Libano, duro bilancio per gli Usa di Alfredo Venturi

Libano, duro bilancio per gli Usa A Beirut un'altra giornata tragica: un'auto-bomba distrugge un palazzo, forse 30 vittime Libano, duro bilancio per gli Usa Un pilota americano abbattuto domenica dai siriani è morto, uno è prigioniero - «Rammarico» del leader druso per gli otto marines uccisi nei cannoneggiamenti - Il contingente ha già perduto 255 uomini - Nuovi sorvoli dei jet della Sesta Flotta DAL N08TRO INVIATO BEIRUT — Una paurosa esplosione subito dopo le otto: un quintale e mezzo di esplosivo nascosto in un'auto semina fuoco e morte a Tarile Jedld, un formicolante quartiere musulmano. Quasi contemporaneamente, un grosso elicottero si leva dal campo del marines e punta verso il mare: porta via 1 corpi degli otto soldati americani uccisi nella battaglia della notte. Poco prima, subito dopo l'alba. aerei della Sesta Flotta sono sfrecciati sulla montagna, ma ■' questa volta soltanto in ricognizione. Più tardi, da Damasco, una conferma: è morto uno dei piloti dell'intruder abbattuto a Kfar Selwan. Un tragico lunedi succede dunque a una tragica domenica, la domenica che ha visto gli aerei della. Marina americana attaccare In forze i Siria ni, e che ha visto più tardi, nella notte, fragorosi duelli d'artiglieria tra la collina drusa, le posizioni dei marines, le batterie navali. Un bilancio molto pesante per gli Stati Uniti: nove morti, un pilota prigioniero dei siriani, due aerei abbattuti . (e 255 soldati uccisi dall'inizio della missione in Libano). Un bilancio disastroso in termini d'immagine: la su- perpotenza planetaria tenuta in scacco da una piccola potenza regionale, addirittura messa in difficolta dai cannoni drusi. La battaglia dei cannoni si è accesa improvvisa, già nella serata, per protrarsi fin verso mezzanotte. C'è anche fuoco di armi automatiche leggere. Il cannoneggiamento è diretto sulle postazioni libanesi, ma qualche colpo finisce sulla base americana. I marines ri¬ spondono con i pezzi da 155 mm e col cannoni del carri M-60. Poi richiedono l'Intervento delle artiglierie navali: la Sesta Flotta comincia a sparare verso le colline di Shweifat Aramun. Si prepara una bordata con gli enormi calibri della New Jersey, ma per questa volta 1406 mm della corazzata restano silenziosi. Gli otto marines sono stati colpiti, con due compagni sopravvissuti ma feriti, da un unico prolettile, un colpo di mortalo da 120 che ha centrato una postazione avanzata al di fuori dell'accampamento, vicino al campo dei libanesi. Normalmente questa posizione è tenuta da quattro soldati: ma altri marines 11 hanno raggiunti durante il bombardamento, uscendo dai ripari di loro iniziativa, per spalleggiare i compagni impegnati in1 uno scambio di fuoco con le armi automatiche. Walid Jumblatt ha espresso rammarico, rigettando la responsabilita sull'esercito libanese: si apposta vicino agli americani, accusa il capo druso, per spararci addosso. Ancora incerto, fino a molte ore dopo lo scoppio, un altro spaventoso bilancio, quello dell'attentato a Tarik Jedid. L'auto-bomba ha quasi splanato un palazzo di otto plani, ha incendiato un vicino deposito di vernici, e il fuoco si è propagato ad altri quattro edifici. Era l'ora in cui i bambini escono per andare a scuola: mi è toccato di vedere cartelle bruciate, libri insangui nati, piccole forme coperte alla meglio sui marciapiedi, Quanti morti? Trenta, più di trenta, non si sa; e negli ospedali, una folla di feriti e ustionati. La bomba è stata rlven dicala dal fantomatico •Fronte per la liberazione del Libano dagli stranieri». La notizia della morte di un pilota della Marina americana è stata data personalmente, a Damasco, da Mustafa Tlass, ministro della Difesa siriano. E' stato tirato fuori vivo, ma in condizioni assai critiche, dal rottame dell'intruder; è morto poco più tardi. Si chiamava Mark Lange, tenente, 26 anni. Il suo compagno di volo, Robert Goodman, tenente, 27 anni, sta bene, dicono 1 siriani. Lo hanno catturato dopo che il suo paracadute lo aveva portato sano e salvo a terra. Lo restituiremo solo quando la guerra sarà finita e gli americani si saranno ritirati, dice Tlass, applicando cosi, in qualche modo, uno stato formale di guerra tra Siria e Stati Uniti. Da Washington, via Parigi, è rientrato in patria ieri A min Gemayel. Un ritorno mesto, senza dichiarazioni: appena arrivato, 11 presidente si è chiuso nel palazzo di Baabda. La sua missione diplomatica1 si è risolta in un fallimento: era partito con qualche prospettiva di pacificazione, ora ha rimesso piede in un Paese praticamente in guerra. Non che sia una novità, ma contrasta con tante speranze, con le illusioni ginevrine, con l'ar-. dua scommessa della riconci-, nazione nazionale. Mentre Shamlr smentisce 1'. esistenza di un accordo segreto con l'America per liquidare con la forza la presenza siriana in Libano, altre voci israeliane invitano il potere libanese a unirsi nell'impresa. Ma quel potere critica l'incursione americana di domenica: lo ha fatto Shaf ik Wazzan, il primo ministro, chiedendo spie gazloni per via diplomatica. Non ci hanno né consultati né informati, fa sapere 11 governo aggrappandosi, almeno, a un simulacro di sovranità formale. Intanto i ricognitori israeliani, come già gli americani la mattina, hanno esplorato la .montagna. Qui non restano molti dubbi: preparano nuovi attacchi. Alfredo Venturi DUE AEREI AMERICANI ABBATTUTI DAI SIRIANI LA ZONA ATTORNO ALL'AEREOPORTO DOVE SONO STATI UCCISI I MARINES USA

Persone citate: Gemayel, Mark Lange, Mustafa Tlass, Robert Goodman, Tarik Jedid, Tlass, Walid Jumblatt, Wazzan