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Arrestati 24 rapitóri diHeìneken L'industriale della birra sequestrato tre settimane fa e liberato ieri i Arrestati 24 rapitóri diHeìneken Sono olandesi, quasi tutti imparentati tra loro - Si cercano altri tre banditi - Una prigionia «in condizioni medioevali» L'AIA — Il miliardario' Freddy Heineken, 61 anni, e 11 suo autista Ab Doderer, che erano stati rapiti 21 giorni fa nel pieno centro di Amsterdam, sono stati liberati dalla polizia. Ventiquattro, persone, quasi tutte imparentate tra di loro, sono state arrestate in una vasta operazione condotta prima dell'alba di ieri. Fra gli arrestati ci sarebbero tre dei «cervelli» della banda, composta interamente da persone di nazionalità olandese. Alcune di loro erano già note alla giustizia. Gli agenti hanno recuperato anche circa due miliardi di lire del riscatto che un funzionarlo di polizia aveva portato la notte di domenica scorsa, seguendo le istruzioni dei' banditi, in una località situata nei pressi della città di Utrecht, Non è stato rivelato 1' importo esatto della somma versata, ma si parla di 15 miliardi di lire. Resta incomprensibile perché 1 sequestratori, dopo avere incassato 11 denaro, non abbiano liberato subito 1 due ostaggi, permettendo cosi alla polizia di arrestarli 48 ore dopo. La brillanteoperazione, diretta dall'ispet¬ tore capo Kees Sletsma, il quale ha ricevuto le congratulazioni pubbliche del sindaco e del capo delle forze di polizia di Amsterdam, è stata resa possibile da una lettera anonima che ha richiamato l'attenzione degli inquirenti (sul rapimento sono giunte oltre 700 segnalazioni) per la precisione del dettagli forniti. Il miliardario e 11 suo autista sono provati, ma in buone condizioni di salute; ora riposano nella villa dell'industriale a Noordwijk e incontreranno i giornalisti soltanto nel prossimi giorni. Per il momento, godono la ritrovata libertà, l'affetto delle famiglie e i regali e 1 mazzi di fiori che a centinaia sono stati loro inviati da amici e conoscenti, fra i quali i reali d'Olanda. Heineken e il suo autista furono rapiti alle 7 di sera del 9 novembre da cinque banditi mascherati. La direzione dell' azienda annunciò subito che avrebbe pagato 11 riscatto, tanto più che il miliardario era assicurato contro 1 rapimenti; poi ci fu 11 silenzio stampa. La lettera anonima, ha detto ieri sera lo stesso Sletsma in una conferenza stampa, denunciava tre persone già sospette alla polizia e che erano scomparse dal giorno del sequestro. Il trio è stato rintracciato: si riuniva vicino a una segheria in disuso a Haven Vest, a Nord di Amsterdam, in una zona poco frequentata. E' sorto 11 sospetto che 11 fosse detenuto Heineken. I tre sono stati pedinati, domenica uno è stato visto in un ristorante dove ha ordina¬ to due pranzi «confezionati». Il sospetto è diventato quasi certezza. La sera stessa, seguendo le istruzioni impartite dai banditi alla direzione della Heineken, un funzionario di polizia è salito in auto per consegnare il riscatto: un lungo viaggio attraverso mezza Olanda, una sorta di caccia al tesoro nella quale, a ogni tappa, veniva segnalata la successiva. Per 48 ore, però, dai banditi nessun cenno. Si è cosi deciso di fare scattare l'operazione. Nelle prime ore di ieri, gli agenti hanno fatto Irruzione nella segheria. Pareva abbandonata, invece c'era una porta mimetizzata in una parete. Nel capannone di lamiera — dieci metri per venti — hanno scoperto due celle di tre metri per tre, nelle quali, incatenati al muro e ammanettati («in condizioni quasi medioevall*, hanno detto) si trovavano 1 due prigionieri, al freddo e su materassi sporchi, con indosso soltanto 11 pigiama. Contemporaneamente, in un quadrilatero di territorio compreso tra Amsterdam, Den Helder, Heer Hghwaag e Zwanenburg, la polizia entrava In venti appartamenti e arrestava 24 persone, tra le quali alcune donne. Adesso, gli agenti'Stanno dando la caccia ad altri tre banditi, forse 1 veri capi, che sarebbero In possesso, se le indiscrezioni sul riscatto sono attendibili, di dieci o dodici miliardi di lire La loro identità è conosciuta e le speranze di arrestarli sono giudicate buone. Renato Proni