«Mi dimetto» annuncia Andrione in una lettera dalla latitanza di Piero Cerati
«Mi dimetto» annuncia Andrione in una lettera dalla latitanza Aperta la crisi, ma il «governo» valdostano non dovrebbe mutare «Mi dimetto» annuncia Andrione in una lettera dalla latitanza Liberi (sotto cauzione) 19 dei 23 controllori regionali del casinò - Le accuse a Clianional AOSTA — Mario Andrione. presidente della giunta regionale della Valle d'Aosta, ricercato dall'Interpol sotto l'accusa di associazione per delinquere, peculato, malversazione e falso in atto pubblico, ha fatto giungere per lettera le dimissioni dalla carica, ma non da consigliere. La comunicazione 6 stata data Ieri mattina alla Giunta dall'assessore all'Agricoltura Auguste Rollandin, che svolge le funzioni di presidente per delega. In quel momento si apriva la crisi politica: la giunta infatti doveva considerarsi dimissionaria in quanto gli assessori non possono sostituire il presidente (la delega vale per motivi di «impedimento, e basta), ma spetta al nuovo eletto sceglierli e presentarli per l'approvazione al Consiglio. Nel pomeriggio, la lettera veniva consegnata al segreta¬ rio generale della Regione, Renato Barbagallo, che informava il presidente del Consiglio Gianni Bondaz. Alle 16,30 veniva emesso un comunicato di poche parole: «//presidente del Consiglio regionale avvocato Gianni Bondaz ha ricevuto giovedì pomeriggio alle 16 dalle mani del segretario generale dell'amministrazione regionale dottor Renato Barbagallo una lettera del presidente della giunta regionale Mario Andrione contenente le sue dimissioni dalla carica di presidente della giunta-. Una lettera (sequestrata per ora dalla Finanza) passata, a quanto sembra, in parecchi uffici, ma tutti sostengono di ignorarne il preciso contenuto. Da indiscrezioni si sa che la missiva è scritta a mano e in francese. Mario Andrione dice di aver saputo (non di essere stato imputato. n.d.r.) che contro di lui sono state formulate gravi accuse e che per questo ha deciso di dimettersi. Si riserva di difendersi al momento opportuno perche «persona onesta-. Lascia l'incarico di presidente, non quello di consigliere: rimane quindi un eletto dal popolo valdostano. -Lo stile è piuttosto burocratico, non è certamente un testamento politico- è stato un commento raccolto a Palazzo regionale. -Tantomeno spirituale-, è stalo aggiunto. Come è arrivata la lettera? •Chiusa in una busta sigillata-. Ma da dove? Non c'è stata risposta, quindi si possono fare alcune ipotesi. La lettera (c'è una data: 19 dicembre) era In possesso di Rollandin sin da ieri mattina, per cui I tempi calcolati con approssimazione lasciano intendere che o è stata consegnata a mano da qualche «corriere», quindi affidata prima della fuga; o è stata spedita da un paese della Valle lunedi nel tardo pomeriggio, poche ore prima di scappare. Le Poste italiane non consentono di più nell'equazione tempo - distanza. E' ormai quasi certo che Andrione nelle prime ore di martedì si trovava già all'estero, proprio quando a Aosta la Guardia di Finanza suonava alla sua porla per arrestarlo. L'arrivo di due guardie della Finanza in borghese alle 16,35 circa nell'ufficio di Bondaz ha provocato nuovi allarmi. I due agenti invece erano giunti a Aosta per convocare d'urgenza (senza alcun mandato specifico dal punto di vista giudiziario) dai magistrati che svolgono l'inchiesta sul Casinò il dirigente degli uffici della Presidenza del Consiglio. Luigi Pasquino. Che cosa vogliano sapere i giudici torinesi non si sa: forse chiederanno quali sono slate le rivelazioni fatte da Andrione nell'ultima seduta segreta del Consiglio regionale quando avrebbe spiegato perche a suo carico-non poteva'èssér£:èMvatà alcuna imputazione dioche ore dopo veniva firmalo il mandalo dì cattura). Vi sono quindi sviluppi In vista. La maggioranza (Union Valdòtainc, de, Federatimi dp-uvp, prl) si è riunita ieri alle 17 per decidere le prossime mosse politico - procedurali. L'Incontro è durato sino a larda sera: il governo regionale non sarà cambiato. É' stata intanto concessa la libertà sotto cauzione (da 2 milioni e mezzo a 10) a 19 dei 23 controllori regionali in servizio al Casinò di Saint-Vincent, arrestati il 7 dicembre con l'accusa di associazione per delinquere aggravata, malversazione, peculato aggravato, falso aggravato e continuato in atto pubblico e falso in bilancio. Rimangono in carcere 11 commissario Manganone. i due vice Farina e Cheillon. i controllori Roda, Ceiosia, Blanc e Casetta. Il motivo della detenzione più lunga dipenderebbe dal fatto che per i commissari le responsabilità erano maggiori, mentre i tre controllori avrebbero fatto parte d'una commissione sindacale che stava trattando per la questione delle indennità, che ha lionato tutti in carcere. Le trattative forse dovevano avvenire direttamente con Andrione in quanto la legge 1978 numero 1 stabilisce clic tutti i controllori fanno parte d'una categoria speciale e dipendono direttamente dal presidente della giunta. Altre scarcerazioni sarebbero previste entro la fine dell'anno. Continuano gli interrogatori di Vassoncy. Brunod, Duguct, Nouchy e Fosson arrestati martedì scorso, tutti funzionari ai tavoli verdi del Casinò e dipendenti della Sltav. Gli avvocati Masselli e Zuccone che difendono Franco Chamonal, amministratore delegato della Sitav, hanno presentato istanza di scarcerazione in quanto sostengono che durante tutti gli interrogatori non sono stati conteslati al loro patrocinato reati clic,, ipotizzino, .l'emissione d'un mandalo di-cattura per associazione a delinquere di stampo mafioso. Piero Cerati
Luoghi citati: Aosta, Saint-vincent, Valle D'aosta
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