Modena ora si pente e riabilita quel beffardo Delfini di Antonio Delfini

Un convegno sullo scrittore Un convegno sullo scrittore Modena ora si pente e riabilita quel beffardo Delfini MODENA — Si sta svolgendo alla Fondazione San Carlo, via San Carlo 5, un convegno di studi su Antonio Delfini. Sulla bocca degli amici. Antonio Dell ini era scherzosamente .il duca di Modena» per due ragioni. Primo, nato a Modena (1907). e destinato dopo lunghi soggiorni fiorentini e romani a morire a Modena (1963), tenne sempre molto a ostentare i suoi legami alla terra materna, e ne parlò in tanti libri. Secondo, ai temjii di Delfini non c'era a Modena e dintorni nessun altro clic potesse ambire a titoli di nobiltà letteraria locale, mentre di altre città non lontane, chi avrebbe potuto dichiararsi duca, conte o barone? Bastava andare a Parma per trovare tutto un ventaglio di Guarcschi e Bertolucci, Pietrine Bianchi e Bevilacqua... Dunque Antonio Delfini ebbe l'aureola del letterato in una città che non era affatto una capitale letteraria. Questo significò isolamento, incomprensione, quel nodo di rapporti e mancati rapporti che da Leopardi in poi si chiama odio-amore per il .natio borgo selvaggio». Ma prima ancora di avere l'aureola del letterato locale o nazionale Antonio Delfini ebbe l'ambizione di diventare un letterato, in modo appassionato, delirante. Al termine di una carriera letteraria che fu ricca di insuccessi, delusioni, amarezze. Delfini diceva di se stesso: -Non ero laureato, non ero andato a scuola, non sajicvo scrivere, e, nonoslantc. la mia vanità di credermi un individuo d'eccezione, dovevo considerarmi un povero stupido borghese ambizioso (e ambizioso di letteratura, che è la più bassa, lu più stupida e assurda ambizione che ci sia al mondoh- Un convegno su Delfini, che si tenga a Modena a venti anni dalla morte, ha dunque prima di tutto un valore di rivelazione per i modenesi, un valore di ri¬ Stcfan 1 leyni Con misura e ferocia in questo consistente e teso romanzo sono presi dì petto i problemi della verità in uno Stato totalitario: Heym non si la illusioni né ne consente ai lettori. Però, lui, emigrato negli Stati Uniti all'avvento di Hitler e tornato volontariamente nella Germania democratica, continua ad abitarci e a scrivere quello che gli ilare giusto. Certo, c'è un contrattempo. Non gli pubblicano più i libri che scrive da questa parte del muro, glieli pubblicano, invece nella Germania federale. Heym è un dissenziente per la pelle come Bòli. Forse nessuno dei due è toccato dalla grazia della poesia, ma sono scrittori accaniti. C'è un'indubbia grandezza anche nella loro pagina più goffa e più ruvida. E sanno comunicare il sentimento dell'ingiustizia per la divisione delle due Germanie, la commozione di ritrovarle a loro modo unite nel dissenso contro la sopraffazione compiuta dai vincitori. Ma questo è un altro discorso da affidare ad altri, in altre sedi. Qui, oggi, si doveva solo segnalare due romanzi, per l'esattezza, un lungo racconto e un lungo romanzo, due storie, ' insomma, degne di essere lette. Oreste del Buono Heinrich Bocll Il legato è, appunto, la missione di cui si sente caricato un reduce, il soldato Wenk; quello che nel libro si esprime in prima persona, rivolgendosi al fratello minore del tenente Schelling suo diretto superiore in guerra e dichiarato disperso. Wenk rivela al minore degli Schelling che non è più il caso di illudersi. Il fratello non tornerà i parazione. Ma peculiare della sorte di Delfini anche dopo morto è 11 fatto che la «riparazione» (se questa è la parola giusta) possa essere sentita come necessaria fuori dalle mura della città. Per alcuni autori italiani del Novecento entrati da decenni nel Parnaso delle antologie scolastiche, qualcuno può ancora nutrire dei dubbi, ma non si usa esprimerli. Per Delfini Invece, benché le sue opere siano finalmente approdate all'edizione critica che ne sta curando Cesare Garboli per Einaudi, molti hanno dei dubbi e li esprimono apertamente. Ancora il 30 ottobre scorso Federico Zeri ha scritto su La Stampa che per lui Delfini è -solo un caso di provincialismo asfissiati te-. Ritrailo di Delfini di (ìino Parenti Chi ha conosciuto Delfini facilmente immagina che dall'alto dei cieli egli consideri un privilegio questo fatto di non essere , ancora stato giudicato in modo unanime, questo fatto di costituire ancora un elemento di discordia. Anche in ciò la sua figura risulta eccezionale, elitaria. Ma per i critici letterari questa è una spina nel cuore. 1 critici letterari che hanno parlato ieri, e parleranno oggi e domani al convegno di studi modene¬ Bezzola/Chi è il vero padre del Manzoni, e altri saggi manzoniani di Bo,' Filippi.' Milani /Sgorlon ■ Il Governo Craxi e l'austerità: la festa è finita ■ L'elefante di Bruxelles e il coccodrillo di Strasburgo ■ Intervista con Francesco Forte ■ Il 'caso Ghersi' ■ Dove guarda l'America ■ Racconto inedito di Gustav Meyrink: Una lacrima bolognese ■ Due nuovi poeti lombardi ■ Trento sa salvare il suo patrimonio artistico ■ Lettera inedita di Manzoni se, sembrano avere in comune questa volontà di . riparazione». Sono al di sopra della mischia figure come quella di Carlo Bo. che ha sempre sostenuto l'altissimo, esemplare valore letterario di Delfini, definendolo una delle figure fondamentali del Novecento letterario italiano insieme a Carlo Emilio Gadda: e le testimonianze di altri personaggi variamente legati a Delfini, come Aurelio Roncaglia e Gianandrea Gavazzeni. Per altri critici (ne sono accorsi a Modena una buona trentina) ditendere la fama di Delfini vuol dire difendere i propri giudizi, la loro stessa scelta di essere intervenuti a questo convegno. Si spera che gli atti del convegno possano presto essere pubblicati. Sin d'ora è disponibile però un libro che già si può definire fondamentale. Pubblicalo da Vanni Scheiwiller, curalo da Cinzia Polliceli) e Andrea Palazzi, si intitola -AntonioDeliini. immagini e documenti- (pag. 120. lire 15 mila). Vale come catalogo della mostra documentaria su Deliini aperta fino al 20 dicembre nella palazzina dei giardini pubblici, allestita in modo ammirevole da Franco Vaccari. 11 volume esce nella stessa collana in cui Scheiwiller ne ha già pubblicato uno analogo su Camillo Sbarbaro e seguirà quello su Montale per la mostra che si terrà a Mantova nel prossimo dicembre. Per chi ancora non conosce Delfini le 90 immagini (fotografie, ritratti, manoscritti), le 200 schede di commento e di cronaca, e le bibliografie, per la prima volta attendibili e probabilmente definitive, costi■ tuiscono un'introduzione allo scrittore e al personaggio, ai libri e alla maschera, che vantaggiosamente può sostituire il viaggio a Modena, per chi non lo può fare o per chi non ha voglia di iarlo. Giampaolo Dossena Direzione: ,Via S<tn Marco. 16 • Milano - «» 02 669169 l Amministrazione: Via Dietro le Mura B. 11 • trento • "E* 0461 /983419 / Distribu2ione: MEPE Messaggerìe Nelle principali edicole e librerie pp. 100 L. 4.000 Una rivista di Cultura non di Potere A'M Wfi l.onccssionaria '■'*,'•;{"* nbbonameriti e fflPSSBp nuditti Gazzetta I 'fficiole Sit lone tlvlltt LA STAMPA Repubhlica Indiana Via Roma 80 Telefoni 517.958 535.833/4 - 535.113 CLASSICI DELLE RELIGIONI ' Le altre conlessioni cristiane" diretta da Luigi Firpo LA DOTTRINA DELL'ELEZIONE DIVINA dalla Dogmatica ecclesiastica di Karl Barth a cura di Aldo Moda Pagine 1106 con 6 tavole IUTET i