Il cappellano di Bad'e Carros spiega i motivi delle dimissioni

Il cappellano di Bad'e Carros spiegai motivi delle dimissioni Aveva chiesto al vescovo di convincere i br a interrompere il digiuno Il cappellano di Bad'e Carros spiegai motivi delle dimissioni dal' nostro corrispondente CAGLIARI — Don Salvatola Bussu risponde con molla serenità alle domande sulla decisione di non riprendere il suo servizio pastorale nel carcere di Bad'e Carros se le condizioni dei terroristi detenuti nel braccio speciale non miglioreranno. «E' una decisione — spiega — lUAlurata nel corso delle ultime settimane. Dal 7 dicembre sei detenuti dello "speciale" stavano già attuando uno sciopero della fame, parziale, nel senso clic prendevano soltanto una tazza di latte zuccherato al mattino e un bicchiere di acqua zucchera la durati te il giorno. Poi, dal 23, due giorni prima di Natale, in cinque hanno deciso lo sciopero totale, rinunciando ad ogni alimentazione. Allora mi sono molto preoccupato e ho interessato il vescovo di Nuoro mons. Melis. affinché parlasse con i detenuti e li convincesse a recedere dal loro proposito. Ma neanche il vescovo li ha indotti a desistere, tanto è vero che a questo punto mons. Melis ha annunciato che non avrebbe celebrato la messa di Nat ale in carcere per rispetto a chi viveva in condizioni così drammaticlie». Nella sua lettera al vescovo lei solidarizza con i terroristi... » Nel documen to che noi cappellani abbiamo approvato il 22 novembre abbiamo ricordalo che noi siamo una voce solidale di tutto il mondocarcerario non escluso il "braccio speciale". Certo sappiamo che qui ci possono essere detenuti che hanno compiuto reati molto grui'i. ma anch'essi sono fratelli come tutti gli altri e anzi proprio perché hanno peccato più di altri hanno necessità di maggiore aiuto». Quali sono le condizioni dei sette detenuti? «All'inizio erano abbastanza buone, anzi erano euforici, dicevano: "Se dobbiamo morire qua dentro è giusto clic siamo noi a consumare il nostro corpo e il nostro essere". Poi però le condizioni di alcuni si sono aggravate, in particolare quelle di lìonisoni e Ognibene. ma anche gli altri non stanno cerio meglio». Sono in pericolo di vita? «Immediato non credo, ma certo che se continuano rischiano davvero anche per la loro l'ita. Ma io credo e spero clic dopo l'intervento della Chiesa nuorese essi sapranno meditare e sospendere il loro sciopero. Desidero aggiungere che lo stesso direttore del carcere è in sostanza d'accordo sulle ragioni dell'azione dei sette detenuti, die c/iiedono condizioni di vita più umane». In sostanza vogliono l'abolizione dell'articolo 90? • Sì. perché questo articolo comporta condizioni di vita inumane. Pensi soltanto ai colloqui con i familiari che avvengono attraverso un vetro: così un padre non può neanche abbracciare o dare un bacio al figlio». Mario (inermii stVielanpSfrlsDtcffGvlgm

Persone citate: Melis, Ognibene, Salvatola Bussu

Luoghi citati: Cagliari, Nuoro