Sequestro Bulgari: «Sono sardi forse il capo è un terrorista » di Ruggero Conteduca

Sequestro Bulgari: «Sono sardi forse il capo è un terrorista » Con un bisturi o un rasoio hanno reciso un orecchio all'ostaggio Sequestro Bulgari: «Sono sardi forse il capo è un terrorista » Intanto si è aperto il dibattito sul blocco dei beni della famiglia - Il ministro dell'Interno Scalfaro: «Difficile valutarne l'efficacia, occorre molta cautela» ROMA — -Quasi certamente l'orecchio è stato reciso a Giorgio Calissoni, con un bisturi o con un rasoio, in modo tozzo, non più di quattro giorni fa»; questo, il responso emesso dai professori Angelini Rota, Lopez e De Zorzl dopo un primo, sommarlo esame di quanto i rapitori di Anna Bulgari Calissoni e di suo figlio Giorgio hanno inviato alla famiglia in una busta fatta ritrovare sabato sera in un cestino dei rifiuti presso la basilica di Santa Maria Maggiore. E l'indicazione fornita dal tre docenti dell'Istituto di medicina legale costituisce anche l'unica novità di ieri. Le indagini, condotte da carabinieri e polizia continuano, come sempre, -in tutte le direzioni», ma senza far registrare novità degne di considerazione. Al ministro Scalfaro,, che domenica pomeriggio li ha convocati al Viminale, il questore di Roma. Pollio, e il capo della polizia Coronas hanno assicurato che si sta facendo il possibile. Della banda che il 19 novembre sequestrò nella loro casa di campagna nel pressi di Aprllia Anna Bulgari e il figlio Giorgio, dopo aver legato e imbavagliato il marito, generale in pensione, e le donne della servitù, al momento non si sa ancora molto. Gli inquirenti sono convinti possa trattarsi di una banda di sardi capeggiata da qualcuno di loro con un passato di terrorista, o più facilmente da qualcuno che in carcere ha frequentato -i politici». Si giustificherebbe cosi, tra l'altro, la sigla «Comunisti d'attacco», con la quale 1 banditi hanno sottoscritto il cinico messaggio inviato insieme alla foto del due sequestrati e la frase pronunciata dai tre uomini mascherati al momento del rapimento: -Siamo brigatisti, ce l'abbiamo con gli settatori». Il testo, poi, appare scritto In un Italiano abbastanza buono: da una persona con una cultura certamente superiore alla media. Ma, a parte la presenza di un «politico», nessuno crede, sia in Questura sia presso il Reparto operativo del carabinieri, che -l'affare Bulgari» sia opera di terroristi. -E'una banda di sardi — dicono gli inquirenti — come dimostra d'altro canto lo spiccato accento isolano dell'uomo che sabato sera telefonò al Messaggero per indicare il luogo dove era stata depositata la busta con le foto, il messaggio dei rapitori e la lettera indirizzata dalla signora Bulgari al Papa. Anche il loro modo di operare accredita la tesi die si tratti di sardi». -In ogni caso — aggiungono — è gente che ha fretta. Ha fretta di realizzare, altrimenti non si spiegherebbe tanta bestialità ad un mese appena dal sequestro. L'orecchio a Giorgio Calissoni è stato reciso non più di quattro giorni fa, cioè il 17 dicembre, lo stesso giorno in cui vennero scritte le lettere, come risulta dalla data segnata sui fogli fatti ritrovare». Sin qui le indagini. Da parte della famiglia nessuna reazione, solo 11 silenzio come si conviene In una circostanza del genere. Certo è che in casa Calissoni e Bulgari si pensa con angoscia a quale potrebbe essere a questo punto la prossima mossa dei banditi dopo il sequestro dei beni ordinato dal sostituto procuratore della Repubblica di Latina, Giuseppe Mancini. Cosa succederà se i banditi non entreranno subito in possesso dei quattro-cinque miliardi richiesti? E come fare per mettere assieme una cifra cosi ingente? E' lecito, dopo una dimostrazione di ferocia come quella data dai rapitori, continuare a tenere bloccati i beni della famiglia? Questo, ora, sembra essere diventato il punto focale della questione. E su, questo punto, ieri, sono ItMnt Intervenuti il ministro dell'Internò Scalfaro, il guardasigilli Martlnazzoll e deputati e senatori di diverse correnti politiche. •Il blocco — ha dichiarato Scalfaro a Napoli nel còrso di una conferenza stampa — è una misura di cui è difficile valutare l'efficacia e sulla quale occorre avere la massima cautela». •Mettere i criminali in condizioni di non poter riciclare il denaro — ha aggiunto — potrebbe creare risultati ancora più confortanti». Decisamente contrarlo a un eventuale provvedimento legislativo sul blocco del beni si è detto il ministro Mino Martlnazzoll. «In primo luogo — ha spiegato — perché si rischierebbe una diminuzione' delle denunce dei sequestri e poi perché si proporrebbe il. pivblema di come perseguire i familiari che si sottraessero al divieto». Un intervento del legislatore, invece, è stato auspicato dal presidente della Giunta nazionale dell'Associazioni magistrati, Ferri, Ruggero Conteduca

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