Tanti critici poche foto

Tanti critici poche foto Tanti critici poche foto COM'È' andata, nell'83, per la fotografia? Con «Germania» di Natoli e Berengo Gardin il Touring Club ha esaurito i soggetti. Cosa ci proporrà in futuro? t/n'«Archeologia industriale in Italia», sempre di Berengo Gardin, curiosissima, accenna forse a una strada. Ma per il resto, cosa dire? I cataloghi dimostre sono stati forse le cose più vive. Parliamo allora del critici di fotografia, ette anche nel 1983 han seguitato a moltiplicarsi, nutriti dai gonfiori del mercato di clic e di stampe (apparecchi, pellicole e quindi riviste e mostre), ^"critici ogni quotidiano o settimanale, ogni accademia o assessorato, ne ha assunto uno, e spesso anche due; ma chi sono, da dove vengono, die garanzia professionale offrono? Se lo chiede tra l'altro in un fittissimo librone («Messa a fuoco», Feltrinelli, 488 pagine, 33 ili, 50.000 lire), quello che è sema dubbio il critico fotografico migliore del panorama italiano. E cioè Arturo Carlo Quintavalle, docente universitario, fondatore e direttore del parmigiano Centro Studi e Archivio della Comunicazione, un museo-archivio-laboratorio), specialista di Medioevo, cinema, fotografia, moda, architettura, manifesti, fumetti, arte moderna e contemporanea: un fecondissimo incrocio tra Carlo L. Ragghianti e Umberto Eco. E che cosa conclude? Molti di codesti nuovi critici vengono, ahimè, dalla sottoccupazione del laureati in storia ■ dell'arte —donne,per la maggior parte — e confondono cosi competenze, linguaggi e metodi. Altri dal giornalismo culturale. Altri da esperienze corrette, cioè pratiche di fotografia; ma senza la molla storico-critica. Tantissimi, infine, nascono con il mercato e basta, e lo servono saldamente e risultano i più indaffarati e presenti in assessorati e manifestazioni. Qualcuno — uno o due, forse tre — ha infine davvero ripensato la fotografia, nutrito di giusta esperienza storicistica e cultura didattica: Quintavalle si rivendica giustamente una di queste poche patenti e ne racconta anche con umiltà di studioso la biografia scientifico-concreta fatta di una esperienza negli Stati Uniti, e di problemi museografici ed organizzativi. I tanti saggi del librone, larghi e facondi, esemplificano il modo che Quintavalle ritiene giusto per occuparsi di fotografia, e ne formano dunque una Storia: il testo migliore, più utile e chiaro uscito di recente nella volenterosa confusione che abbiamo in Italia. Claudio Savonuzzi Leonardo e il leonarelismo. Divisa per maggior chiarezza in 5 parti, analizza tramite dipinti, disegni, stampe, medaglie, monete e testi vari, sia l'attività di Leonardo dopo il soggiorno a Milano, sia l'inedito tema della diffusione del leonardismo e della cultura lombarda nel Mezzogiorno. Al Museo di Capodimonte, fino al 6 gennaio.

Persone citate: Arturo Carlo Quintavalle, Berengo Gardin, Carlo L. Ragghianti, Feltrinelli, Natoli, Quintavalle, Umberto Eco

Luoghi citati: Capodimonte, Germania, Italia, Milano, Stati Uniti