I due volti della Siria di Igor Man

I due volti della Siria Il ruolo di Assad, le minacce degli Usa, le pressioni dell'Urss I due volti della Siria Che fare con la Siria? Gli osservatori israeliani più au-; torevoli sostengono, phe l'im-1 mincntc stagione delle piogge nel Vicino Levante ha spinto; Washington a rinunciare «peri il momento» a una azione! massiccia, coordinata con Israele, cor.tro la Siria. Il; bombardamento di domenica sulle alture a cavallo fra Damasco e la Bekaa non avrebbe nessuna relazione col tremendo attentato del'23 ottobre contro il quartier generale dei «marincs» a Beirut. La rappresaglia per quell'attentato, «i cui responsabili, si trovano a Damasco», come' ha detto il segretario america- : no alla Difesa Weinberger,' sarebbe dunque rinviata. Ma non soltanto a causa della stagione delle piogge, anche se non soprattutto per l'impossibilità di prevedere quale potrebbe essere la reazione dell'Urss, legata dal 1980 alla Siria da un trattato di amicizia e cooperazione. Una cosa e bombardare le batterie di Sam sovietico-siriani nella Bekaa non "coperta" dall'ombrello politico sovietico, altra attaccare i siriani in Siria sia pure per interposta potenza (Israele). Debilitato dal diabete o dai postumi di un attentato, il presidente Assad — che qualcuno vorrebbe addirittura morente — sarebbe in gravi difficoltà interne: gli integristi musulmani sono in fermento più che mai- decisi ad abbattere «l'ateo alauita». In queste condizioni, secondo l'avviso di alcuni consiglieri di Reagan (fra i quali Kissin- • ger e MacFarlanc), una disfatta militare determinerebbe automaticamente la caduta del regime siriano, della «lobby» alauita di Damasco. Ma altri, come Shultz, Weinberger e Bush, ritengono che «hi queste condizioni» tanto vale aspettare la primavera. Per due motivi: innanzitutto per l'attuale riluttanza di Shamir ad imbarcarsi in una nuova avventura militare dopo il trauma della interminabile guerra libanese che ha «bruciato» uomini come Sharon c Begin; in secondo luogo nella convinzione (forse non infondata) che Assad, scmpreché ritrovi la salute, saprà ridimensionare il suo oltranzismo. Tanto per cominciare, dopo gli «avvertimenti» americani, la Siria ha deciso di ri¬ durre il numero dei consiglieri dell'Est: ieri sonò partili 150 consiglieri sovietici e 60 tedeschi orientali. C'è di più: Rirat ci Assad, fratello del presidente e capo della polizia segreta (che di recente ha acquistato una proprietà nel Vermont) ha scongiuralo il vicepresidente Bush di evitare ogni «azione diretta» contro la Siria che sarebbe «disposta a negoziare il negoziabile in piena autonomìa du ■ Mosca». E' l'eterno giuoco dell'ambiguità, di cui Assad è maestro. Orazio all'Urss si rafforza militarmente ma neutralizza l'opposizione di sinistra, senza pietà. 'Grazie all'Arabia Saudita migliora la situazione economica tagliando l'erba sotto i piedi all'opposizione di destra. Nonostante le pressioni di Mosca continua, con quella '«feroce determinazione» di cui disse Kissinger, a ridimensionare l'Olp, umiliando Arafat per annullarlo politicamente. Tuona contro Israele ma con il suo tacito assenso continua a mettere alle corde Gemale!, sostenendo drusi e sciiti. Parla di «Grande Siria» in contrapposizione al «Grande Israele» ma punta alla spartizione di fatto del Libano, con Beirut al rango di Singapore mediorientale governata da .Amiti Gcmaycl. Un disegno che non dispiace'a Shamir, deciso a non restituire il Go-' lan, sempre più tentato di inglobare la Cisgiordania, in vista del possibile declino di Arafat e dell'eclisse, nel ciclo americano, di Hussein. Sempre nel segno dell'ambiguità Assad vuole regolare innanzitutto il conto con l'Olp arafattiana, consapevole della soddisfazione, più o meno discreta, degli Stati Uniti, di Israele e di certi Paesi arabi. Perchè non lasciarlo fare?, ha chiesto Rifai a Bush. C'è da domandarsi, tuttavia, se Assad saprebbe contentarsi della spartizione del Libano e della «carta» pa lestincsc. E, poi, riuscirà a controllare gli iraniani, i fanatici sciiti al suo servizio? E più importante: saprà eludere il ruolo davvero impegnativo che Mosca potrebbe affidargli nel quadro della sua contraddittoria «offensiva ani ini perialista»? Igor Man I A Il presidente Assad: politico spietato ma diplomatico