I capitali ci sono li potremo usare?

I capitali ci sono li potremo usare? Sull'84 l'ombra del disavanzo pubblico I capitali ci sono li potremo usare? I) recentissimo accordo Olivetti-At e T ha confermato ancora una volta il ritorno in Italia degli investitori stranieri, e soprattutto statunitensi, dopo lunghi anni di disinteresse. Il fenomeno va attentamente esaminato perché potrebbe essere il preludio a movimenti più vasti in questa direzione. Oltre alPOlivetti, infatti, anche un altro grande gruppo italiano, la Montcdison, ha stipulalo con la statunitense Hercules un importante accordo e ha introdotto a Wall Street le azioni Erbamont, vale a dire le Carlo Erba Farmitalia. Con ogni probabilità nei mesi prossimi anche l'Olivetti quoterà le sue azioni di risparmio nel maggior mercato mondiale. E' questo un segno di vitalità che è degno di essere sottolineato. Gli americani non si lanciano alla leggera in avventura borsistiche con società extranazionali e, quando ciò avviene, la notorietà del titolo neoquotato si dilata a dismisura. Ma non è tutto. Da diversi mesi — si può dire p;r tutto il 1983 — la Borsa italiana è stata tonificata da continui interventi di investitori stranieri che non hanno mancato di riflettersi sulle quotazioni. Al centro dell'attenzione sono stati i nostri più significativi valori industriali. La Fiat è stata la prima a tirare la cordata, seguita dall'Olivctti, dalla Montcdison e dalla Snia Viscosa. Quando saranno pubblicati i bilanci di alcune società finanziarie internazionali e la composizione dei portafogli titoli degli Investment Trusts si potrà avere la conferma di queste iniziative. Un altro elemento confortante è costituito dalle offerte di prestiti internazionali che giungono da ogni parte e che inondano le scrivanie dei nostri maggiori istituti bancari e finanziari. Coloro che al momento del crack del Banco Ambrosiano, che aveva comportato cospicue perdite per quasi un centinaio di banche straniere, avevano preconizzato l'insorgere di un «rischio Italia» nella comunità finanziaria mondiale si sono sbagliati di grosso. L'insolvenza e le sue conseguenze sono state circoscritte e nessuna ripercussione si e avuta sul prestigio — persino eccessivo — che gode all'estero il nostro Paese. Probabilmente ciò e dovuto anche al netto e continuo miglioramento della nostra bilancia dei pagamenti e alla mutata tendenza degli italiani che, anziché esportare capitali, stanno facendo esattamente il contrario. Basti osservare le quotazioni della lira sul mercato parallelo, o «nero», che sono superiori a quelle del mcrca-

Persone citate: Carlo Erba

Luoghi citati: Italia