Fedele (e costa poco) il robot da comizio di Vittorio Zucconi

Fedele (e costa poco) il robot da comizio La «meca-tronica» irrompe sulla scena elettorale: naturalmente, la tiene a battesimo il Giappone Fedele (e costa poco) il robot da comizio DAL NOSTRO CORRISPONDENTE , TOKYO — Più somigliante-, a una stufa che a un segretario di partito, ma impudente quanto gli esseri umani nel ri->\ petere instancabile le banalità e gli slogan da comizio, è nato in Giappone il «robot elettorale». Stanco della televisione, la cui presa sui votanti sta logorandosi anche qui nella saturazione da noia, ma, ansioso di raggiungere quanta più gente possibile con il «votate per me», un candidato indipendènte ha lanciato l'auto-: ma da propaganda, in vista delle elezioni del 18 dicembre e cosi, in qualche suo piccolo' modo, ha già fatto un pezzo di storia, portando la «mecatronica». la meccanica più elettronica, in politica. Di statura modesta, un me-, tro e venti, non per limitazioni tecniche ma per considerazioni di riguardo psicologico verso il pubblico, il «robot da comizio» lui il classico fisico ai botte, con cui ci /tanno familiarizzato decine di film e di cartoni. Dai fianchi gli spuntano le due braccia a soffietto, dotate di mani rigide, e rigorosamente non prensili, per evitare facili ironìe sull'ingordigia dei politici. La testa è a cupola, di plastica trasparente, e nell'interno due occhi rotondi da aragosta ruotano liberamente, per tenere sotto controllo il pubblico. Non appena mette a fuoco uri essere umano, con i propri 'sensori» alea le braccia in un saluto gioioso ed esclama con garba-' ta voce maschile: «Buon giorno (o buona sera, secondo l'intensità della luce) ho un messaggio importante e urgente per lei». E via col comlzietto. E' alimentato da un paio di' batterie da auto, perciò il «robot da comizio» è ricaricabile e instancabile. Costo meno di un milione, è impermeabile,non richiede quasi manuten-, eione, piace moltissimo ai bambini, che nei primi due giorni di lavoro gli hanno decretato un successo immenso, costringendo migliaia di peni-I tori a fermarsi e ascoltare lln-i vito al voto. Basterebbero già' queste doti per qualificarlo' come un automa politico di si¬ curo avvenire, se non ce ne fosse un'altra, ancora più accattivante. E' completamente programmabile: gli si può dare qualunque istruzione, qualsiasi voce, fargli dire qualunque bugia o promessa e lui non solleverà obiezioni. Non ci saranno polemiche, la fedeltà alla «linea» è garantita. E nemmeno il contraddittorio più accanito potrà indurlo in errore,o spingerlo a cambiare idea. Dopo averlo sperimentato, con grande effetto e ottima pubblicità nazionale, durante il weekend, il candidato indipendente ha deciso di ordinarne altri dieci per diffonderli nelle stazioni del metrò e davanti ai palazzi d'ufficio principali. Centinaia di migliaia di persone passano ogni giorno nelle stazioni chiave della sotterranea e, per raggiungerle, il candidato dovrebbe spendere tempo, fatiche e soldi proibitivi. Sospetti orwelliani a parte, l'automa da comizio funziona, almeno nei casi — e sono maggioranza I—in cui la propaganda elettorale non è altro che insistito ripetizione. Certo non -é più stupido, ne più inutile, degli striscioni appesi a sbiardirsi o delle scritte a spruzzo sui muri. Ha, per il momento, un solo grosso inconveniente: è illega¬ le. La legge elettorale giapponese regola con molta severità' l'uso degli strumenti «audiovisivi» e pare che /'«onorevole robot» non rientri in nessuna delle categorie previste: non è un megafono, e non è un registratore, non è un automezzo (anzi, è statico) e non è un iscritto al partito: la magistratura ha subito aperto un'inchiesta e si profila la minaccta del sequestro. Ha scritto un giornale di Tokyo: «Tutta questa solerzia nell'in vestigare 11 robot da comizio 6 sospetta: forse gli onorevoli deputati hanno paura di perdere 11 posto, come è successo a molti operai davanti alle nuove tecnologie? o temono di essere finalmente costretti a dire qualcosa di originale, per distinguersi dal robot?.. Non siamo ancora al Parlamento «meca-tronico», solo il primo passo è stato fatto: ma, per una volta il Giappone non ci ha battuto. Deve esserci for-' se qualche «automa da comizio» già al lavoro anche in Italia, da anni. Vittorio Zucconi

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