Chastel fa rivivere la nostra arte delle catacombe a Fellini
Ritorna l'importante «Storia» dello studioso francese Ritorna l'importante «Storia» dello studioso francese Chastel fa rivivere la nostra arte dalle catacombe a Fellini André Chastel è il grand patron della storia dell'arte in Francia e è un «Itallanisant» appassionato e devoto. Aveva vent'anni quando cominciò a girare l'Italia e questa storia è un po' il frutto di una lunga fedeltà, di un'attenzione continua ai fatti e alle cose d'Italia, di mezzo secolo di viaggi, di letture, di soste davanti alle opere. L'avrà forse appreso dal grande Foclllon di cui fu allievo, certo che Chastel ha un bel piglio di scrittore e una vasta tastiera: azzecca l'articolo breve, ma scrive con piglio sicuro e senza apparente traccia di fatica la grande opera. E in questo volume dall'aspetto denso, fitto, invitante troviamo la sua curiosità, la sua brillante chiarezza, la sua lunga familiarità con il nostro Paese. Questa impressione di /abbondanza e di concretezza viene confermata quando si sfoglia 11 volume e si vede come un quinto crittore di Trinidad n circa di queste ottocento pagine sia occupato da un apparato documentario singolarmente prezioso:, una bibliografia generale ricca ma bene utilizzabile perché costruita, organizzata e distribuita con intelligenza, un indice biografico degli artisti e un indice topografico che non si 11• mlta a rinviare alle pagine, ma che forniscono una sommarla informazione su ciascuno dei nomi citati come anche un bibliografia specifica. L'edizione francese conta anche una lista del principali musei d'Italia e una carta dei principali monumenti e non so se sia stato bene tralasciarle nella traduzione italiana. Perché questa storia non si propone solo di disegnare un profilo, di caratterizzare un percorso, una traiettoria, ma di essere in tutti i sensi un buon compagno, di viaggio, uno strumento da consultare, una guida, cosi come era stato nell'Ot¬ el mondo arabo ' 81 scopre a poco a poco che è difficile separare il1 vecchio testo dalle aggiunte, che l'Impianto primitivo ha retto bene e che ha ben sopportato gli Innesti di nuovi elementi, nuovi dati, nuove notizie. Perché alla persistenza della struttura si uniscono delle piccole modificazioni, degli incastri che permettono di rendere conto delle ultime acquisizioni, delle novità più recenti, che danno spazio a un discorso più disteso su certi. punti recentemente rivisitati, come per esemplo il neoclassicismo. Senza parere, con molta misura, Chastel ha saputo valersi di mille occasioni, di saggi, di monografie, di ' esposizioni (che non perda mal queste occasioni sa chi ve l'ha tante volte incontrato o chi segue i suoi articoli su Le Monde) che ab-1 blano apportato nuova lu- ' ce a questo o a quel punto, a questo o a quell'artista, a questa o a quell'area. Sor- • prende trovare improvvi- tocento il celeberrimo Cicerone di Jakob Burckhardt pubblicato nel 1860 e che conobbe innumeri edl'Zloni: «Istintivamente — dichiara Chastel — ne avevo adottato il ritmo veloce, l'attenzione per le classificazioni, l'intento di accrescere In ogni settore nomi, dati, riferimenti'. Vi troveremo un'ampia informazione, poca retorica, un'aggettivazione calibrata ed efficace, un'illu- ■ strazlone meditata, tanti schemi, alzati, piante, sezioni, cartine e mappe e un oculato montaggio di foto (non sempre rispettato nell'edizione italiana in cui si perde, tanto per fare un esempio, l'efficacissimo confronto diretto tra un busto della porta di Capua e uno di Giovanni Pisano). ' Infine fatti e discorsi precisi sulle tipologie, le tecniche, la storia culturale, politica e materiale del Paese, nei suoi tanti centri, nelle sue diverse uree e regioni.
Persone citate: Capua, Chastel, Fellini André Chastel, Giovanni Pisano, Jakob Burckhardt, Trinidad
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