Le biografie danno voce alla storia

Le biografie danno voce alla storia Le biografie danno voce alla storia IL boom delle biografie die da qualche anno si registra in Italia merita una spiegazione. Che il genere incontri il favore del pubblico è indubbio: altrimenti gli editori non ne sarebbero cosi prodighi. Ma a che è dovuto tale favore? Si è ! ipotizzato che il motivo vada ricercato nell'indigestione cheè ! stata forzatamente provocata da un tipo di storia ideologiz1 zante o sociologizzante, i cui criteri portanti sono tutti concettuali e in cui si annegano e si perdono completamente di vista le Individualità, die invece sembra debbano essere ti vero oggetto dell'indagine e della ricostruzione storica. Non molto diversa è la spiegazione che ne ha tentato Alceo Rtosa introducendo il seminario su Biografia e storiografia promosso dalla Fondazione Q.Brodolinl e dall'Università di Milano, di cut vengono ora pubblicati gli atti. Per mosa, l'à• spiraetone ad accantonare ^dimensione teleologica delp. storia (con la quale, però, non et pare si possa confondete, come fa Riosa, lo storicismo, che è tutt'altra cosa) avrebbe favorito una più larga attenzione verso gli agenti storici, gli uomini e le motivazioni delle loro azioni. Anche se a questo punto, come avverte lo stesso Riosa, il discorso inizia solamente: quando si parla di agenti storici, fino a che punto si devono intendere glt individui e fino a che punto, invece, le forze collettive? Per Jean Romaln, studioso di questi problemi, la biografia ha diritto a un suo statuto distinto, che le derlvy dall'incrocio tra storia e psicologia. Ma anche qui il discorso resta aperto: ■ cosa significa penetrare la psicologia di un personaggio da ' parte dello storico, quali sono gli strumenti più idonei, quali sono i rischi che egli corre rispetto allo psicologo? Infine, l'o-, biettivo finale del biografo non è quello di afferrare l'identità ' del suo personaggio e basta, bensì di pervenire a spiegazioni ! di ordine più generale? Ma fino a che punto più generale? ■ Fino a che punto, cioè, una vicenda individuale, per quanto decisiva, può considerarsi esemplare? Al seminario hanno partecipato dodici studiosi, alcuni del | guati—come Renzo De Felice col suo Mussolini, Gabriele De Rosa col suo Sturzo, Rosario Romeo col suo Cavour — sono autori di biografie di grande rilievo, ed hanno perciò portato ; nel dibattito l'eco delle loro importanti esperienze personali. Il tema maggiormente al centro del seminario è stato quello relativo al nesso, aH'eguilibrio, alla ricerca di un legame ■ '.persuasivo tra l'individuo e lo svolgimento storico generale. I ' 'Più hanno sostenuto che nello scrivere una biografia il vero ; 'storico non si distacca sostanzialmente da quello che è un • metodo normale di fare storia, anche se forse per il genere biografico si richiede, In più, un certo particolare grado di [ sensibilità. Ma definire quest'ultimo fattore è tutt'altro che Come si vede, al livello di riflessione metodologica e pro: grammatica, le domande sono più numerose di quanto non siano sicure le risposte. Intanto, però, le biografie — ottime, buone, cattive—continuano a inondare il mercato librario. . Paolo Alatri ; «Biografia e storiografia» a cura di Alceo Riosa, Franco ; Angeli, 132 pagine, 10.000 lire. . Carr, Queen,

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