Maazel: il direttore è schiavo, non divo

Maazel: il direttore è schiavo, non divo INCONTRO ALLA SCALA CPU IL MAESTRO CHE PROVA LA «TURANDOT» DI SANT'AMBROGIO Maazel: il direttore è schiavo, non divo «La maggior parte di noi è prigioniera dei regolamenti: per fortuna sono un uomo organizzato» - Sta scrìvendo due libri i, .li i □AL NOSTRO INVIATO MILANO — Doppiopetto blu gessato di rosso, l'abbronzatura, il sorriso, le basette grigie per cui è il direttore più famoso tra le donne. Lorln Maazel, sovrintendente dell' Opera di Vienna, prepara sereno la Turandot che mercoledì inaugura la Scala. Alle spalle, una carriera già. nel mito: debutto nel 1039, a nove anni, con la Interlochum Orchestra alla Fiera mondiale di New York e con la Los Angeles Philharmonic a Hollywood accanto a Loop old Stokovsky ; a undici anni, invito di Toscanini a dirigere la Nbc; poi 1' università (lingue, matematica, filosofia), le borse di studio, i trionfi. Davanti, le incisioni di quattro formidabili cicli sinfonici da concludere: Rachmaninov, Dvorak, Strauss, Mahlor, con la Filarmonica di Berlino e la Filarmonica di Vienna. — Come sarà questa «Tu randot»? •Ai teatro non si osa mai dire nulla, fino all'ultima nota. Siamo tutti superstiziosi. "La speranza che ci delude sempre".,. Certo è una gioia ine/fabile lavorare con un regista come Zeffirelli: intelligenza, istinto, esperienza. L'orchestra è preparatissima e volonterosa, il coro impressionante. cosi tutto risulla facile, sema problemi: —Ha avuto la tentazione di tagliare 11 finale, che Puccini non arrivò a scrivere? No. Puccini avrebbe fatto qualcosa di più sfumato, di più pucciniano". Ma anche il finale di Alfano regge, regge. Altrimenti saremmo senza un' opera importantissima». — Lei che ha cominciato a dirigere da bambino ha ancora pianeti inesplorati? 'Ho diretto quasi tutto Wagner, tranne I maestri cantori. Clic lavoro straordinario, e complicato! Ecco, se nell'86, quando scadrà il mio mandato di sovrintendente del Teatro dell'Opera di Vienna, avrò ancora una goccia d'energia...: —E' cambiato il mestiere di direttore d'orchestra? C'è oggi un eccesso di divismo? «Divismo? No, no. C'è una mancanza di divismo! La maggior parte del direttori sona prigionieri del regolamenti: la prova comincia alle, dieci e finisce alle dodici e trenta; il concerto nella tale città bisogna fatlo per abbassare il deficit. E'una schiavitù di primissimo ordine e ci sono tanti direttori di second'ordine, che non hanno altra scelta. Un sistema macchinoso che può anche distruggere la musica classica. Per fortuna sono un uomo organizzato: tutti questi regolamenti non mi disturbano, trovo sempre il modo di uscirne. Voglio pensare alla musica, non alle regole». — Sono cambiati gli orchestrali? «Le orchestre sono diventate più intelligenti. I professori giocano a tennis, conoscono la psicologia, dipingono: hanno un'altra classe. Anche noi direttori ci slamo evoluti. Non esercitiamo più. una dittatura. Ma, senza arrivare al divismo, una certa presenza è importante. B adesso il livello della nostra categoria si è molto "abbassato. Ricordo dui Victor De Sabato parlava correntemente quattro lingue. Oggi è già un miracolo ti direttore d'orchestra die parli altrettanto bene la sua propria lingua. I mtelprbtottpl erano quel sommo, e Furlwaengler e Bruno Walter». — Lei, americano, ha lavo- rato tanto nel. suo Paese quanto In Europa. A vantaggio di chi è il confronto tra i due continenti? ' •■Adesso comincio a credere die sia a vantaggio dell'Europa. Qui è meno difficile il rinnovamento delle idee culturali. Il teatro di prosa, il teatro d' opera lianno concezioni modernissime, come certe trovate, per la popolarizzazione della grande musica. Poi la sovvenzione dello Slato aiuta, poi le sponsorizzazioni private si fanno più frequenti. LI è tutto programmato.-Qui c'è magari improvvisazione. Ma l'elasticità offre spesso i risultati migliori». — Ha rimorsi d'artista? 'Compongo musica ironica, maliziosa, occhio di triglia. MI diverto, ma vorrei creare un' opera seria e importante. Un giorno, chissà.:. Per ora, mi riesce più semplice, scrìvere. Sto lavorando a due libri. Uno, naturalmente, . di memorie e aneddoti delia mia vita». — L'altro è un romanzo? « Una specie di novella, molto drammatica. E', la storia di un tipo troppo dolalo, troppo geniale, che vede troppo, e perciò soffre troppo e alla fine «iene punito dal destino per aver capilo troppo. Come succede spesso». Albert0 sinlgaglia, i AH» ■• < I .orin Maa/.cl: ha debuttalo nella musica nel 1939, a 9 anni. !/> aspettano incisioni con 1? Filarmoniche di Berlino c Vienna