Uccide a 14 anni per vendetta La vittima (12) l'aveva sfregiato di Francesco Santini

Uttide a 14 anni per vendetta La vittima (12) l'aveva sfregiato II delitto, a colpi di pistola e rasoio, nel Messinese Uttide a 14 anni per vendetta La vittima (12) l'aveva sfregiato L'omicida ha agito la sera prima del compleanno; per poche ore non è perseguibile DAL NOSTRO INVIATO MESSINA — Quattordici e dodici anni. Si sono affrontati in periferia, nel gelo di una piazza alberata, verso il rione di Sant'Antonino. Sette colpi di rivoltella e Giovanni D'Angelo, 12 anni, è caduto tra 11 convento e la scuola media, nella luminarla intermittente di una grande cometa natalizia. Nella morte s'è riparato il viso, ma Francesco La Rocca, 11 ragazzo più grande, non s'è fermato: nel fendenti ciechi della vendetta, gli ha cancellato il volto con un rasoio. Per uccidere, Francesco La Rocca ha aspettato molti mesi. S'è deciso alla viglila del compleanno, nelle ultime ore di impunità dei quattordici anni non compiuti. «Per sfuggire all'incriminazione — dice un sottufficiale anziano — ha scelto l'ultimo tempo utile*. Il maresciallo Arpino apre le braccia: «Tanti delinquenti ho visto — racconta — mal cosi giovani'. Ancora un giorno e Francesco La Rocca avrebbe dovuto pagare un delitto che aveva In mente dall' anno passato, dalla notte di San Silvestro, quando Giovanni D'Angelo, con un rasoio, gli aveva tagliato il viso lasciandogli il ricordo di uno sfregio indelebile. Cade un bambino di 12 anni: un paese intero si rifugia nell' indifferenza di una «morte annunciata». La piazza è spazzata dal vento. I bassi che s'aprono dinanzi alla chiesa non offrono testimonianze. Si sa soltanto che dopo 1 colpi di pistola e di rasoio, le armi sono scomparse, lanciate chissà dove da una mano sconosciuta. Francesco La Rocca si chiude nel silenzio. Ai carabinieri clie lo interrogano risponde: -Giovanni mi voleva uccidere: sono riuscito a strappargli la rivoltella, l'ho colpi io per primo*. Adesso è libero. Per la giustizia non è imputabile. A sua madre che gli domanda perché ha ucciso, spiega: «/o o lui, uno dei due doveva morire, volevi piangere ilfigllo?.. GII Inquirenti hanno fermato 11 padre del ragazzo, Angelo La Rocca, 38 anni, un ex legionario, un uomo violento e Inquieto. Ritengono che sia stato lui ad armare la mano del figlio nella vendetta del compleanno. Ma nulla dicono sul •delitto annunciato», sulla morte di un ragazzino di 12 anni che in troppi, tra le luminarie di Barcellona Pozzo di Gotto, sapevano sarebbe arrivata da quando, nella sala giochi di piazza San Bastiano, 11 più piccolo aveva affrontato 11 maggiore e «per dominarlo gli aveva tagliato la faccia*. A 12 anni, Giovanni D'Angelo — il padre alcolista, la famiglia divisa — aveva, a Barcellona, la fama indiscussa del «picco/o delinquente-, e nessuna comprensione per 11 -bambino difficile*. Due fughe da uno di quegli istituti che qui chiamano ancora «correzionali», il furto della Beta coupé del farmacista, quattro coetanei sfregiati a colpi di rasoio, le esibizioni a tutto gas sulle motorette rubate, gli scippi, l'ultimo il mese passato, nella piazza delle giostre, ad una signora anziana. Di Francesco La Rocca si sa meno. Sua madre, nel piccolo alloggio di via Magenta 24, lo descrive -un ragazzino tranquillo, buono e dolce- sino all' anno passato -quando D'Angelo me lo sfregiò*. Caterina Longordo, 33 anni, apre la porta con difficoltà. Teme la vendetta dei D'Angelo. Poi, rassicurata, mostra la casa. Il mobile letto di Francesco, le foto di quando era - bello, senza cicatrice», le automobiline di quando era un bambino, 11 balcone con la ringhiera a riccioli -dove Francesco è cresciuto, sempre in casa, sempre buono, sempre affettuoso-. Si guarda attorno: nella casa dipinta di fresco, c'è la nuova stanza da letto. -Bella entrata fece la mia camera», dice la madre di Francesco nel gelo della stanza non riscaldata. Sospettava la vendetta? Caterina Longordo risponde di no. La settimana passata gli si erano presentati in casa 1 carabinieri per una perquisizione. -Nulla trovarono — racconta—soltanto unproiettile, ma piccolo e, dietro gli sbirri, mi spunta un ragazzino che viene qui, dentro la mia casa e midice:son Giovanni D'Angelo, sono io che ho tagliato la faccia a tuo figlio». Racconta di persecuzioni, di avvertimenti, di messaggi continui del ragazzino più piccolo. -Mio figlio, neppure più al cinema voleva andare, non per paura, ma coinè doveva fare per uscire libero?Come doveva continuare a vivere, davanti allo specchio con quel taglio su tutta la guancia?» La donna non; piange. « Neanche mio figlio ha tfi'an io: sembra di ghiaccio, soffre ma non versa una lacrima, un uomo, non un baìnbino piccolo». Un uomo, appunto, ma di 14 anni, con il capitano Balletta che ammette: -Leperquisizioni erano continue. In passato gli avevamo tolto una rivoltella e un rasoio». E Giovanni D'Angelo? -Il morto era un bambino, minuto net lineamenti, disarmante nei modi e nella rabbia, molto diverso dall'omici-da, lui sì con uno sguardo freddo e malvagio, lui si una pasta dwersa*. L'ufficiale non è turbato. Per Giovanni D'Angelo mostra comprensione nel suoi 12 anni difficili. -Due mesi fa l' avevo visto. Era fuggito dal correzionale di Messina, si era rifugiato sul tetto di una casa disabi tata sulla sta tale 113 per Palermo. A dare l'allarme era arrivata una telefonata: un bambino, avvertivano, sta sul tetto di una casa e minaccia chi passa con una pistola». 1 carabinieri erano accorsi, avevano sfondato la porta. « Uno dei nostri — racconta l'ufficiale — per prenderlo sul tetto stava per scivolare. Non era armato, il ragazzino non aveva la pistola. Forse l'aveva lanciata nei campi al nostro arrivo. Avevamo cercato, dinanzi a una macchia di rovi c'eruvamo fermati». Ed ora? -Ora è morto». Francesco Santini

Luoghi citati: Barcellona, Barcellona Pozzo Di Gotto, Messina, Palermo, Sant'antonino