Arafat: «Gli israeliani ci attaccano» La Grecia vuole garanzie per le navi di Alfredo Venturi
Arafat: «Gli israeliani ci attaccano» La Grecia vuole garanzie per le navi L'Olp denuncia nuovi cannoneggiamenti dal mare contro il porto di Tripoli Arafat: «Gli israeliani ci attaccano» La Grecia vuole garanzie per le navi Si è bloccato il meccanismo del ritiro - Atene annuncia che i traghetti non partiranno senza la protezione della Forza di pace - Israele smentisce che le sue unità abbiano aperto il fuoco per la seconda notte consecutiva DAL NOSTRO INVIATO TRIPOLI — .Sono tornati, eccome se sono tornati: una prima volta attorno alle23, poi ancora tra le24el'l-.Incurante della categorica smentita israeliana, il portavoce dell' Olp, Ahmed Abdul Rahman, denuncia la nuova -aggressione sionista-, la seconda in due notti consecutive, contro le postazioni palestinesi attorno ai porto di Tripoli. Secondo il comandante della difesa costiera dell'Olp, tenente colonnello Rauf. ancora una volta è stato sventato uno sbarco di commandos. Chi era presente a Tripoli, 1! altra notte, conferma che a due riprese nella zona del por-| to si è sentito il fragore della battaglia. I palestinesi hanno delle artiglierie contraeree mobili, montate su autocarri, e con quelle sparavano, a tiro teso, verso il mare. Ma c'erano, in mare, l bersagli? 8i fa rilevare clie i palestinesi hanno in dotazione gli strumenti ottici per la guerra notturna: cannocchiali a raggi infrarossi, amplificatori di luce. Immaginario o reale che fosse l'attacco navale nella notte, quello che l'ha preceduto di 24 ore ha avuto, in ogni' caso, effetti sostanziali. Sono stati i colpi delle cannoniere israeliane a indurre la Grecia a rivolgersi ai Paesi della Forza multinazionale — Stati Uniti, Italia, Francia e Gran Bretagna — per chiedere «paranoie formali-. Senza queste garanzie, le navi traghetto destinate a imbarcare 1 quattromila fedayn di Arafat non prenderanno 11 largo. Italia e Francia, come sappiamo, sono state anche invitate dall'Olp a fornire le navi per la scorta. Dunque il meccanismo dello sgombero palestinese attende, per sbloccarsi, un gesto formale dei quattro che rassicuri 11 governo di Atene. E' facile intuire che il passo greco è principalmente diretto verso gli Stati Uniti: si tratta infatti di premere su Israele, e soltanto l'America può farlo, perché Gerusalemme si impegni a non ostacolare l'esodo. Già in questo senso, della pressione su Israele, viene interpretata la nota con cui il Dipartimento di Stato ha auspicato, venerdì, una partenza da Tripoli -rapida e sema spargimento di sangue*. Qui. nella città del Nord Libano che porta i segni della guerra di novembre, l'amara guerra interaraba e interpalestinese, ancora ieri ci sono stati brevi scambi di colpi tra i lealisti di Arafat e i dissidenti dei due gruppi di Abu Mussa e di Jibril. I dettagli dell'evacuazione, dicono all'Olp, sono, ormai a punto, o quasi, visto che a Damasco la commissione Karame è tuttora al lavoro, e che lo stesso Karame non è ancora venuto, come annunciato, a portarne i risultati a Tripoli. Insomma, insiste Rahman, -noi siamo pronti ad andarcene, noi vogliamo andarcene-. Con tutte le nostre armi, precisa: anche pesanti. C'è un fedayn che commenta: -Strana gente questi israeliani, l'anno scorso a Beirut bombardavano perclié ce ne andassimo, quest'anno a Tripoli bombardano per impedirci di partire-. Rahman ha una sua teoria, la ricava da certe dichiarazioni dell'ambasciatore d'Israele a Parigi. -Non è tanto la nostra partenza che dà fastidio agli israeliani, quanto il suo quadro di legalità internazionale, la bandiera dell'Onu, la scorta armata E forse, qualcuno aggiunge, tutto questo dà un po' di fastidio anche ai siriani. Si guarda a Damasco, in questi giorni, con crescente curiosità: che ne è di Assad? Sta prevalendo la tesi che sia in qualche modo impossibilitato a governare. Terrebbe le leve del potere il fratello del presidente, Rlfad el Assad, uomo di squadre speciali e servizi segreti, caratterizzato come f ilosaudlta, dunque non ostile all'Occidente. La precarietà della situazione a Damasco sarebbe all'origine di un relativo ammorbidimento della politica siriana. La luce verde per la partenza di Arafat e il cessate il fuoco -globale e definitivo- frale fazioni libanesi, annunciato ieri, sarebbero proprio i segni di questo ammorbidimento. Il cessate il fuoco è stato quasi senza eccezioni rispettato: solo qualche tiro nello Chouf e nei sobborghi sciiti.' Tanto che si confida nella imminente riapertura dell'aeroporto di Beirut, chiuso ormai da una decina di giorni. E' en trato intanto in esecuzione il plano di ridispiegamento del contingente americano, desti' nato a rendere più efficace e più sicura la presenza dei marlnes. Alfredo Venturi
Persone citate: Ahmed Abdul Rahman, Arafat, Assad, Jibril, Rauf, Tripoli Arafat
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