«Così rispettata anche la volontà del malato grave» di Giuseppe Zaccaria

«Così rispettata anche la volontà del malato grave» «Così rispettata anche la volontà del malato grave» li commento del difensore - «Riconosciuto che un idrocefalo è un soggetto cosciente» ROMA — Abbracci, grida, commozione: plaudendo alla sentenza che ha mandato libero Luciano Papini, la gente assiepata nell'aula celebra soprattutto 11 proprio sollievo. In un angolo, il pubblico ministero discute con l'aria tirata: di quella storia piena d'angoscia credeva proprio di aver capito tutto, si era spinto fino a chiedere il minimo della pena, gli arresti domiciliari. Poi la corte l'ha addirittura superato, e lui adesso dice che proporrà appello. Guardando l'imputato, quel poveruomo che sta uscendo ancora circondato dal carabinieri, verrebbe da pensare a un puntiglio. Ma non è cosi: 11 rispetto per 11 dolore, la solidarietà umana, non possono canee! lare tutti 1 dubbi che la sentenza pone. Quanto vale, allora, la vita di un handicappato, per quanto tempo ancora si potrà dire che i nostri codici non prevedono l'eutanasia, quanto è lontano il giorno in cui, aprendo i giornali, scopriremo che uccidere non è poi un reato cosi grave? /problemi non sono questi. Tutto, in questa storia, si pone esattamente al contrario...-. Guido Calvi, 11 difensore, è raggiante: ma sorridendo e stringendo mani, non dimentica gli enormi problemi che la sua difesa ha suscitato. .Questa sentenza non trascura la personalità dell'handicappato ma, all'opposto, lo riconduce al rango di persona, di soggetto che va considerato tale anche nel momento in cui chiede la morte... Fino a ieri, nelle sentenze, il minorato psichico veniva quasi ritenuto alla stregua di oggetto: una cosa che poteva essere tenuta, mantenuta, magari mandata in un istituto, ma priva poi di qualsiasi altro rilievo. Qui, oppi, i giudici hanno detto invece che può essere anche un soggetto presente, cosciente. Un individuo in grado di esprimere la sua volontà-. Eutanasia? Per 11 nostro codice, questa parola non esl- sndnnmcbssdacccnqd n . i - ste: e secondo Calvi, continuerà a non esistere anche dopo questa sentenza. Esistono leggi, in altri Paesi, che non considerano omicidio la morte data a qualcuno che chiede di averla come una liberazione, per sfuggire alle sofferenze. .Luciano Papini, invece, è stato condannato per ornicidio — continua il difensore — anche se per una specie particolare di omicidio, quello compiuto ai danni di "persona consenziente". E tutto questo, non toglie valore alla vita di quel povero ragazzo che è stato ucciso, al contrario... prende atto, fino in fondo, delle sue sofferenze e della sua volontà-. Per Guido Calvi le battaglie giudiziarie non sono certo una novità: difensore di Valpreda, nell'arco di cinque processi, centinaia di giudizi minori. «Ma non so se avevo mai vissuto la partecipazione, l'emozione di un caso come questo... C'erano precedenti, certo: ma finora, com'era accaduto a Roma nel caso di Livio Davoli, l'uomo che nel 70 aveva gettato nel Tevere il figlio deforme, i tribunali erano ricorsi ad altre soluzioni, altri processi logici. All'omicida, a chi aveva ucciso per particolari motivi, in particolari, drammatiche condizioni, si riconosceva l'incapacità di intendere, almeno al momento in cui II dramma si era svolto-. Tutti 1 problemi morali sul diritto alla vita, o a una dignitosa morte, restano aperti. Ma nel frattempo, dice Calvi, un Importante principio è stato affermato: .La malattia, anche grave, non equivale solo per questo a una totale incapacità, all'impossibilita di formarsi idee, e una valida volontà. E' vero, questa impossibilità può esistere; ma allora-va?verificata caso per caso. Còme è accaduto irC'qiièsto processo-. Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Davoli, Guido Calvi, Luciano Papini, Valpreda

Luoghi citati: Roma