Taglia di due miliardi a chi darà informazioni per liberare Dozier di Giuliano Marchesini

Taglia di due miliardi a chi darà informazioni per liberare Dozier La ricompensa offerta da «un gruppo di amici» dell'ufficiale americano Taglia di due miliardi a chi darà informazioni per liberare Dozier Nei prossimi giorni dovrebbe essere comunicato un numero di telefono al quale fare ricorso per le segnalazioni - I quattro giovani fermati mercoledì a Padova sarebbero estranei al rapimento - L'ambasciatore degli Stati Uniti a Roma Rabb ha consegnato alla moglie del generale un messaggio del presidente Reagan DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VERONA — Secondo una notizia giunta ieri sera a Verona, un gruppo di amici di James Lee Dozier, il generale americano della Nato sequestrato dalle Brigate rosse, ha deciso di istituire una taglia di 2 miliardi di lire: l'ingente somma, si dice, sarà a disposizione di chiunque sarà in grado di fornire informazioni attraverso le quali si possa giungere alla liberazione dell'alto ufficiale delle forze terrestri alleate del Sud Europa. La decisione, a quanto si apprende, sarà «ufficializzata» nei prossimi giorni: dovrebbe essere comunicato un numero di telefono al quale potranno far ricorso eventuali informatori. A chiunque chiamerà, sarà comunque garantito l'anonimato. Sembrava che le indagini sul rapimento del generale fossero giunte ad una svolta, con i quattro «fermi» operati dai carabinieri a Padova. Ora pare che questa operazione non stia conducendo a quei risultati che gli inquirenti si aspettavano: si dice, in sostanza, che gli accertamenti compiuti escludano connessioni con la drammatica vicenda dell'alto ufficiale delle Ftase. I giovani bloccati nel Padovano sono Paolo Zabeo. 27 anni, di Rovereto, Giovanni Tonello, ventiquattrenne, di San Giorgio delle Pertiche (Padova), e le loro compagne, Flavia Bigiani, 30 anni, bolognese, e Maria Vittoria Pichi, ventisettenne, di Ancona. Ieri il sostituto procuratore della Repubblica Lorenzo Zen ha convalidato i fermi, formulando un'ipotesi di associamone sovversiva a fini di terrori smo», non quella di «partecipazione a banda armata denominata Brigate rosse» prò spettata in un primo momento dagli investigatori. Una storia, dunque, che avrebbe certi limiti, e sarebbe ancora tutta da verificare. Il primo ad essere fermato, a un posto di blocco dei carabinieri nella zona di Battaglia Terme, è stato Paolo Zabeo, un perito tecnico che risiede a Padova. Nell'auto sulla quale viaggiva sarebbero stati trovati «documenti» che. a prima vista, gli inquirenti avrebbero giudicato «interessanti»: si trattava, a quanto risulta, di un commento ad una delle «risoluzioni» uscite lo scorso anno dal supercarcere di Pai mi, di un modello di carta d'identità in bianco, da cui sarebbe derivata una denuncia per ricettazione, e di una fotocopia della rivendicazione di un attentato compiuto qualche tempo fa dai brigatisti. Altri fogli sarebbero stati rinvenuti in un appartamento. Da quello di Paolo Zabeo. si è passati al fermo di Giovanni Tonello, di Flavia Bigiani e Maria Vittoria Pichi. I due uomini, che sarebbero simpatizzanti dell'Autonomia, sono stati interrogati a lungo dal sostituto procuratore padovano, poi è toccato alle ragazze rispondere alle domande del magistrato. Secondo quanto è trapelato, Paolo Zabeo ha respinto ogni contestazione: avrebbe ripetuto che quel materiale di cui era in possesso non era affatto «compromet- a e o i i o è o - tente», che insomma non c'era niente da nascondere. Gli altri avrebbero affermato di non essere nemmeno al corrente dell'esistenza di quelle carte. A conclusione di questa serie di colloqui, il sostituto procuratore ha deciso di modificare l'ipotesi di accusa nei confronti dei quattro giovani. Continua in altre direzioni la corsa alla ricerca dei terroristi che tengono «prigioniero. James Lee Dozier. Mentre mancano elementi concreti, circolano le voci su questa snervante indagine. Ieri, tra l'altro, si diceva che secondo l'esito di un esame i «comunicati» numero I e 2 sul sequestro del generale, diffusi dai brigatisti, sarebbero stati battuti con la stessa macchina per scrivere servita ai terroristi per redigere i volantini sui rapimenti di Giuseppe Taliercio, il direttore del Petrolchimico di Porto Marghera assassinato dalla Br dopo una lunga «prigionia», e di Renzo Sandrucci, dirigente dell'Alfa Romeo, che fu liberato dai terroristi. Lo stesso risultato avrebbe dato il confronto con i documenti dei brigatisti su alcune azioni compiute a Milano. Impossibile controllare queste voci nell'ambiente degli inquirenti. Intanto, un accertamento è avvenuto: è quello eseguito dalla polizia scientifica di Roma sulla fotografia di James Lee Dozier fatta pervenire dalle Brigate rosse con il «comunicato numero 2». Emozione per quel particolare rilevato dagli esperti: la catena che lega il polso destro del generale, che regge quel cartello coperto di slogans. Copie di questo comunicato sono giunte l'altro ieri per «espresso» negli uffici di due emittenti radiofoniche private del Padovano: nella foto riprodotta in uno dei documenti, a quanto pare, il polso incatenato risulta abbastanza visibile. Se i terroristi, si osse "a, sono ricorsi a questo sist na per ritrarre l'ostaggio con il cartello tra le mani, sotto lo striscione delle Br, James Lee Dozier deve aver opposto resistenza a quel «rituale». Nell'appartamento di Lungadige Catena 5. un Capodanno tremendo per i familiari del generale. Nel pomeriggio la moglie dell'alto ufficiale. Judith, ha ricevuto la visita dell'ambasciatore americano a Roma Maxwell Rabb, che le ha consegnato un messaggio del presidente Reagan. In serata il consigliere politico di Rabb si sarebbe incontrato con Gaspare De Francisci, capo dell'Ucigos. che dirige il Centro di coordinamento sul piano nazionale delle indagini sul sequestro di Dozier. Giuliano Marchesini Colaone. L'irruzione dei carabinieri in una cascina alla ricerca dei generale Dozier (Tel. Upi)