Egri: «Vado in Cina ad insegnare danza» di Bona Alterocca
Egri: «Vado in Cina ad insegnare danza» Incontro con la ballerina-coreografa, che festeggia 30 anni di teatro Egri: «Vado in Cina ad insegnare danza» TORINO — Da tren fauni Susanna Egri crea i suoi balletti in questa città e li porta nel mondo. Proprio nel 1953 andò in scena all'Alfieri con Le foyer de la danse su musica di Rossini, e con Istantanee su musica di Paul Arma. Due lavori dei quali era autrice e coreografo, ed anche ballerina nel ruolo principale. Nello stesso anno fondava a Torino il uCentro di studio della dama* da dove uscirono tanti artisti di fama (da Alberto Testa a Gianfranco Paoiuzzi, Gabriella Cohen, Luigi Bonino) e dava vita ai •Balletti dì Susanna Egri: «Da allora quei due primi balletti hanno resistito bene al tèmpo e sono eseguiti da varie compagnie (due olandesi e una tedesca 1t hanno attualmente in repertorio). Adesso 11 ho scelti per la tournée celebrativa del trentennio, in cui non sono più protagonista ma sempre coreografa dice la Egri —, aggiungendone altri nati quest'an¬ no: Divertimento su musica di Glazunov, creato per la circostanza, e II segreto dell'Uomo Tartaruga su musiche di Milhaud e Poulenc». La tournée, partita il 26 novembre da Alessandria, ha proseguitoper Città di Castello, Orvieto, Reggio Emilia, e si concluderà oggi al Teatro Nuovo di Torino, nell'ambito del 5° Festival internazionale «/I gesto e l'anima*. Da anni la Egri torna a Reggio Emilia, dove incominciò nel '59 gli spettacoli per le scuole. Oggi la compagnia è composta da 15 elementi (29 per l'Uomo Tartaruga/ di cui fanno parte tra gli altri Eleonora Citterio, Marina Fisso, Barbara Grtggi, Alfredo Rainò e Pertti Virtanen. Che cosa è cambiato, in irent'anni, per Susanna Egri? «Molte illusioni sono sfumate. Allora le difficoltà erano tante, ma mi Illudevo che con capacità e perseveranza avrei potuto scaricarmi di qualche peso organizzativo per appog¬ giarmi su strutture adatte. Niente: non ho trovato impegno e strutture, bensì burocrazia degli enti. Un'esperienza pesante. Mi sentivo come una persona avventurosa su una zattera con altri avventurosi: saremmo mai arrivati almeno a una barca? No, sempre zattera è, e 1 mari sempre più procellosi». Maestra e coreografo famosa, Susanna Egri decise un giorno di ritirarsi come ballerina. Ma nel 78 volle danzare un'ultima volta, al Nuovo di Torino, festeggiata in un commovente spettacolo di addio. Poi riprese la strada, incominciata con il diploma all'Opera di Budapest, la città dov'era nata, e proseguita studin^.ào in Francia, Inghilterra e .Striti Uniti. Si stabili in Italia. Il suo stile di coreografo era tra classico, moderno e jazz, In anni nei quali la danza era scaduta ad abbandono della tradizione e ignoranza del nuovo. Nel 76 al Premio Positano ebbe la targa *Mes- saggera della danza all'estero*. Una pioniera, una donna forte, coraggiosa e intelligente, che ha sempre lavorato duro, stringendo i pugni con un sorriso di sfida sulle labbra e nel pur dolci occhi penetranti. Qualche ricordo particolare? Tanti, come quando nel 73 a Mosca Bonino «Interpretò al Bolsciol la mia coreografia di "Chi sono io?" In prima assoluta, e le acclamazioni entusiastiche del pubblico mi die dero brividi di emozione». Le hanno chiesto di compie re in primavera una tornée in Portogallo, ma non ha preso ancora un impegno ufficiale. Ha invece accettato di andare in dna, prima invitata italiana, a tenere un mese di lezioni e concludere con una coreografia originale. Soggetto? «Ci sto pensando. Vogliono qualcosa di occidentale, ma devo tenere conto della loro formazione e del loro gusti. Sarà molto interessante». Bona Alterocca
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