Vercelli, bimba sola per una notte fra i cadaveri di genitori e nonne di Remo Lugli

Vercelli, bimba sola per una notte fra i cadaveri di genitori e nonne Autore della strage il padre (un macellaio di 33 anni) che poi s'è ucciso Vercelli, bimba sola per una notte fra i cadaveri di genitori e nonne DAL NOSTRO INVIATO VERCELLI — Una famiglia distrutta: morii per arma da fuoco due coniugi, la suocera, la nonna; si è salvata soltanto una bambina di poco più di tre anni. Il motivo di questa tragedia rimarrà forse un mistero. Si sa che a sparare è stato l'uomo, il quale poi ha rivolto la pistola alla sua tempia. Ma perché? Il dramma accade a Tricerro, un paese della pianura vercellese, a una decina di chilometri dal capoluogo, meno di mille abitanti, terreno quasi tutto coltivato a riso, due salumifici e due altre industrie per un totale di meno di cinquanta dipendenti. ; ' , 1 r' Piero Battaglia, 33 anni, originarlo di Novara, immigra sette anni fa e va a lavorare nel salumificio di Gianni Tricerri. Macellalo e conciatore, operalo ottimo, buon carattere. Conosce la sorella del titolare, Tereslta, che ha la sua stessa età. Si fidanzano, si sposano. Vanno ad abitare in casa di lei, via San Basilio 13. una costruzione a due plani, molto modesta, ma dietro, oltre il cortile, c'è uh grande spiazzo sul quale si potrà costruire una casa nuova. E Infatti, adesso che la situazione familiare era ben consolidata, si stavano gettando le fondamenta per la nuova abitazione. La famiglia è composta dal Battaglia, dalla moglie Tereslta. dalla loro bambina Floriana, dalla mamma di Tereslta. Maria Olivero ved. Tricerri, di 58 anni, e dalla nonna. Pierina Raberio, 79 anni. Un nucleo ben affiatato, unito riservato. • Nessuno raccoglie in paese un'informazione negativa: non si parla di dissapori, né di difficoltà finanziarie, né di vizi. Lavorano entrambi i coniugi, lui nel salumificio, lei come impiegata presso l'impresa di costruzioni De Stefanis, a Vercelli. E a casa restano, con la bambina, la nonna e la bisnonna. Tutto procede bene, tranquillamente. Se proprio si vuole scavare negli affari altrui si trova che Piero è tutto casa e lavoro anche perché, forse, la moglie non gli consente di prendersi libertà al bar o alle bocce. Cioè, un carattere forte, quello della donna, che tuttavia non risulta pesare sull'uomo, il quale proprio non se ne lamenta. Giovanni Pleitavino, compagno di lavoro di Battaglia, racconta: -Era allegro, si scherzava spesso. Sabato sera abbiamo lavorato insieme fiìio alle 23. Tutto normale, come al solito*. La tragedia accade domenica, ma nessuno ne sa nulla. Lunedi mattina Gianni Tricerri, 11 proprietario del salumificio, non vede arrivare il cognato. Prova a telefonare, nessuno risponde. Va a casa, suona il campanello, ma ancora non ha risposta. Torna verso il salumificio e incontra il maresciallo dei carabinieri Fichera, che comanda la caserma di Ronsecco e che sta passando in un giro di perlustrazione. Lo informa del fatto che l'ha Insospettito. Come mai non risponde nessuno? Di tre donne e un uomo qualcuno dovrebbe pur esserci. Il sottufficiale chiede l'aiuto di un contadino che passa con 11 trattore. Fa dare una spinta con il motomezzo al portone di ferro che immette nel cortile. Entrano il maresciallo e Gianni Tricerri. La porta che dal cortile dà nella cucina è socchiusa. La spingono, ma slenta ad aprirsi. Di là, sul pavimento, si intravedono le gambe di un uomo. E' Piero Battaglia, disteso su un fianco, morto. E. sulla sinistra del locale, le due donne anziane, anch'esse morte, prone, e sulla destra, pure lei con 11 viso sulle piastrelle, c'è la giovane, Tereslta. A un passo, nell'angolo, un grosso cane lupo, che ringhia e dietro di lui la bimba, in piedi, con gli occhi sbarrati. Il pavimento è inondato di sangue, vicino alla mano destra dell'uomo c'è una pistola «Smith and Wesson Magnum 3,75-, regolarmente denunciata. La bimba viene raccolta dallo zio, che la porta a casa sua. Non parla, pervasa ancora dal terrore. Ha passato in quell'angolo, vicino alla ma¬ dre morta, con la sola compagnia del cane, parte della domenica e tutta la notte. Si cerca di capire che cosa è successo. La tavola è apparecchiata, qualche piatto è sporco, qualche altro è pulito, le lampade sono spente. Si sa che alle undici di domenica la bimba è andata a messa con la nonna. E al pomeriggio sono stati visti nel campo giochi, a duecento metri da casa, la bimba e 11 padre. Forse la tragedia era già stata consumata in parte. Infatti i primi esami (le autopsie si faranno oggi) hanno permesso di stabilire che l'uomo deve essere morto alcune ore dopo le donne. Le aveva uccise durante la colazione, aveva portato la bambina a giocare e poi, rientrato, si era ucciso? Ma perché? Tre persone molto anziane che abitano nella casa attigua ricordano di avere udito soltanto, tra le 12 e le 13, qualche rumore, del colpi secchi. Non alterchi, non grida, non voci. Qualcuno fa questa ipotesi, molto azzardata. Forse Piero puliva l'arma o ci giocava, gli e scappato un colpo che ha ucciso una delle donne. Allora, disperato, fuori di senno, ha pensato di risolvere l'incidente nella maniera più drastica, eliminando anche le altre e poi se stesso. Remo Lugli o Vercelli. I.a piccola Flora Battaglia, 2 anni e mezzo, l'unica sopravvissuta alla tragedia che ha distrutto la sua famiglia

Luoghi citati: Novara, Ronsecco, Tricerro, Vercelli