Dal cornetto acustico alla microchirurgia

Dal cornetto acustico alla microchirurgia I progressi per le persone con problemi di udito | Dal cornetto acustico alla microchirurgia Quando l'udito non è più buono — e il mondo sei suoni e dei rumori si fa estraneo e lontano come nell'ovatta — non c'è molto da scegliere: o costringi gli altri, finché serve, ad alzar la voce o metti r«appareccliio». Dai gesto istintivo della mano messa a conca dietro l'orecchio — che già Galeno ricordava — ai •tubi uditivi» del tardo medioevo al «cornetti acustici» dei nostri bisnonni deboli d'orecchio — sino agli attuali dispositivi elettronici e alla recente proposta di protesi di «impianto cocleare» — quella ' del «sussidi uditivi- ì storia antica e modernissima. Quante sono, oggi, le perso-; ne con problemi di udito? E quali progressi si sono compiuti, a favore, con le «protesi acustiche»? A Roma, al recen- ! te XVIII Congresso nazionale della Società italiana di Audiologia (pres. T. Marullo), è risultato che. in Italia, il 12 per cento della popolazione tra i 15 e i 65 anni — cioè un totale di 5 milioni di persone — soffre di un grado invalidante di sordità (2 per cento tra i 6 e 34 anni, 8 per cento dai 35 ai 45,16 per cento dai 55 ai 65). E in età più avanzata? Si presume che, nella migliore delle ipotesi, la sordità sia presente, come ostile compagna della terza età, nel 30-40 per cento del casi. Su 100 casi, 10 possono trarre beneficio dalla terapia medica, 20 dalla chirurgia ed almeno 50-60 dall'ausilio delle «protesi uditive». Nella storia dell'uomo è soltanto dagli Anni 50 che buona parte dei deboli d'orecchio — con l'aiuto di apparecchi miniaturizzati di facile impiego e alto rendimento — ha risolto 11 problema di incomunicabilità da mancata acustica. Incorporati o camuffati da «occhiali», questi dispositivi trasformano 1 segnali sonori esterni in segnali elettrici, inviandolo poi, amplificati, all'orecchio interno sotto forma di «onda di pressione» sonora. Là, 1'.organo di Corti» (se Integro) trasforma questi segnali di energia meccanica in energia bioelettrlca e. tramite il nervo acustico, li trasferisce — per la decodificazione e In-, terpretazione — ai centri ner-, vosi superiori. E quando invece la causa di una completa sordità è a livello dell'organo di Corti, senza alcuna possibilità di aiuto dalle protesi tradizionali? In questi ultimi anni — hanno detto a Roma M. Del Bo e L. Bernabei nella riunione sul «Sussidi uditivi» (pres. O. Rossi e L. Fiori Ratti) — il progresso nella microchirurgia si è spinto a sfidare la sor- dita fin nei suoi nascosti recessi, servendosi di impulsi elettrici trasmessi direttamente al nervo acustico da mtcroelettrodi impiantati nella profondità della «chiocciola» dell'orecchio interno. Nel mondo — contro un numero relativamente alto di potenziali condidatt a questo tipo di protesi oggi proponibile (300.000 negli Usa. 5000 in Inghilterra. 5000 in Italia. 2500 in Australia) — sono 350, a tutt'oggi, 1 soggetti «impiantati» con «protesi cocleare». L'esperienza dirà quali sono i prò e i contro di questa tecnica d'avanguardia. Per ora vanno sottolineate — a scanso di troppo miracolistiche speranze — le precise indicazioni all'intervento (sordità totale o profonda, bilaterale, in adulti senza malattie cerebrali e che abbiano già acquisito 11 linguaggio, non abbiano tratto beneficio da protesi acustiche convenzionali e presentino, agli esami speciali, residua funzione del nervo acustico). EzioM,nett0

Persone citate: Bernabei, Del Bo, Galeno

Luoghi citati: Australia, Inghilterra, Italia, Roma, Usa