Una talpa involontaria ha rischiato di fare fallire I'«operazione Elena» di Vincenzo Tessandori

Una talpa involontaria ha rischiato di fare fallire I'«operazione Elena» Come si è giunti all'arresto della banda e alla liberazione della bimba Una talpa involontaria ha rischiato di fare fallire I'«operazione Elena» DAL NOSTRO INVIATO LUCCA — Una talpa, involontaria quanto sciocca, ha rischiato di bruciare il blitz conclusosi, venerdì scorso, con la liberazione di Elena Luisi, la piccina rapita a Lugllano di Lucca nella notte fra 1116 e il 17 ottobre. Un maresciallo dei carabinieri, «un piegane maresciallo con poca esperienza», comandante la stazione di un paese in provincia di Ferrara, come altri sottufficiali giovedì scorso aveva ricevuto l'ordine di fermare per controllo «alcune auto». Nell'elenco, la Maserati blu intestata a Francesco Chiilè, il capo dei balordi che avevano preso la piccola, fratellodel direttore c\el carcere di Ferrara, dott. Antonino Chiilè, buon amico del graduato. Preoccupato o, come si sostiene ora, soltanto incuriosito, 11 sottufficiale ha telefonato alla prigione per chiedere che cesa avesse provocato le ricerche. Da quel momento per gli Inquirenti è iniziata una folle corsa contro 11 tempo perché non c'era garanzia che 11 sospettato non fosse stato avvertito. Cosi, una volta localizzato sulla Volvo dell'amica, Raffaella Fornasler, è stato deciso l'arresto. Purtroppo altre due persone erano riuscite a evitare le manette e il rischio era che potessero dare l'allarme. Ancora: se a Chiilè non fosse stata scoperta, mentre tentava di nasconderla dietro lo schienale dell'auto, la foto Polaroid di Elena, la «prova di vita», forse il balordo avrebbe avuto buon gioco nella difesa e l'operazione sarebbe naufragata. «JJ' andata bene, per fortuita», ammettevano ieri alcuni inquirenti. Ma il rischio era stato grande e reale anche se il sostituto procuratore Umberto Palma, di Ferrara, ha smentito di aver preso provvedimenti nel confronti del sottufficiale chiacchierone. «£' stata una leggerezza», è stato il commento. Un'inchiesta, invece, sarebbe stata decisa dall' Arma. E un'inchiesta rapida conduce la magistratura contro i rapitori. Cinque sono i responsabili maggiori e dovranno rispondere di una cospicua serie di reati: sequestro di persona a scopo di estorsione, violazione di domicilio aggravata; lesioni volontarie aggravate; detenzione e porto abusivo d'arma. Rischiano, st sottolineava ieri a Lucca, una condanna a t reni'anni. La fisionomia della banda non è incerta, dicono I carabinieri. I responsabili direttamente coinvolti in questa sporca, odiosa storia, oltre a Chiilè sono Egidio Piccolo, Oaetano Fugazzotto, Luigia Mazzeo e suo fratello Mariano, Salvatore Alacqua. Oli al¬ tri, sembra, hanno ricoperto ruoli assai meno importanti, come più sfumata appare la responsabilità di Carmela Italiano, moglie di Alacqua, che ha portato n niccola nell'isola di Vulcano, «ma di malavoglia., come avrebbe sottolineato più volte. Ed estranea alla banda risulterebbe anche l'avvenente Raffaella Fornasler, 27 anni, di Casale sul Slle (Treviso), considerata «la donna del capo». Sembra finalmente felice, Elena, e si spera nell'udienza pontificia. Già è annunciata una gran festa, a Lugllano, per giovedì 8 dicembre, girano dell'Immacolata, e la benda, forse, suonerà anche la «Canzone ninna nanna», composta per ricordare la liberazione dal maestro fiorentino Domenico Crltelll, solista di organo elettronico. Vincenzo Tessandori

Persone citate: Alacqua, Antonino Chiilè, Egidio Piccolo, Elena Luisi, Luigia Mazzeo, Oaetano Fugazzotto, Raffaella Fornasler, Salvatore Alacqua, Umberto Palma

Luoghi citati: Casale, Ferrara, Lucca, Treviso