Nell'avventuroso Sud-Ovest c'è l'Africa rimasta tedesca

ochì e felici [liso terrestre ochì e felici [liso terrestre Nell'avventuroso Sud-Ovest c'è l'Africa rimasta tedesca cr cenvincoiturale, coralliacquari è rigoila pe- d socieila abio nell'ime, do:apitale abltansc. frani creolo, > soltane suggecengcno ni nelle a poche ahé.oal zz'ora di U aerei les. Gli quentatl i Dlgue. Denis e servita tels che iw dlretspiaggia. ini di no- ss Vacanze premio con il «Vip» ci di cocco e casuarlne (l'unica conifera presente al tropico). A Praslin la maggior curiosità e meraviglia naturale è la Vallèe de Mai, una valle parco, dove cresce la ormai celebre palma del coco-de-mer, frutto gigante che riproduce con impressionante fedeltà 11 bacino femminile. La palma (alcune hanno cora maestri d'ascia che costruiscono grandi barche a vela sulla spiaggia, con il legno rosso del TaItamaka, senza un disegno: tracciano sulla sabbia 1 segni, piantano i paletti e impostano la chiglia a occhio, senza sbagliare di un centimetro. Birci Island, detta anche Ile aux vaches, è piccollsslmaTRòn ci sono auto, ed è luogo di sosta per m Jiiaui di rondini di mare e fregate che la occupano, senza paura dell'uomo. Esmeralda, la tartaruga gigante che sonnecchia in riva al mare, pare sia la più vecchia del mondo, avendo superato 11 secolo e mezzo. Dappertutto si mangiano pesci straordinari, In un panorama di cucina creola, indiana, cinese, francese. La'dimensione più affascinante è quella naturale; il silenzio, gli uccelli, il mare, 1 tramonti, la pesca. Su una qualunque delle spiagge percorse da granchi e segnate dalle noci di cocco cadute, può essere un esercizio magico guardare il cielo australe di notte, stando a bagno nelle onde tiepide dell'Oceano Indiano. Ci sono stelle che hanno bagliori siderali Inusitati. Chi conosce le Intricate mappe stellari spiega che potrebbero essere Aldebaran, Canopo, o Alfa Centauri. Ma si possono anche fare pensierini geografici avventurosi: a Sud c'è solo l'oceano che finisce contro le terre gelate dell'Antartide; a settentrione la penisola arabica; a Est l'immensa Isola di Madagascar, la Tanzania, Zanzibar e la costa africana. A Levante, un po' più su, l'India e le Filippine, le Maldive, le Laccadlve, arcipelaghi come questo, di cocchi e coralli, risacche, atolli. Pescatori e golette da piccoli cabotaggi tropicali, cariche di copra e pesce secco, trafficano su questi mari né più né meno come al tempi di Conrad. Renato Scagliola E' nato il «passaporto vip», sigla che non ha niente a che fare con il jet-set e che significa invece «viaggi Incentive personalizzati». Una proposta alternativa (gli esperti la definiscono rivoluzionaria) che cambierà faccia al viaggio premio. Ecco di che cosa si tratta. L'Iniziativa è rivolta alle aziende e parte dal presupposto che 11 solito viaggio in gruppo sia finalmente superato. Meglio la trasferta personalizzata, l'avventura prestigiosa che ciascuno pud fabbricarsi su misura in base alle sue reali esigenze. Partendo da questo punto di vista, l'azienda che desidera premiare un gruppo di dipendenti o di venditori, ora si limiterà a comperare un certo quantitativo di buoni-viaggio dal valore variabile fra le cinque e le centomila lire. c Il destinatario del premio avrà soltanto il compito di cumulare i buoni ricevuti. Quando ne avrà in numero sufficiente, potrà decidere dove, come e con chi utilizzarli. Meglio la primavera a Parigi con la fidanzata, oppure 11 safari fotografico insieme con gli amici nei parchi nazionali del Kenia? Senza contare che, aggiungendo una piccola differenza di tasca propria, si potrebbero accontentare I ragazzi che vorrebbero vedere 11 Portogallo e per Pasqua hanno una settimana di vacanza. Per questa iniziativa — dice con un certo orgoglio Gianfranco Malnardi, l'operatore turistico che ha tenuto a battesimo il nuovo programma — ci siamo organizzati alla perfezione, sfruttando tutti i mezzi più moderni offerti dall'elettronica: terminali, archivi capaci di contenere milioni di dati. g.v. VISTA da lontano, con il suo castello e con i suoi tetti a guglia di ispirazione gotica, Windhoek può dare l'illusione di avere davanti un angolo di Baviera anziché la capitale di un territorio africano grande quasi tre volte l'Italia, e formato in gran parte da scoraggianti distese di sabbia dove crescono soltanto cespugli d'aloe le cui foglie ad aculeo servono ai boscimani per ricavare le punte delle loro frecce. Dei circa 35.000 abitanti della cittadina, tremila sono In effetti oriundi tedeschi, i quali producono sul posto un'eccellente «Windhoek Beer», celebrano puntualmente la loro Oktoberfest e il loro carnevale bavarese, e seguono gli avvenimenti del mondo acquistando ogni mattina V-AlIgemelne Zeitung., un quotidiano stampato da una tipografia locale. Nei giardinetti pubblici attigui al castello, una vecchia locomotiva uscita agli inizi del secolo da una fabbrica della Ruhr serve per i giochi dei bambini, mentre un piccolo museo ospita cimeli come vecchi telefoni Siemens e carabine Mauser. Si arriva a Windhoek da Johannesburg, dopo oltre due ore di volo al di sopra del deserto del Kahalarì. uno dei più desolati e più torridi del continente nero. E si ha subito la sensazione di sbarcare in un avamposto della colonizzazione, in una terra d'avventura dove l'Africa riacquista i connotati «selvaggi» che 1 grattacieli, le superstrade urbane, i posteggi ultramoderni della metropoli del Transvaal potevano aver fatto dimenticare. Windhoek è in realtà la capitale di una nazione fantasma, di uno Stato che non esiste: un'entità politica che nel resto del mondo viene chiamata «Namibia» e che come tale viene Indicata anche dalle risoluzioni dell'Onu, che dal dicembre 1967 continua a proclamarne l'Indipendenza, intimando periodicamente al governo di Pretoria il ritiro dell'amministrazione e delle forze militari. Ma per I su- . dafricani, e per i circa centomila blandii che qui con¬ ss* dai sei agli otto secoli di vita) ha foglie larghe come lenzuola a due piazze, che alla brezza stormiscono con rumori inquietanti. La Digue si gira su carri trainati da zebù, si fa il bagno su spiagge candide, accanto a scogliere di granito rosa e nero. In un mare difficile da descrivere. Gli abitanti lavorano la copra e ci sono an¬ mani, vere e proprie testimonianze della preistoria, che vagano alla ricerca d'acqua, di radici, dì qualche animale a cui dare la caccia con le frecce. Difficile prevedere per quanti decenni riusciranno ancora a sopravvivere: sono circa 25 mila esseri umani votati fatalmente all'estinzione, anche se i bianchi hanno smesso di prenderli a fuci- suo volto di «Africa vera«, l'ex colonia tedesca ne avrebbe in abbondanza, rappresentato in parte dalla stessa severità della natura. Il lunghissimo litorale è costituito in buona parte da maestose dune mobili, continuamente «in migrazione» per l'azione del vento che spesso provoca disastrosi naufragi, giustificando il nome di Costa degli vivono con meno di un milione di negri e meticci, la sterminata estensione di 800 mila chilometri quadrati continua a essere semplicemente lo Swa, sigla d'abbreviazione di South West Africa. In quest'Africa sud-occidentale, la bandiera che sventolava prima della Grande Guerra era quella del Kaiser. Una strada di Windhoek è tuttora intito- Panorama di Windhoek, la capitale dello stato della Namibia, una scheggia di vecchia Germania nel continente nero Scheletri. Ma c'è anche, ad esso contigua, una Costa dei Diamanti dalle cui sabbie si estraggono migliaia e migUaia di diamanti di origine alluvionale. I giacimenti (qui non si può parlare di miniere) sono controllati dal gruppo sudafricano De Beers, un Impero che «fa il prezzo, sui mercati di pietre preziose di tutto il pianeta e che non va tanto per il sottile se per esempio si tratta di stroncare intrusioni di contrabbandieri: la sorveglianza delle dune è affidata ad aerei da caccia, che si abbassano a mitragliare chiunque venga sorpreso In atteggiamento sospetto nelle aree proibite del Nemaqualand. Verso l'interno. 1 confini della Namibia sono rappresentati dal Kahalarì. il deserto che appartiene in parte allo staterello del Botswana. Ma anche qui potete fare qualche incontro straordinario, per esemplo con le ultime tribù di bosci- lata al dottor Heinrich Goering, 11 padre del futuro feldmaresciallo nazista, che fu il primo governatore dell'allora colonia tedesca. Subentrò quindi l'amministrazione fiduciaria del Sud Africa, ma I tedeschi rimasero, molti sparpagliati nelle farm fra il deserto del Kahalarì e la Costa degli Scheletri dove certo non cresce il frumento ma la cui immensa ricchezza è rappresentata dagli allevamenti di karakul, gli agnellini persiani che ogni anno forniscono trerquattro milioni di pelli all'industria mondiale della pellicceria. Qualche seccatura 1 tedeschi della Namibia l'ebbero durante l'ultimo conflitto: il governo di Pretoria decise di «ospitarli» in campi di concentramento, dopo che i sommergibili nazisti avevano cominciato a sbarcare sulla costa atlantica sabotatori e agenti propagandisti. Di fascino turistico, col late e cercano anzi In ogni modo di soccorrerli. Verso Nord, il paesaggio cambia, la sabbia desertica lascia spazio alle paludi e alla giungla. Sono situate in questa zona straordinaria riserve di vita animale, come la celebre Etosha Pan, paradiso degli elefanti. Ma è la zona già prossima al confine con l'Angola, la fascia divenuta rigorosamente tabù da quando è in atto la sanguinosa guerriglia fra 1 commandos sudafricani e i patrioti dello Swapo, il movimento di liberazione namibiano che ha le sue basi in territorio dell'Angola. La popolazione di colore della Namibia è formata da un'infinità di tribù, tra cui predominano i Dama, gli Herero, 1 Damara e soprattutto gli Ovambo, molti dei quali continuano a temere la collera di un'entità potente e misteriosa, il cui nome è Kalunga. Di questo dio senza chiese e senza sacerdoti la gente non parla volentieri, non è nemmeno chiaro se si tratti di una presenza benevola, esente dalle debolezze dei comuni mortali. Da Kalunga dipendono in particolare le piogge, che in questo angolo di mondo rappresentano un avaro beneficio. Molti bianchi che hanno percorso in questo scenario il cammino «dall'ago al milione» sottolineano comunque che la Namibia è uno scrigno di ricchezze. Oltre 1 diamanti, ci sono i giacimenti di germanio e dì stagno, c'è il rame di Thsusheb. ci sono il quarzo e l'argento, c'è un'abbondanza di pietre semi preziose di cui si vede il campionario nei negozi di Windhoek: una Mecca per gli appassionati di mineralogia, che qui possono scegliere i loro «souvenir» a prezzi infinitamente più bassi che in Europa o in America. Per le donne la grande tentazione di shopping è quella delle pellicce: di leopardo ma soprattutto di persiano nero, grigio, marrone e bianco. Le farm sono circa novemila, alcune con greggi di diecimila pecore: spesso distano decine di chilometri dal più vicino centro commerciale, sicché anche le mogU e le figlie degli allevatori devono avere lo spirito di adattamento di una Calamity Jane o di una fanciulla del West: le più fortunate si ricordano della sarta e del parrucchiere soltanto quando compiono 11 •viaggio» fino a Windhoek, o magari fino a Johannesburg. I turisti che capitano nella capitale della Namibia possono però andare a dare un'occhiata alla stazione sperimentale di Neu Dam, dove tra l'altro si selezionano montoni di razza karakul che valgono sul mercato venti o trenta milioni a capo, e che talvolta danno origine, come i cavalli da corsa, a nobili dinastie. Sono .'•oro vivo» del remoto e conteso Sud-Ovest africano. Tar qui nio Maiorino Wild West «spaghetti» in Spagna Sulla statale spagnola N-340 fra Alme ria e Mure la funziona una perfetta città del West americano alla quale vengono organizzate gite da Almeria (Hermanos Machado, tel. 23.4705). E' Tabernas, il villaggio che una ventina d'anni orsono Sergio Leone scelse per girare 1 suoi spaghetti-western e dove sono nati film come «Lawrence d'Arabia». Da alcuni anni gli impianti dei vari .set. sono riutilizzati come Mlni-Hollywood, con saloons. stalle, prigione, negozi e banche come si vedono nel film del West. Visite con colazione in saloon circa 10 mila lire da Almeria. Settimana su misura in Israele La Francorosso (via Roma 366, Torino; tel. 011 548.733) organizza viaggi in Israele della durata di una settimana a partire da 725 mila lire. La quota comprende 11 volo di andata e ritorno da Roma, sette pernottamenti negli alberghi prescelti con prima colazione, sette giorni di noleggio di un'auto A vis. ingresso a un museo, riserva naturale o parco nazionale, sconto per un'escursione e assistenza di personale specializzato. Si parte ogni giorno della settimana (tranne il sabato) da Roma. Supplemento di 50 mila lire dalle altre città, ochì e felici [liso terrestre ochì e felici [liso terrestre Nell'avventuroso Sud-Ovest c'è l'Africa rimasta tedesca cr cenvincoiturale, coralliacquari è rigoila pe- d socieila abio nell'ime, do:apitale abltansc. frani creolo, > soltane suggecengcno ni nelle a poche ahé.oal zz'ora di U aerei les. Gli quentatl i Dlgue. Denis e servita tels che iw dlretspiaggia. ini di no- ss Vacanze premio con il «Vip» ci di cocco e casuarlne (l'unica conifera presente al tropico). A Praslin la maggior curiosità e meraviglia naturale è la Vallèe de Mai, una valle parco, dove cresce la ormai celebre palma del coco-de-mer, frutto gigante che riproduce con impressionante fedeltà 11 bacino femminile. La palma (alcune hanno cora maestri d'ascia che costruiscono grandi barche a vela sulla spiaggia, con il legno rosso del TaItamaka, senza un disegno: tracciano sulla sabbia 1 segni, piantano i paletti e impostano la chiglia a occhio, senza sbagliare di un centimetro. Birci Island, detta anche Ile aux vaches, è piccollsslmaTRòn ci sono auto, ed è luogo di sosta per m Jiiaui di rondini di mare e fregate che la occupano, senza paura dell'uomo. Esmeralda, la tartaruga gigante che sonnecchia in riva al mare, pare sia la più vecchia del mondo, avendo superato 11 secolo e mezzo. Dappertutto si mangiano pesci straordinari, In un panorama di cucina creola, indiana, cinese, francese. La'dimensione più affascinante è quella naturale; il silenzio, gli uccelli, il mare, 1 tramonti, la pesca. Su una qualunque delle spiagge percorse da granchi e segnate dalle noci di cocco cadute, può essere un esercizio magico guardare il cielo australe di notte, stando a bagno nelle onde tiepide dell'Oceano Indiano. Ci sono stelle che hanno bagliori siderali Inusitati. Chi conosce le Intricate mappe stellari spiega che potrebbero essere Aldebaran, Canopo, o Alfa Centauri. Ma si possono anche fare pensierini geografici avventurosi: a Sud c'è solo l'oceano che finisce contro le terre gelate dell'Antartide; a settentrione la penisola arabica; a Est l'immensa Isola di Madagascar, la Tanzania, Zanzibar e la costa africana. A Levante, un po' più su, l'India e le Filippine, le Maldive, le Laccadlve, arcipelaghi come questo, di cocchi e coralli, risacche, atolli. Pescatori e golette da piccoli cabotaggi tropicali, cariche di copra e pesce secco, trafficano su questi mari né più né meno come al tempi di Conrad. Renato Scagliola E' nato il «passaporto vip», sigla che non ha niente a che fare con il jet-set e che significa invece «viaggi Incentive personalizzati». Una proposta alternativa (gli esperti la definiscono rivoluzionaria) che cambierà faccia al viaggio premio. Ecco di che cosa si tratta. L'Iniziativa è rivolta alle aziende e parte dal presupposto che 11 solito viaggio in gruppo sia finalmente superato. Meglio la trasferta personalizzata, l'avventura prestigiosa che ciascuno pud fabbricarsi su misura in base alle sue reali esigenze. Partendo da questo punto di vista, l'azienda che desidera premiare un gruppo di dipendenti o di venditori, ora si limiterà a comperare un certo quantitativo di buoni-viaggio dal valore variabile fra le cinque e le centomila lire. c Il destinatario del premio avrà soltanto il compito di cumulare i buoni ricevuti. Quando ne avrà in numero sufficiente, potrà decidere dove, come e con chi utilizzarli. Meglio la primavera a Parigi con la fidanzata, oppure 11 safari fotografico insieme con gli amici nei parchi nazionali del Kenia? Senza contare che, aggiungendo una piccola differenza di tasca propria, si potrebbero accontentare I ragazzi che vorrebbero vedere 11 Portogallo e per Pasqua hanno una settimana di vacanza. Per questa iniziativa — dice con un certo orgoglio Gianfranco Malnardi, l'operatore turistico che ha tenuto a battesimo il nuovo programma — ci siamo organizzati alla perfezione, sfruttando tutti i mezzi più moderni offerti dall'elettronica: terminali, archivi capaci di contenere milioni di dati. g.v. VISTA da lontano, con il suo castello e con i suoi tetti a guglia di ispirazione gotica, Windhoek può dare l'illusione di avere davanti un angolo di Baviera anziché la capitale di un territorio africano grande quasi tre volte l'Italia, e formato in gran parte da scoraggianti distese di sabbia dove crescono soltanto cespugli d'aloe le cui foglie ad aculeo servono ai boscimani per ricavare le punte delle loro frecce. Dei circa 35.000 abitanti della cittadina, tremila sono In effetti oriundi tedeschi, i quali producono sul posto un'eccellente «Windhoek Beer», celebrano puntualmente la loro Oktoberfest e il loro carnevale bavarese, e seguono gli avvenimenti del mondo acquistando ogni mattina V-AlIgemelne Zeitung., un quotidiano stampato da una tipografia locale. Nei giardinetti pubblici attigui al castello, una vecchia locomotiva uscita agli inizi del secolo da una fabbrica della Ruhr serve per i giochi dei bambini, mentre un piccolo museo ospita cimeli come vecchi telefoni Siemens e carabine Mauser. Si arriva a Windhoek da Johannesburg, dopo oltre due ore di volo al di sopra del deserto del Kahalarì. uno dei più desolati e più torridi del continente nero. E si ha subito la sensazione di sbarcare in un avamposto della colonizzazione, in una terra d'avventura dove l'Africa riacquista i connotati «selvaggi» che 1 grattacieli, le superstrade urbane, i posteggi ultramoderni della metropoli del Transvaal potevano aver fatto dimenticare. Windhoek è in realtà la capitale di una nazione fantasma, di uno Stato che non esiste: un'entità politica che nel resto del mondo viene chiamata «Namibia» e che come tale viene Indicata anche dalle risoluzioni dell'Onu, che dal dicembre 1967 continua a proclamarne l'Indipendenza, intimando periodicamente al governo di Pretoria il ritiro dell'amministrazione e delle forze militari. Ma per I su- . dafricani, e per i circa centomila blandii che qui con¬ ss* dai sei agli otto secoli di vita) ha foglie larghe come lenzuola a due piazze, che alla brezza stormiscono con rumori inquietanti. La Digue si gira su carri trainati da zebù, si fa il bagno su spiagge candide, accanto a scogliere di granito rosa e nero. In un mare difficile da descrivere. Gli abitanti lavorano la copra e ci sono an¬ mani, vere e proprie testimonianze della preistoria, che vagano alla ricerca d'acqua, di radici, dì qualche animale a cui dare la caccia con le frecce. Difficile prevedere per quanti decenni riusciranno ancora a sopravvivere: sono circa 25 mila esseri umani votati fatalmente all'estinzione, anche se i bianchi hanno smesso di prenderli a fuci- suo volto di «Africa vera«, l'ex colonia tedesca ne avrebbe in abbondanza, rappresentato in parte dalla stessa severità della natura. Il lunghissimo litorale è costituito in buona parte da maestose dune mobili, continuamente «in migrazione» per l'azione del vento che spesso provoca disastrosi naufragi, giustificando il nome di Costa degli vivono con meno di un milione di negri e meticci, la sterminata estensione di 800 mila chilometri quadrati continua a essere semplicemente lo Swa, sigla d'abbreviazione di South West Africa. In quest'Africa sud-occidentale, la bandiera che sventolava prima della Grande Guerra era quella del Kaiser. Una strada di Windhoek è tuttora intito- Panorama di Windhoek, la capitale dello stato della Namibia, una scheggia di vecchia Germania nel continente nero Scheletri. Ma c'è anche, ad esso contigua, una Costa dei Diamanti dalle cui sabbie si estraggono migliaia e migUaia di diamanti di origine alluvionale. I giacimenti (qui non si può parlare di miniere) sono controllati dal gruppo sudafricano De Beers, un Impero che «fa il prezzo, sui mercati di pietre preziose di tutto il pianeta e che non va tanto per il sottile se per esempio si tratta di stroncare intrusioni di contrabbandieri: la sorveglianza delle dune è affidata ad aerei da caccia, che si abbassano a mitragliare chiunque venga sorpreso In atteggiamento sospetto nelle aree proibite del Nemaqualand. Verso l'interno. 1 confini della Namibia sono rappresentati dal Kahalarì. il deserto che appartiene in parte allo staterello del Botswana. Ma anche qui potete fare qualche incontro straordinario, per esemplo con le ultime tribù di bosci- lata al dottor Heinrich Goering, 11 padre del futuro feldmaresciallo nazista, che fu il primo governatore dell'allora colonia tedesca. Subentrò quindi l'amministrazione fiduciaria del Sud Africa, ma I tedeschi rimasero, molti sparpagliati nelle farm fra il deserto del Kahalarì e la Costa degli Scheletri dove certo non cresce il frumento ma la cui immensa ricchezza è rappresentata dagli allevamenti di karakul, gli agnellini persiani che ogni anno forniscono trerquattro milioni di pelli all'industria mondiale della pellicceria. Qualche seccatura 1 tedeschi della Namibia l'ebbero durante l'ultimo conflitto: il governo di Pretoria decise di «ospitarli» in campi di concentramento, dopo che i sommergibili nazisti avevano cominciato a sbarcare sulla costa atlantica sabotatori e agenti propagandisti. Di fascino turistico, col late e cercano anzi In ogni modo di soccorrerli. Verso Nord, il paesaggio cambia, la sabbia desertica lascia spazio alle paludi e alla giungla. Sono situate in questa zona straordinaria riserve di vita animale, come la celebre Etosha Pan, paradiso degli elefanti. Ma è la zona già prossima al confine con l'Angola, la fascia divenuta rigorosamente tabù da quando è in atto la sanguinosa guerriglia fra 1 commandos sudafricani e i patrioti dello Swapo, il movimento di liberazione namibiano che ha le sue basi in territorio dell'Angola. La popolazione di colore della Namibia è formata da un'infinità di tribù, tra cui predominano i Dama, gli Herero, 1 Damara e soprattutto gli Ovambo, molti dei quali continuano a temere la collera di un'entità potente e misteriosa, il cui nome è Kalunga. Di questo dio senza chiese e senza sacerdoti la gente non parla volentieri, non è nemmeno chiaro se si tratti di una presenza benevola, esente dalle debolezze dei comuni mortali. Da Kalunga dipendono in particolare le piogge, che in questo angolo di mondo rappresentano un avaro beneficio. Molti bianchi che hanno percorso in questo scenario il cammino «dall'ago al milione» sottolineano comunque che la Namibia è uno scrigno di ricchezze. Oltre 1 diamanti, ci sono i giacimenti di germanio e dì stagno, c'è il rame di Thsusheb. ci sono il quarzo e l'argento, c'è un'abbondanza di pietre semi preziose di cui si vede il campionario nei negozi di Windhoek: una Mecca per gli appassionati di mineralogia, che qui possono scegliere i loro «souvenir» a prezzi infinitamente più bassi che in Europa o in America. Per le donne la grande tentazione di shopping è quella delle pellicce: di leopardo ma soprattutto di persiano nero, grigio, marrone e bianco. Le farm sono circa novemila, alcune con greggi di diecimila pecore: spesso distano decine di chilometri dal più vicino centro commerciale, sicché anche le mogU e le figlie degli allevatori devono avere lo spirito di adattamento di una Calamity Jane o di una fanciulla del West: le più fortunate si ricordano della sarta e del parrucchiere soltanto quando compiono 11 •viaggio» fino a Windhoek, o magari fino a Johannesburg. I turisti che capitano nella capitale della Namibia possono però andare a dare un'occhiata alla stazione sperimentale di Neu Dam, dove tra l'altro si selezionano montoni di razza karakul che valgono sul mercato venti o trenta milioni a capo, e che talvolta danno origine, come i cavalli da corsa, a nobili dinastie. Sono .'•oro vivo» del remoto e conteso Sud-Ovest africano. Tar qui nio Maiorino Wild West «spaghetti» in Spagna Sulla statale spagnola N-340 fra Alme ria e Mure la funziona una perfetta città del West americano alla quale vengono organizzate gite da Almeria (Hermanos Machado, tel. 23.4705). E' Tabernas, il villaggio che una ventina d'anni orsono Sergio Leone scelse per girare 1 suoi spaghetti-western e dove sono nati film come «Lawrence d'Arabia». Da alcuni anni gli impianti dei vari .set. sono riutilizzati come Mlni-Hollywood, con saloons. stalle, prigione, negozi e banche come si vedono nel film del West. Visite con colazione in saloon circa 10 mila lire da Almeria. Settimana su misura in Israele La Francorosso (via Roma 366, Torino; tel. 011 548.733) organizza viaggi in Israele della durata di una settimana a partire da 725 mila lire. La quota comprende 11 volo di andata e ritorno da Roma, sette pernottamenti negli alberghi prescelti con prima colazione, sette giorni di noleggio di un'auto A vis. ingresso a un museo, riserva naturale o parco nazionale, sconto per un'escursione e assistenza di personale specializzato. Si parte ogni giorno della settimana (tranne il sabato) da Roma. Supplemento di 50 mila lire dalle altre città,