« Coraggio Blissett, capisco i tuoi guai »

« Coraggio Blissett, capisco i tuoi guai » L'ascolano Juary, ricordando i tempi amari all'Inter, dà un consiglio al collega del Milan « Coraggio Blissett, capisco i tuoi guai » ASCOLI — «Uno che riesce a realizzare tanti gol nel campionato inglese e a guadagnarsi il posto In nazionale, non può essere un brocco. La società ed 1 tifosi debbono aver pazienza, ma a Milano forse, di pazienza, non ne hanno molta». Cosi dice Juary, il brasiliano dell'Ascoli, riferendosi al collega Blissett. Juary può parlare per esperienza diretta; lo scorso anno ha vissuto, con l'Inter, una situazione analoga a quella dell' inglese di colore che gioca nel Milan. Juary fu criticato, contestato, addirittura emarginato tanto che a fine stagione Mazzola e Bel trami si prefissero come primo Impegno quello di trovargli una nuova squadra. E Juary è finito all'Ascoli. Chiediamo a Juary di puntualizzare: li «colored* non va di moda a San Siro? «Non è questione di mode né del colore della pelle. Il pubblico non è razzista, per carità, non l'ho mal pensato — risponde il brasiliano — è vero piuttosto che risulta difficile per ogni calciatore, pur bravo che sia, ambientarsi nel campionato italiano. Qui il calcio è considerato di fondamentale Importanza, al di sopra di ogni altra cosa. Le partite durano praticamente sette giorni e non c'è respiro tra una gara e l'altra: esiste una pressione che in Brasile e in Messico, dove io ho giocato, non ci sono». Blissett quest'anno come Juary lo scorso anno. Non segnano. Perché? «Non conosco i problemi di Blissett né quelli del Milan e quindi la mia è soltanto una impressione. L'inglese è un attaccante valido e capace di inigol, impossibile che In pochi mesi abbia dimenticato tutto. Evidentemente non si è ancora inserito nel collettivo del Milan. In Italia è difficile soprattutto per gli attaccanti perché 1 difensori sono molto abili nelle marcature strette ed impediscono, con tutti i mezzi, di muoverti. Io lo so bene «Anche campioni come Platini, Boniek, Mueller, Passare Ila, Cerezo ed altri — prosegue Juary — hanno stentato ad inserirsi nel primo anno In Italia. Eppure sono uomini di valore mondiale. Non è cosi facile cambiare tipo di vita, abitudini, amicizie, alimentazione, lingua: il calciatore non è un robot». Juary, dunque, è per l'assoluzione del collega Blissett che, sotto l'altra bandiera milanese, sta ripetendo più o meno Usuo stesso sentiero fatto di delusione. «L'esperienza interista per me è un capitolo chiuso e preferisco non tornarci più — precisa il brasiliano—e non è stata un'esperienza del tutto negativa. Mi è servita per maturare. Sono certo che se Blissett riuscirà a superare il momento difficile, ne uscirà rafforzato e come calciatore e come uomo». L'aria di Ascoli, Insomma, ha restituito a Juary, con l'entusiasmo, anche l'antica saggezza. Andrea Ferretti

Persone citate: Andrea Ferretti, Blissett, Boniek, Cerezo, Mueller

Luoghi citati: Brasile, Italia, Messico, Milano