Nella lotta del sesso vince lo sport di Stefano Reggiani

Nella lotta del sesso vince lo sport AL FESTIVAL PI TORINO IH ANTEPRIMA «PERSONAL BEST» CPU MARIEL HEMINGWAY Nella lotta del sesso vince lo sport Nel film di Towne un amore omosessuale fra due campionesse risolto moralisticamente (e con uno scacco politico) TORINO — Agli inizi, for-i za, potenza, bellezza dei corpi della razza, come nei film nazisti di Leni Riefensthal. : Poi supremazia dell'individuo, commozione dello sforzo | che porta alla vittoria, premio della disciplina interiore coli io In Momenti di gloria. i Mentre l'immaginario dello' sport invade lietamente la no- ! stra attenzione quotidiana, coi trionfi televisivi del rallen-1 tatore e della moviola, il film; sportivo entra adesso nella i sua terza fase, sente la cultura del corpo e della sopravvivenza, non sì misura più soltanto con i pugili (il pugilato è un genere cinematografico), ma s'allarga a problemi un tempo proibiti come l'omosessualità. E' toccato al benemerito Festival internazionale di cinema sportivo aprire anche i in Italia la questione della! sessualità intorno allo sport con l'anteprima di Personal Best, il film di Robert Towne che racconta la storia di due campionesse di pentathlon innamorate l'unii dell'altra. Del resto, Towne non fa che rendere esplicite la vaga contemplazione omosessuale che era nella Riefensthal o la solidarietà virile che c'era in Momenti di gloria e in molte altre pellicole sportive. Ogni comunità monosessualc non può sottrarsi alle sue dinamiche interne, ai suoi conflitti anche amorosi. Certo, biso- gira distinguere, bisogna guardarsi dal generalizzare, ieri sera al Teatro Nuovo il Festival torinese ha sottoposto il film del regista Towne al > dibattito di numerosi e qualificati interlocutori, tanto per prendere le distanze. Che ha fatto Towne? Un'opera di semplificazione e di normalizzazione, due atlete possono amarsi, ma alla fine lo sport deve vincere, l'omosessualità, è possibile tra gli sportivi, ma porta solo con¬ flitti interni e difficoltà, per una bella campionessa l'importante è la gara, poi è consigliabile che incontri colleglli maschi e magari, smessi calzoncini e maglietta, si faccia una famiglia. Tutto è detto con misurata franchezza, con moralistica disinvoltura, con gentile perbenismo come in un racconto del Reader's Digest. Tutto è detto con i particolari necessari, con i passaggi essenziali (l'incontro, la seduzione, la difficile convivenza, la separazione) secondo uno scrupolo quasi noioso e una vocazione didattica che potrebbe risultare perfino liberatoria rispetto ai pregiudizi e alle insofferenze degli spettatori. Chris (Marlel Hemingway, che ormai somiglia troppo alle foto giovanili dell'illustre scrittore) è una candidata alle Olimpiadi di Mosca per il pentathlon, ma non ha fiducia in se stessa, nelle varie prove di corsa, peso o salto, si sente trattenuta da una specie di ti- ' midezza. Per fortuna c'è Tory '. (Patrlce Donnelly). collega di • pentathlon e lesbica profes- 1 sante che le offre protezione e ; amore, anche voglia di conti- ; nuare. Peccato che l'allenatore ] ponga le due ragazze perfida- ; mente in competizione, Tinte- , sa amorosa non resiste alla ' lotta, la natura eterosessuale I di Mariel emerge prepotente I dopo rincontro con un palla- ! nuotlsta, l'ultima scintilla • della passione si consuma ' nelle qualificazioni conclusive ■ per l'Olimpiade. • • Il regista Towne ha cucito . le gare come riprese docu- : meni arie di un pomeriggio'sportivo alla tv, ma non s'è ri- , .spanniate, le sottigliezze del privato, con Mariel che scopre la positiva diversità dei due ' sessi e subito vuol mettere al- I la prova la funzionalità biolo- ' pica del suo amico pallanuoti- • sta Kenny Moore, a letto e in j bagno (come diceva D. H. La- • wrence di Lady Chatterley: ; «Tutto il tuo corpo è natu- ; rale-). Alla fine naturalmente si copre che il grande sforzo , verso la normalità sportiva è ; stato vano, perché gli Stati ; Uniti hanno boicottato le ; Olimpiadi di Mosca. Sopra il | sesso e i conflitti individuali tocca ora alla politica stravol- : gere le ultime illusioni di De Coubertin. Stefano Reggiani

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