Assassinio Chinnici, aperto il processo Stato e mafia si sfidano a viso aperto

Assassinio Chinnici, aperto il processo Stato e mafia si sfidano a viso aperto E' durata cinque mesi l'istruttoria per l'omicidio del giudice siciliano Assassinio Chinnici, aperto il processo Stato e mafia si sfidano a viso aperto Presenti in aula due imputati - Altri due latitanti, del clan Greco, si sono fatti vivi con una lettera spedita di fronte al tribunale - Le vedove delle vittime deir«onorata società» non hanno potuto costituirsi parte civile DAL NOSTRO INVIATO CALTANISETTA — . A cinque mesi dalia strage in cui morì 11 giudice Chinnici, lo! Stato e la mafia si rilanciano { la sfida In un'aula di corte d'I assise che i riflettori del sof flt-1 io e 1 riti dell'esordio trasformano subito in palcoscenico. Sulla panca degli Imputati Vincenzo Rablto, occhiali d' oro e doppiopetto grigio, Inalbera una smorfia sprezzante davanti a cineprese e fotografi: «Questuò l'ultima voi iache vengo», borbotta indignato per quello sgarbo al suo decoro. Accanto a lui, Pietro Scarpisi tenta di sottrarsi all'assalto piegando 11 mento sul petto per nascondere il viso, un volto gonfio e smarrito. «Dai, calmati, è solo il vernissage», gli sussurra il suo avvocato per frenare un'esplosione di ùria e bestemmie. Battibecchi tra legali ed escursioni nel meandri del codice per discùtere le eccezioni sollevate avviano un processo che per la rapidità con cui è stato istruito non ha precedenti. Ma a quel segnale che le cronache già definiscono «storico», la mafia replica con una beffa. I fratelli Michele e Salvatore Greco, in testa all'elenco del ricercati italiani ed accusati anche dell'assassinio di Chinnici,' hanno nominato i ■rispettivi difensori con due raccomandate inviate il 28 ottobre e il 2 dicembre dall'ufficio postale che si trova proprio di fronte al tribunale. Quelle raccomandate, certo, chiunque avrebbe potuto spedirle. Ma per fugare dubbi, ecco l'avvocato di Caltanissetta Luigi Lo Presti alzarsi e dichiarare alla corte che i due fratelli si sono presentati nel suo studio — uno a fine ottobre, l'altro dieci giorni fa — e gli hanno dettato una dichiarazione per confermare la nomina del collegio di difesa; 11 legale aggiunge, serissimo: «OH no consigliato di costituirsi, loro •non hanno escluso tale eventualità; Le lettere finiscono tra gli atti del processo; il linguaggio è cerimonioso, 11 contenuto scontato («Net protestare la mia più completa estraneità....). .Forse l'incontro non è avvenuto a Caltanissetta, ma un rapporto diretto ci dev'essere stato*, commenta il pubblico ministero Renato Di Natale. Il terzo imputato della famiglia, omonimo del cugino Salvatore Greco, non ha Inviato lettere alla Corte: è latitante da vent'annl. Le pendenze con la giustizia non l'interessano più. Manca sulla panca degli Imputati anche il libanese Bou Chebel, la figura chiave del processo. Informatore della polizia, annunciò che Rabito e Scalpisi, .emissari dei Greco*, cercavano armi ed esplosivi per un attentato a Palermo. Pochi giorni dopo, la strage. Da che parte stia davvero l'enigmatico Chebel nessuno l'ha ancora capito. L'avv." Diego Gallo, che nel processo rappresenta il Comune di Palermo, spiega che Chebel «dice e non dice, come se avesse in mente un disegno; nei suoi verbali s'intuiscono doppiezze e amblguttA*. Verrà mal In aula a svelare il suo volito? Chissà. Lui ha scritto che vuole un confronto con alti 'funzionari di polizia, quelli che raccolsero la segnalazione je poi lo fecero arrestare. Mi avessero lasciato libero, dice in sostanza una sua lettera, avrei potuto rendere ben altri servigi allo Stato. Fantasmi e misteri per i adesso non turbano il processo, che parte in un'atmosfera distesa. La tribù degli avvocati si ritrova e si saluta: se ne contano ventisette sotto la cupola esagonale dell'aula, tre file di toghe nere schierate di fronte alla corte. Lo Stato (presidenza del Consiglio, ministeri della Difesa e della Giustizia) è rappresentato da tre legali dell'Avvocatura; uno di essi, l'avv. Sorce, è imputato in un'inchiesta per 1 appalto del palazzo del Congressi di Palermo, indetto dalla Regione e vinto da un Imprenditore molto chiacchierato, Carmelo Costanzo, forse grazie a qualche mancia. I giudici popolari, tre uomini e tre donne, affrontano intimiditi i lampi dei fotografi, aggiustandosi la fascia tricolore; cinquanta, prima di loro, hanno detto no. Sbirciano di lontano gli imputati: Rabito, 44 anni, commerciante di sedie; Scarpisi, 25 anni, riparatore di macchine per scrivere, Chi sono nel privato? .Scarpl- «1 è una figura assolutamente incolore», dice il sub difensore, Armando Veneto. «17 collega mi Ita tolto la parola di bocca — fa eco l'avv. Mammana —, anche il mio cliente, Rabito, è una figura grigia, scolorita. Ha due figli sul diciassette-diciotto anni che studiano, due rugassi seri. Ricco? Diciamo media borghesia*. Quando sono stati interrogati, hanno negato tutto: mai comprato armi e droga; quanto al Gre co, chi li conosce? C'è anche la Sicilia delle vedove: silenzióse, addossate 1' una all'altra in un angolo, quasi per proteggersi. La vedova del giudice Terranova; di Lenin Mancuso, l'autista del magistrato; di Rosario Di Salvo, l'autista di Pio La Torre. Sono venute per rappresentare l'Associazione delle donne siciliane contro la mafia, che chiede alla corte di costituirsi parte civile. La risposta è no: tecnicamente impossibile. L'altro quesito sciolto dall'udienza di ieri, durata cinque ore, era se le procure dei Greco al loro legali fossero valide e ammissibili. La corte ha risposto si. Spezzettato e frenato dal passaggi obbligati dettati dalla procedura, questo avvio al rallentatore ha-dunque offerto soprattutto una carrellata di personaggi, non molto di più. Oggi, altre eccezioni forse, l'interrogatorio degli imputati. Guido Rampolli. Cnltanissetta. Vincenzo Habito, a sin., e Pietro Scarpisi

Luoghi citati: Caltanissetta, Comune Di Palermo, Palermo, Sicilia