Così Hollywood divideva il mondo in bionde e brune di Stefano Reggiani

Anita Loos e la filosofia degli Anni Venti Anita Loos e la filosofia degli Anni Venti Così Hollywood divideva il mondo in bionde e brune Marilyn Monroe e .lane Kusscll'. nel film «Gli uomini preferiscono le bionde» SONO due volumetti dell'editore Sellerio con due illustrazioni adeguate sulla copertina (particolare di «Styl» di Von Kablsch, 1924; particolare di «Gaiette du Bon Ton» di Barbier, 1921) e dovete stare attenti a non metterli sul comodino la sera, col proposito di sfogliarne qualche pagina, perché potreste fare del sogni poco tranquilli la notte, per esempio Marilyn Moni-oc e Jane Russell che vi Invitano in crociera e lasciano aperta la porla delle cabine, per esempio un gruppo di ballerine bionde che vi circuiscono per avere un posto in un film muto o qualche altra riprovevole frivolezza del genere. I due volumetti ripropongono due titoli che sembrano due luoghi comuni, tanto gli uomini se li sono ripetuti come giustificazione a misura per l'azione: «/ signori preferiscono le bionde» e «Ma... i signori sposano le brune» di Anita Loos, insigne commediografa e sceneggiatrice degli Anni Venti, poi gloriosamente invecchiata, ma celebre soprattutto per questo dileggio della biondezza e della stupidità raccolto in due volumi, dopo opportuna pubblicazione a puntate. L'eredita della Loos è tanto dura a svanire che se rileggete le sue pagine (qui tradotte da un misterioso A.M.P. de L.) poi vi capita di pensare o di scrivere se- concio lo stile distratto e ripetitivo della bionda Lorelci (nel film era Marilyn Monroe), che è un parlato finto e studiatissimo, ma contagioso, tutte frasi di vita generosamente banale scandite come aforismi che cominciano quasi sem- • prc con «cosi» e si nutrono di «dirò» per promettere la rivelazione di verità inesistenti. Le blonde infatti, dalla teorizzazione Loos in poi, sono belle oche, sono intrepide svampite, che hanno tutti gli uomini ai propri piedi, ma non sanno •i fame Pu60 acconcio che ne farebbero, per esempio, le brune. Non solo: una bionda Istituzionale, una bionda Anni Venti può dire sulla sua futile società più di un saggio o di una ricerca sociologica. L'anonimo presentatore del volumetti di Sellerio (presumibilmente Leonardo Sciascia) mette giustamente in rilievo il doppio effetto della Loos, rappresentare e provocare: «Ne veniva una commedia di costume che non la catarsi suscitava, ma la mimesi; tanto cinema visse di quella rendita (fino al mito di Marilyn Monroe): e la vita vi si adeguò». Ma, nello stesso tempo, si riporta l'autorevole e ammirata irrisione del filosofo Santayana: «// miglior libro di filosofia scritto da un americano». In una prefazione del 1963, quarant'anni dopo la prima pubblicazione, Anita Loos denuncia un successo che conferma l'inteIressc degli storici: «"I signori preferiscono le bionde" è stato un best seller in tredici lingue. In Cina la storia è uscita a puntate sul giornale diretto da Lin Yulang e questi mi Ita assicuralo che la prosa di Lorelei è entrala senza fatica nel gergo quotidiano delle cinesine». Un modo di parlare che trasforma «un libro tetro come un romanzo di Doslojevskij» in una specie di fernet per stomaci gentili, in un invilo all'ottimismo: Fra le strenne d'arte •Cosi Enrico dice che io ho aperto per lui tutto un nuovo orizzonte e che non è mai stato tanto felice in vita sua. E sembra davvero che tutti quelli che conosco non siano mai stati cosi felici in vita loro». Insomma, pensate alla Monroe del film, in contrasto con la saggezza della bruna Dorolhy, Jane Russell. E pensare che si trattò inizialmente di una semplice vendetta della Loos, per capire quanto valga 11 dispetto di una donna intelligente. La Loos viaggiava in treno da New York a Hollywood con Douglas Falrbanks, il marito John Emerson e un po' di gente di cinema: ebbene, tutti gli uomini non avevano occhi che per la biondina che doveva essere la compagna di Falrbanks In un film, neanche uno sguardo per la Loos «perché» era bruna. La Loos prese un blocco per appunti e incominciò 11 suo pamphlet, decisa anche a vendicarsi ideologicamente degli uomini da lei amati, per esempio il pensatore H.L. Mencken, una mente eccelsa con l'unico torto di preferire (come tutti) le bionde. Dopo la ristampa dei due libretti da parte di Sellerio sarebbe interessante veder pubblicata in Italia l'autobiografia di Anita Loos UA Girl Like /»), la cui traduzione è già pronta, l'ha fatta un attento estimatore della Loos come Oreste del Buono. SI potrebbe adeguatamente completare la rivalutazione delle brune, si potrebbero riconoscere tutti i meriti della Loos nel cinema. Tra le altre minuzie, le didascalie di «Intolerance» di Grlffith. La Loos si confessò a Kevin Brownlow, su quel film, col linguaggio di Lerelei: «Mi sembrò terribile. Non ero abbastanza intelligente per capire, cosi non mi resi conto del momento storico clte stavo vivendo mentre vedevo quel film.. Stefano Reggiani

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