Neive, la confraternita del vino buono

Neive, la confraternita del vino buono II grande nemico: la sofisticazione che invade il mercato con prodotti fasulli Neive, la confraternita del vino buono DAL NOSTRO INVIATO NEIVE — .1 soldi si sotterrano nelle vigne». E' un modo di dire antico che oggi può trarre in inganno. A spiegarlo ci pensa don Giuseppe Cogno. parroco-vignaiolo del piccolo centro della Langa. 'Nessun agricoltore si sogna più di nascondere in questo modo t propri averi, ma i soldi si continuano a mettere lo stesso nei vigneti... sottoforma di investimenti, rinnovo degli impianti, aggiornamento tecnologico». La vigna da queste parti è la grande protagonista di un tessuto economico che sembrava destinato a scomparire. L'abbandono della terra, dopo gli anni del forte esodo verso 1 posti «sicuri e comodi» nelle città, si è praticamente arrestato. Oggi molti giovani restano in campagna, specie quelli di famiglie che hanno saputo mantenersi al passo Un esempio: Claudio, 19 anni, neo diplomato alla scuola enologica di Alba, figlio di Giuseppe Cavallo, un agricoltore che dieci anni fa, proprio con don Cogno e altri tre vignaioli di Neive fondò la 'Confraternita di San Michele». «Volevo dimostrare al miei parrocchiani che la cooperazione era ancora posstbtle nonostante il crack della cantina sociale negli Anni Sessanta spiega oggi don Giuseppe, 60 anni, figlio di contadini, da sempre una grande passione per la campagna e le moto (possiede una Guzzi 650 fiammante; -. Noi confratelli abbiamo per statuto l'obbligo di mettere in comune una certa quantità di uva, la migliore, e vinificarla assieme». SUlle etichette di barbare sco, dolcetto e barbera della Confraternita è riprodotta la statua dorata di San Michele che è In una cappelletta del paese; al suol piedi la scritta In latino « defende nos». Ma da che difendersi? .11 nostro grande nemico è la sofisticazione che invade i mercati con vini fasulli, prezzi pin bassi dei costi di produzione reali - precisano Giuseppe Nebiolo, Mario Cavallo e Ri naldo Lessio, gli altri tre «confratelli» -noiperfortuna.pun ' tondo solo sul doc in bottiglia abbiamo meno problemi, ma non c'è comur.que. da star tranquilli». In dieci anni le produzioni dei «cinque di Neive» si sono guadagnate un posto nelle migliori enoteche di Roma e Milano. Alcune partite sono «volate» in America e una confezione speciale è stata pure spedita In Vaticano, «su richiesto specifica da Roma» precisa Achille Cogno.farmacista a Torino, fratello del parroco e con lui Impegnato nella conduzione dell'azienda agricola. La produzione del gruppo è di circa quarantamila bottiglie l'anno, tutte confezionate nella speciale « Albelsa» la bottiglia che contraddistingue le migliori qualità della Langa. .Abbiamo un tesoro su queste colline ette dobbiamo sapervalorlzzare dipiii - aggiunge don Giuseppe - i contadini per troppo tempo hanno lasciato i migliori guadagni a mediatori e grossi commercianti». Un concetto che 11 parroco ha ricordato anche durante una recente predica, invitando 1 propri compaesani «a non uendere l'uva senza prima aver definito il prezzo» Gli incitamenti di don Giuseppe non sono caduti evidentemente nel vuoto. Proprio a Neive è stata reallzzataa da pochi mesi una «bottega del vino» Comunale cui aderiscono 26 produttori del paese. Nelle cantine, completamente restaurate, di un palazzo del '700, sono ospitate le bottiglie che hanno superato le severe prove di degustazione. I produttori, a turno il sabato e la domenica sono presenti In cantina per consigliare 1 visitatori e proporre loro anche altri prodotti tipici della zona (miele, salumi, grappe). Quella di Neive si aggiunge alla già ramificata rete di «botteghe» nate in Piemonte in questi ultimi anni, grazie ad una legge regionale che ne finanzia la nascita con 350 milioni l'anno. Ai molti Comuni che già le hanno (La Morra e Canale nel Cuneese, Quaranti, Moncucco, Portacomaro,' Castagnole Lanze nell'Astigiano, Carema (Torino) e Predosa (Alessandria) si aggiungeranno presto le «cantine co-, munali- di Nizza Monferrato, Moncalvo e Montegrosso' (Asti), Dogliani, Novello e Serralunga d'Alba (Cuneo), Gattinara (Vercelli). Accanto alle grandi «università» del vino (le enoteche' regionali ospitate nei castelli di Barolo, Costigliole d'Asti, Vignale Monferrato, Roppolo, Acqui Terme e prossimamente Mango) il Piemonte, prima regione in Italia, disporrà cosi di una ricca serie di «botteghe» specializzate nel prodotti delle rispettive zone, gestite direttamente dai vignaioli. Per scovarle basterà seguire i cartelli gialli che indicheranno 1 percorsi delle «strade del vino». Sergio Mira valle