«Andropov, convalescente, già al lavoro Per gli Start pazientare sino a giovedì» di Fabio Galvano

€cAsiir@po¥7 €@!i¥nits€©§i§©, già ai lavoro Per gii Stari pazientate sino a giovedì» Alla conferenza stampa di Mosca sui missili s'è parlato anche del presidente €cAsiir@po¥7 €@!i¥nits€©§i§©, già ai lavoro Per gii Stari pazientate sino a giovedì» Il maresciallo Ogarkov e Zamjatin confermano che le «contromisure» in Germania Est e Cecoslovacchia saranno prò- , porzionate alle armi nucleari che installerà la Nato - Per quelle strategiche ultimo incontro dopodomani; «Poi si vedrà»' DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Jurij Andropov «è in convalescenza» e si occupa già «a tempo pieno-, secondo quanto ha dichiarato ieri Leonid Zamjatin, di « tutti gli affari de\lo Stato, del partito e del Consiglio per la difesa»: ■sono «insinuazioni cìie non corrispondono alla realtà», dice la Mosca ufficiale forse per dissipare 1 timori di un vuoto di potere al vertice, le ipotesi di malattia o di intervento chirurgico che non riconducano al «raffreddore» ufficiale. Sottraendo 1 riflettori al maresciallo Ogarkov, nell'attesa conferenza stampa sugli euromissili che ha confermato l'inflessibilità sovietica e che ha gettato nuove ombre anche sul. negoziato Start, Zamjatin è stato perentorio sulla salute del capo sovietico, ma non ha voluto o saputo precisare quando Andropov ricomparirà in pubblico. Deludente per chi si attendeva nuovi concreti sviluppi nella «crisi degli euromissili», destinata forse ad arricchirsi di elementi chiarificatori a Sofia, dove si è avviata ieri la riunione dei ministri della Difesa del Patto di Varsavia, la tanto pubblicizzata conferenza stampa non ha sciolto neppure gli ultimi dubbi sulla salute del segretario generale. Se Andropov è in guarigione, perché non indicare quando apparirà? Zamjatin, che è capo del Dipartimento informazioni internazionali del Comitato centrale, non ha neppure indicato la data più ovvia, e cioè il 28 dicembre che è quella del Soviet Supremo. E' quindi un «raffreddore» con i fiocchi, quello di Andropov, se da 110 giorni gli impedisce qualsiasi comparsa in pubblico e se ora non consente certezze neppure in una prospettiva di tre settimane. «Ho detto tutto ciò die ritenevo possibile dirvi ufficialmente», ha osservato Zamjatin, Oscurati dalle «ultime notieie» su Andropov, i missili non hanno offerto al maresciallo Nikolaj Ogarkov, capo di Stato maggiore delle forze armate sovietiche, la stessa vivace occasione di dialogo con la stampa occidentale che gli aveva invece concesso la conferenza di tre mesi fa dopo l'abbattimento del Jumbo sudcoreano. Costretto a ripetere, con l'ausilio di un immenso grafico rosso e blu pieno di numeri, quello che Mosca dice da mesi e che Andropov ha sintetizzato dodici giorni fa, il maresciallo non ha fornito le attese indicazioni concrete sulle «contromisure» sovietiche ai Pershing e ai Tomahawk, limitandosi a precisare che il numero dei missili tattici (SS-21, SS-23 e forse SS-22) destinati alla Germania Est e alla Cecoslovacchia «dipenderà dalle azioni degli Usa e della Nato», cioè da quanti missili americani saranno installati in Europa; che, a differenza di quanto si dice in Occidente «per sviare l'opinione pubblica», quei missili non erano previsti. Sia Ogarkov, sia Zamjatin, sia il primo vlceministro degli Esteri Georgij Kornienko hanno ripetuto che del fallimento ginevrino sono responsabili gli Usa, e hanno anche criticato — in linea con la Pravda di venerdì scorso — chi in Europa (11 cancelliere Kohl, per esempio) ha voluto vedere nella lettera di Andropov una disponibilità sovietica a riprendere il negoziato. Mosca conferma quindi il suo atteggiamento più In¬ transigente, e costringe l'Occidente al pessimismo e alla difensiva anche per quanto riguarda le trattative Start sulle «superarmi» strategiche. Fin dall'inizio, ha detto Ogarkov, gli Usa intendevano sabotare il negoziato Ini: «Sembra die mirino allo stesso obiettivo — ha precisalo — anche per gli Start». L'incontro di oggi a Ginevra non sarà comunque l'ultimo, sebbene scadano i due mesi di questo round avviato il 6 ottobre. "L'ultimo in programma -r- ha rivelato Kornienko — sarà l'8 dicembre». Giovedì, cioè: e poiì «Sull'esito, pazientate: lo saprete allora». E' la premessa di un abbandono negoziale, di un taglio all'ultimo esile filo del dialogo? Fabio Galvano