Europa: fallimento a Atene di Bernardo Valli

Europa: fallimento q Atene Il Consiglio europeo è naufragato in un mare di conti sull'agricoltura comunitaria Europa: fallimento q Atene I Dieci si sono lasciati nel più completo disaccordo - Per la prima volta nessun comunicato, neppure per registrare l'incontro Risparmiate alla Thatcher accuse dirette per la sua raffica di «no», ma tra le quinte tutte le responsabilità scaricate su Londra Dietro la posizione inglese si è trincerata l'Europa dell'austerità, Germania in testa, contro le fragili economie mediterranee DAL NOSTRO INVIATO ATENE — Il fallimento era gjà sulle facce dei Dieci lunedi sera, nel palazzetto fine Ottocento dove Andreas Fapandreu offriva l'ultima cena. L' atmosfera era grigia, impacciata, non collerica o rissosa. «Secondo me, alcuni primi ministri erano smarriti nel labirinti contabili. Avevano vergo-' gna di essersi Impantanati In discussioni sul latte e le materie grasse*: questa l'impressione di uno del protagonisti di quella serata funerea per la Comunità Europea. Soltanto la signora Thatcher non era Imbarazzata dal fatto «di avere tirato sul conti della spesam, e si aggirava decisa, sicura, tra il gioviale gigante Kohl e l'impettito Mitterrand. Andava dritta verso U naufragio, senza ripensamenti. Accomiatandosi da' Papandreu, lunedi sera, i Dieci avevano tuttavia ancora un filo di speranza, La Grecia, presidente di turno, avrebbe tentato una mediazione. E forse il vertice si sarebbe concluso con un documento che non avrebbe certo risolto la crisi troppo profonda e coni plessa, ma che avrebbe lasciato una traccia per continuare altrove le trattative. E' l'indomani mattina, dopo la prima colazione di lavoro tra la Thatcher e Mitterrand all'ambasciata di Francia, un estremo e inutile tentativo di rattoppo, che ci si è resi conto del fallimento definitivo, il Consiglio Europeo si è infatti poi con eluso senza neppure uno straccio di carta. Niente. Neppure una riga per dire che I Dieci si erano incontrati sotto il cielo dell'Attica, in questo dicembre del 1983. Non una parola scritta sui difficili rapporti Est-Ovest, sulla controversia nucleare, né sul Libano in fiamme, né sui conti della Comunità lattiero-casearla che non tornano. Nell'edificio neoclassico dello Zappelon Hall, dopo raffrettata ritirata del Dieci restavano, ieri pomeriggio, quintali di carta, chilometri di conti sulla Poe (Politica agricola comunitaria), statistiche sul cereali e i legumi La contabilità in cui è affogato 11 Consiglio Europeo. 'Abbiamo macerie piti nobili*, ha scritto un sarcastico giornalista greco su un foglio, e l'ha appeso su una parete della sala in cui presidenti e primi ministri si erano riuniti per tre giorni. I motivi del fallimento del vertice, che per la sua ampiezza non ha precedenti negli annali della Comunità, sono stati soltanto parzialmente spiegati da presidenti e primi ministri prima di lasciare Atene. Nessuno ha accusato apertamente la signora Thatcher per la sua raffica di «nò », che è continuata fino alla colazione finale con Mitterrand. Ma tra le quinte, la responsabilità veniva scaricata sulle sue spalle. L'Intransigenza del primo ministro britannico sull'annoso problema dei contributi inglesi, giudicati da Londra eccessivi e giusti dalle altre capitali, ha certamente contribuito a paralizzare 11 Consiglio, poiché tutti i problemi erano collegati e quindi sono rimasti Irrisolti. Nessuno voleva fare concessioni senza ricevere un compenso. Cosi si è arrivati alla paralisi. La signora Thatcher è stata soltanto la più chiassosa. Del resto, se n'è andata annunciando che non è disposta a cedere nel futuro: •Non accetterò mai compromessi sappi*. Tuttavia, dietro il rifiuto inglese s'è trincerata l'Europa dell'austerità, in particolare la Germania, Insoddisfatta del suo ruolo di maggior contribuente della Comunità. Ed è su questo che i Dieci si sono divisi, lacerati. Da un lato 11 Sud, che subisce gli effetti della crisi economica senza riu scire ad imporre l'austerità e non controlla efficacemente 1' inflazione; dall'altro il Nord, piti incline al rigore, e riluttante nella stagnazione ad aumentare 1 suol contributi alla Comunità. Anzi, vorrebbe risparmiare. Non a caso si è creata, sul fronte meridionale, un'intesa italo-greca, più spontanea che concertata. Andreas Papandreu, come presidente di turno, ha annunciato 11 fallimento della riunione con franchezza, senza cerimonie. Ma, ricordando che prima di essere un uomo politico greco è stato studente e professore ad Harvard, ha tentato un'analisi Con efficacia ha spiegato la differenza tra l'Europa iniziale dei Sei, nata nell'espansione economica, e quella attuale del Dieci, più squilibrata tra Nord e Sud e costretta a adeguarsi al rigore. Le regole sono le stesse, la realtà e 1 tempi sono mu tati. Sono le strutture stesse della Comunità che sono saltate ad Atene. Ma non sarebbe giusto limitarsi a descrivere la spaccatura verificatasi tra l'Europa meridionale e lassista, incapace di imporsi 1' austerità, e quella settentrionale più disciplinata. La Cee si propone nel suoi sacri testi, 11 Trattato di Roma, di far con vergere le società e le economie dei Paesi partecipanti e questo implica un trasferi' mento di ricchezza. Venire meno a questo principio significherebbe seppellire l'Europa. Helmut Kohl s'è presentato ad Atene con un «profilo basso., ha dato l'impressione di volersi defilare al momento del grandi dibattiti Partendo, ha ribadito 11 suo impegno: «Per la Germania Federale non ci sono alternative alla Cee*. Il clamoroso Insuccesso ateniese non ha attenuato la sua fede europeista, Ha anche riconosciuto che un vertice di capi di Stato e di governo non può perdersi nel conteggio del montanti compensativi e del prodotti ortofrutticoli Ma durante le riunioni è apparso seguire timidamente, o silenziosamente, la linea tracciata dalla signora Thatcher, senza arricchirla con la volontà politica che 11 suo predecessore, Helmut Schmidt, sapeva infondere ai Consigli Europei, Istituzionalizzati nel 1975 proprio per «fare da motore» alla Comunità. Bernardo Valli (Continua a pagina 2, In seconda colonna)