Un mercato ortofrutticolo modello che per ora non serve a nessuno
Un mercato ortofrutticolo modello che per ora non serve a nessuno A Fano: è costato sette miliardi, aperta un'inchiesta della magistratura Un mercato ortofrutticolo modello che per ora non serve a nessuno NOSTRO SERVIZIO FANO — La procura della Repubblica di Ancona ha aperto un'inchiesta sulla costruzione della centrale ortofrutticola del medio Adriatico, una megastruttura che nella mente degli ideatori sarebbe dovuta servire a produttori e commercianti di ortaggi delle Marche e delle vicine regioni, ma che in realtà oggi, utilizzala soltanto in minima parie in alcuni periodi dell'anno, è una specie di cattedrale nel deserto. Costata 7 miliardi anziché 2 c mezzo come previsto all'origine, oggi non ancora collaudata, la centrale è completamente vuota, con un inceneritore mai entrato in attività, un binario ferroviario abbandonato in mezzo alla campagna. E' diventala insomma un altro clamoroso monumento allo spreco del pubblico denaro. Le indagini devono accerta¬ re l'esatta impostazione della «revisione prezzi» che avrebbe fatto aumentare la spesa di alcune centinaia di milioni eT esatta applicazione del capitolato per quanto riguarda quantità e qualità dei materiali. Per questo la Guardia di Finanza ha sequestrato voluminosi fascicoli di documenti nella sede dell'Ente di sviluppo nelle Marche, che ha in concessione la struttura per conto del ministero. dell'Agricoltura, che l'ha finanziata. La centi-ale di Fano fu ideata negli Anni 60, quando 1' esportazione degli ortaggi era in fase di espansione, con un progetto faraonico che interessava allora 206 mila metri quadrati di superficie, poi ridimensionato a un terzo del previsto. Come una specie di piccola città, l'edificio sorge all'uscita del casello autostradale di Fano. In questa struttura, do¬ tata nel progetto di tutti i servizi necessari alle operazioni commerciali (come centro direzionale con poste, telefoni, telescriventi, banca, sala aste, locali di lavorazione ortaggi, celle per conservare e congelare, magazzini, box, mercato, inceneritore, raccordo ferroviario ecc.) sarebbero dovuti passare gli ortaggi e la frutta dell'area centrale italiana, sennonché sia per le mutate condizioni dei mercati, sia per la scarsa disponibilità dei produttori a convogliare lutti gli ortaggi in questo canale collettore, la centrale quando è giunta a compimento (con più di tre anni di rilardo) si è trovata ad essere come una fabbrica priva di materia prima. Attualmente soltanto una piccola parte di produttori locali adopera la centrale durante le campagne stagionali di raccolta degli ortaggi, per cui nessuno sa più con precisione a che cosa servano le megastrutture costate miliardi. L'indagine della magistratura tuttavia non riguarda la funzionalità del complesso ma riguarda quanto esso è venuto a costare alla finanza pubblica, e si sarebbe mossa sulla base di un'inchiesta amministrativa affidata due anni fa dal presidente di sviluppo nelle Marche, on. Artemio Strazzi. a un gruppo di lavoro presieduto dal consigliere Mario Belli. L'indagine avrebbe messo in evidenza aspetti poco chiari nella gestione dei lavori, come l'anticipo di un miliardo ad un'impresa e il pagamento della revisione prezzi sulla stessa somma anticipata; ingiustificate sospensioni di lavori per un anno con aggravi di spese; errate impostazioni delle revisioni dei prezzi; materiali non corrispondenti al capitolato e cosi via. c. g.
Persone citate: Artemio Strazzi, Mario Belli
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