petroliferi) spiega: «La circolare del ministero delle Finanze che doveva essere chiarificatrice della legge 891 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre '80 ha cambiato le carte in tavola con una spiegazione diversa sul valore Iva da applicare alla fornitura di calore. I commercianti di prodotti petroliferi avevano fin dall'anno scorso (t gennaio '81) applicato l'aliquota dell'8 per cento nei contratti a forfait anziché il 15 per cento che restava tale per gli impianti di riscaldamento con conduzione in economia. Ora la circolare del 30 dicembre appena trascorso ha stabilito invece che l'8 per cento s'intende soltanto per impianti diretti alla produzione e alla distribuzione di calore sotto forma di vapore ac- queio o acqua surriscaldata derivata, ad esempio, da centrali di produzione termoelettrica». Le conseguenze sono guai degli utenti: dovranno pagare, pronta cassa, la differenza di aliquota del 7 per cento (tra l'8 per cento già versato e il 15 per cento richiesto adesso dal ministero). La percentuale si traduce in cifre. Un alloggio che costava, l'anno scorso, nella passata stagione del riscaldamento '80-'81, circa 2000 lire il metro cubo, avrà addebitato un conguaglio di 70 lire il metro cubo per il periodo gennaio-aprile, cioè circa 14 mila lire nel caso di un'abitazione di 200 me, circa 21 mila per 300 me. E non basta: lo stesso utente dovrà aggiungere la differenza Iva anche per la stagione attualmente in corso : su un costo medio di circa 2500 lire il metro cubo, la maggiore spesa è di 175 lire il me. ; per un alloggio di 200 me. significa circa 35 mila lire, per uno di 300 me. circa 52.500. Precisa l'Assopetroli: 'Entro gennaio gli utenti dovranno versare alle ditte per soli conguagli Iva da 41 mila a 75 mila lire circa secondo la grossezza dell'appartamento, da 200a300mc. Naturalmente gli importi varieranno secondo i singoli casi, ma in media oscillano tra le 50 e le 100 mila lire per ogni famiglia». Venti miliardi in tutto, che usciranno questo mese dalle tasche dei torinesi.