De Piscopo, jazz addio di Marinella Venegoni

De Piscopo, jazz addio Il nuovo sound del musicista in tv a «Hit '83», alle 21,40 De Piscopo, jazz addio Nell'album appena uscito, fusione di stili con il «cuore» napoletano TORINO — «Avevo 11 anni, era la festa di San Gennaro. "CJiissache cosa avevo combinato, i miei mi chiusero in casa con un tamburello di gomma: quando torniamo, ci farai sentire la lezione, dissero-. Di storie come questa Tullio De Piscopo, 37 anni, napoletano, re italiano della batteria, ne ha mille da raccontare. Con le percussioni et sta da piccolissimo, il padre suonava la batterla con Totò, e lui è diventato re dopo una gavetta lunga partita con le feste dei matrimoni della sua città, arrivata al jazz con l'emigrazione a Milano, culminala in concerti internazionali con le star più prestigiose, Deodato e Cobham, Mulligan e Piazzolla. Ora con il jazz è finita, «per rabbia contro gli organizzatori: tutto lo spazio agli stranieri, gl'italiani prendono gli avanzi-. E' nata poco a poco una nuova «voglia 'e sunti» «Da tempo cercavo un mio modo di esprimermi, nel jazz finivo per copiare gli americani, non mi andava più-. Lui che ascolta «soprattutto mu sica classica e sinfonica-, lui che considera il proprio «capolavoro musicale- l'aver messo la batterìa sul Dles Irae di Mozart Inciso su nastro, ha incontrato Pino Daniele: «La mia esperienza si è unita al suo feeling, ed è nato un sound particolare... Il nuovo De Piscopo scoppietta ora, come un mortaretto napoletano, in un album appena uscito di lunghissima gestazione. Acqua e niente, prodotto da Willy David, che è un po' l'intellettuale del managerlato musicale italiano. Daniele ha curato gli arrangiamenti e composto qualche brano, ci sono a suonare anche Amoruso e Zurzolo, e calibri come Don Cherry, Don Moye dell'Art Ensemble of Chicago, Lucio Dalla special guest "aTclarlrrettoTelecanao^" ni uscite sono molto belle, una fusion originalissima che abbraccia ancora i Sud di tutto il mondo ma osa di più, mandolini e suoni sporchi che evocano la strada, atmosfere che accarezzano da lontano papà jazz e il fantasma di San tana elle si aggira sul ritmo della seconda facciata. «Non è jazz, non è rock, non è pop — dice De Piscopo tentando una definizione dello stile —. si sente questa Napoli che mi è mancata tanti anni-. Questa sera su Raiuno, dalle 21,40, in Hit '83, lo si ascolterà in due fra i brani più belli, Stop bajon (singolare miscuglio napoletano di blues e rap, dice lui : « Cile sia la nuova bossanova?-)el'sono 'e notte. Nella strada che ha scelto, De Piscopo spiega di ricollegarsi idealmente a Max Ròach e Bill Cobham, «Fanno freedom, musica creativa che non è più jazz-. Sono là le sue radici: «Perclié la scuola napoletana non esiste. Almeno, esistono quella di Sergio Bruni, ma per noi è stato soltanto un avvicinamento di personalità, e c'è unatompetizione accentuata-. Marinella Venegoni Tullio De Piscopo, 37 anni

Luoghi citati: Chicago, Cile, Milano, Torino