Una folla (e Mitterrand) accolgono la «Marsiglia-Parigi» antirazzista di Emanuele Novazio

Una folla (e Mitterrand) accolgono la «Marsiglia-Parigi» antirazzista Insperato successo della marcia di protesta per le violenze agli immigrati Una folla (e Mitterrand) accolgono la «Marsiglia-Parigi» antirazzista PARIGI — In piazza della ' Bastiglia, ad aspettarli, erano in cinquantamila, ieri pomeriggio. Insieme hanno percorso gli ultimi chilometri, fino a Montparnasse. Un clima di festa, canzoni, applausi, proverbi scanditi. Poi, verso sera, i 32 giovani nordafricani partiti il 15 ottobre da Marsiglia (1200 chilometri a piedi per «denunciare rondata xenofoba che sta montando in Francia») sono arrivati all'Eliseo. Poco dopo, il presidente Mitterrand li ha ricevuti. Cominciata in sordina e in un clima di provocazioni (un attentato aveva distrutto l'appartamento di un algerino poco lontano dal luogo di partenza, e la rivendicazione annunciava: 'Vogliamo derattizzare la città»), la marcia antlrazzista si è chiusa dunque con un riconoscimento ufficiale, e al massimo livello. Un successo insperato per gli organizzatori, Immigrati ma- ghreblnl appoggiati dal comitato d'aiuto agli stranieri, di orientamento cattolico, e altre associazioni. All'inizio, pochi avevano mostrato di accorgersi di loro. Man mano che risalivano verso Parigi — una trentina di chilometri al giorno — l'opinione pubblica si è risvegliata. Mentre nel Paese si consumavano nuovi crimini razzisti — l'ultimo, il più grave, è di due settimane fa, un algerino buttato dal treno BordeauxVentimiglla — molti sono usciti dall'indifferenza e dal torpore; e 1 politici hanno rotto il silenzio imbarazzato nel quale si erano rifugiati dopo la vittoria della sinistra, due anni fa. Ieri, dietro lo striscione che apriva la marcia («Rinfoderate il fucile, la caccia è chiusa») c'erano tre ministri, 11 responsabile degli Esteri Claude Cheysson, Oeorgina Dufoix (Famiglia e Immigrazione) e Huguette Bouchar- deau (Ambiente). Con loro, molti uomini di partito. Forse, come qualcuno insinua, la marcia ha offerto una facile occasione di mostrare solidarietà e comprensione. Ma forse qualcosa è davvero accaduto tra la gente e nel mondo politico francese. Camminando al suono di una canzone di Renaud. La mano tesa, fermandosi a parlare ogni sera in una città diversa, i 32 giovani hanno lanciato una sfida al Paese, alla sua identità razziale e nazionale. La loro azione, sentimentale ed emotiva prima di tutto, ricjea di gesti spontanei e spoglia Idegll attrezzi abituali dell'ufficialità, ha finito per avere un impatto politico che nessuno probabilmente si aspettava. I prossimi mesi diranno se davvero la Francia — con i suoi quattro milioni di immigrati, un terzo dei quali maghrebini — si avvia a diventare una società multirazziale. Ieri, tra la Bastiglia e Montparnasse, grandi cartelli bianchi chiedevano: «Giustieia per i nostri morti». Con un elenco di nomi e date: quaranta in due anni. i Emanuele Novazio

Persone citate: Bouchar, Claude Cheysson, Mitterrand, Oeorgina Dufoix

Luoghi citati: Francia, Marsiglia, Parigi