Un operaio vive con due cuori

Un operaio vive con due cuori Storia di un eccezionale intervento chirurgico compiuto il 2 ottobre presso Nizza Un operaio vive con due cuori Ha 47 anni, è padre di tre figli e abita a Pianezza - Colpito da infarto 10 anni fa, ha avuto una travagliata vicenda ospedaliera, finché un medico gli ha detto che le sue condizioni erano disperate - Operato a Saint Laurent du Var dal prof. Dor che gli ha trapiantato, «in parallelo» col suo, il muscolo cardiaco di un giovane francese 1 •Natale l'ito festeggiato con il cuore italiano, Capodanno lo festeggerò con il cuore francese: in ogni caso ogni minuto della mia vita, a partire dal 2 ottobre scorso, è in più, è strappato a un destino che mi voleva spegnere lentamente-: sorto parole, dette con il sorriso sulle labbra e l'affanno della felicità, da Aldo Borea, un operaio di Pianezza, il primo piemontese a vivere con due cuori, il suo e uno trapiantato, collegato -in parallelo- con 1" altro. -Sto bene, dalla vita in su mi sento un altro: respiro bene, senza problemi, mi sento vitale. Soltanto la muscolatura delle gambe risente della lunga degenza in clinica. Ma mi rifarò presto. Sono partito moribondo, quasi senza speranza: sono tornato vivo. E mai avrei pensato die l'aria di Pianezza fosse cosi buona-, Aldo Borea racconta la sua avventura nella casa a fianco della chiesa : con lui ci sono la moglie, Piera, i tre figli, Laura, Claudio e Andrea, di 20, 18 e 14 anni, e la sorella, Angela., Ha 47 anni, ha lavorato come operaio specializzato, ha svolto attività nel sindacato ed è stato anche consigliere comunale (eletto nella lista de) fino a giugno, quando la malattia lo ha fermato. Il suo dramma Incomincia nel luglio del 1973: improvvisamente, una sera, sente un forte dolore allo stomaco. -E' un attacco d'ulcera, venga domani-, gli dicono alle Molinettc. Stessa diagnosi, qualche giorno dopo, al Maria Vittoria. Solo al San Giovanni Vecchio gli diagnosticano un infarto e lo curano. Per nove anni vive senza problemi, anche se con molta paura. A luglio del 1982 sente difficoltà di respirazione, si mette in mutua e gli dicono di andarsene a prendere aria in montagna. A dicembre, però, le cose peggiorano. Viene ricoverato in tre reparti diversi delle Mollnette (nessuno di cardiologia). Soltanto a luglio di quest'anno viene chiamato al suo capezzale, per una consulenza, un cardiologo dell' équipe dell'unità coronarica. -Oggi lo considero più di un fratello - dice - è lui che mi Ita aperto la strada alla speranza-. • Era in uno stato di scompenso gravissimo, aveva un ventricolo enorme che non funzionava. Gli facemmo un cateterismo cardiaco per accertarne bene le condizioni-, racconta oggi 11 medico che lo. visitò e che non vuole essere citato (-11 riconoscimento dei pazienti mi basta- dice). E aggiunge: -Un'operazione avrebbe avuto scarsissime possibilità di riusctta e lo dicemmo sema relicenze al Borea-. -Dottore, mi lascia morire così?-: la'domanda è rimasta impressa nella mente del cardiologo. -C'era ancora un tentativo: andare a Saint Laurent du Var, presso Nizza, dal prof. Dor, uno dei maggiori esperti al mondo, allievo, con Barnard, di Shaumwaj. Scrissi una lettera con i trascorsi clinici del Borea-continua il medico. Il 20 settembre l'operaio è all'Istituto Tzanck e per tre giorni è sottoposto a esami: viene visionato anche il film del suo cateterismo cardiaco. Alla fine il prof. Dor è categorico: -A questo pulito, monsieur Borea, rien ne va plus: se mi ascolta, tentiamo un trapianto-. L'operaio, alla parola trapianto, guarda la moglie e la liglia che gli sono accanto, tesissime: -Va bene, facciamolo-, E' la voglia di vivere a spingerlo. A Torino comincia le pratiche mutualistiche (-più difficili di un trapianto- commenta) e il 26 settembre è già a Callian, a -Le Chènevière-, un centro per cardiopatici. Attende un cuore nuovo. Il 2 ottobre, domenica, alle 15 sta ascoltando i risultati • Trapianto eterotopico-: questo il nome tecnico dell'intervento a cui è stato sottoposto Aldo Borea all'Istituto Arnault Tzanch di Saint Laurent du Var dal prof. Vincent Dor, uno dei maggiori cardiochirurghi del mondo. In soslatiza si tratta di innestare un cuore sano inparallelocon quello malato, -sfiancato- come dicono i medici. La funzionalità cardiaca dell' operaio era ridotta al 20-30 per cento: ora, con l'operazione, la maggior parte del lavoro viene fatta dal cuore nuovo, collegato con vena cava e aor¬ delle partite su Radio Montecarlo: -Si tenga pronto — gli dicono — abbiamo ricoverato il donatore-. E' un giovane di ta con segmenti di teflon. Se tutto andrà bene, c 'è la concreta speranza die il cuore originale riacquisti almeno purle della sua funzionalità. Operazioni di questo tipo sonostate tentateperla prima volta a Palo Alto, in California, dal prof. Shaumwaj. La sopravvivenza è del 60 per cento. Anche il prof. Barnard ne eseguì alcune, ma non esistono dati precisi sul loro esito. Secondo quanto ci ha detto ieri, al telefono, il dott. Bourleau, assistente del prof.Dor, 21 anni, in coma irreversibile per un incidente stradale: non se ne conoscerà mai il nome. Alle 16 un'ambulanza, scortata dalla -gendarmerie-, lo porta da Callian a Saint Laurent du Var e, alle 17, il prof. Dor, assistito dal prof. K re il man e dal dott. Jourdan, comincia l'intervento. All'una di notte, nel torace di Aldo Borea, battono due cuori. Dopo 36 ore in rianimazione l'operaio viene riportato nella sua camera: dalla barella al letto va con le sue gambe, sotto gli occhi commossi della moglie e della sorella. Ci sono ancora due problemi: il 20 ottobre salta un punto all'aorta, il 4 novembre è un drenaggio a provocare guai. Ma alla fine di novembre 11 prof. Dor saluta •monsieur Borea-: -Non è lei die deve ringraziare me — gli dice — sono io a dover ringraziare lei per il suo coraggio-. Durante la convalescenza a -La Chènevière-, fra le visite c'è anche quella di -monsieur Tarable-, che da un anno vive con due cuori. Poi, martedì scorso, il rientro in Italia per 11 Natale. E i due cuori, forse, non sono bastati per esprimere tutta la sua felicità di vivere e la riconoscenza per chi, in Italia e in Francia, lo ha salvato. Gianni Bisio nel centro di Saint Laurent du Var. dal 1978 ad oggi, sono stati eseguiti 10 trapianti eterotopici.Sei dei pazienti sono deceduti, alcuni per cause non legate all'operazione. Un ingegnere, operato nel 1982, ha ripreso regolarmente a lavorare. i i o a , e ., e 2pnnslLpc Alilo Borea con la moglie Piera: «Sono partito moribondo e senza speranza, sono tornato vivo»