Carmelo Bene: faccio amare i poeti odiati a scuola

L'attore si confronta con Hòlderlin e Leopardi L'attore si confronta con Hòlderlin e Leopardi Carmelo Bene: faccio amare i poeti odiati a scuola suadevano i loro ascoltatori non tanto per i concetti ma con l'intonazione. E Zenone Cizico definiva la fané 'dialettica del pensiero,.. Poi, con la decadenza dell'orale e dell'analfabetismo, la cultura si è imbastardita, si è prodotto il guasto dell'informazione. Dove c'è informazione noti si può dar cultura: addio mistero, addio ignoto. La mia è una proposta inusualissima della spensieratezza, del depensamento, che dovrebbe marcare ogni grande teatro, dove non dovrebbe esserci più niente da capire. Non si può capire quulcosa che strappandosi dalla storia, dalla storia dell'io soprattutto. E' impossibile, ridicolo, riferire un testo, come fa sciaguratamente il teatro di prosa, miseria e noia mortale. La fonò, la musicalità liberano il lesto scritto, per rivisitarlo, ricrearlo originalmente. Nell'orale non può darsi rappresentazione. A meno che questo orale non sia un riferire lo scritto, e non un ferirsi con quello scritto. Io non riferisco poesia, lu cerco sera per sera: la poesia è nel suo farsi. Ecco perché l'insegna dei miei recital è ■sempre stata -poesia della noce — noce della poesia-. E' attraverso lu foné che lu poesiu trova il suo altrove. E lu voce recupera, nell'eco del testu, a sua volta, il suo altròve. HÒLDERLIN e Leopardi: non è un tandem occasionale. A questi due grandi poeti, le voci più alte della poesia moderna, hanno dedicato studi comparati filosofi e filologi. Che cosa li idea- è un'espressione leopardiana, felicissima. Tutta la sua opera è costellata di queste mancanze. di questi mancamenti II dolore della scissione in Leopardi ha un colore e in Hòlderlin ne ha un altro. Ma in entrambi c'è la lacerazione della separatezza. Che diventa poi concordia: per Leopardi nella morte, nell'auspicio della morte: per Hòlderlin nella follìa. E ad accomunare i due poeti sono anche i -difetti-. Chi rimprovera a Leopardi arcaismi, e arcadismi, potrebbe rimproverare a Hòlderlin certo suo tono stanca¬ unisce? Busta guardare al di là del pessimismo facile, d'accatto. Certo, il mondo leopardiano, l'idea della morte, la natura matrigna, la giovinezza perduta, ci appartiene, riguarda tutti. Ma Leopardi è anche il cantore delle finestre delle donne estinte. Si potrebbe obiettare che in Hòlderlin queste finestre sono vuote, non tanto perché le donne sono estinte, ma assenti, cioè, sono idee, che non devono poi realizzarsi, non hanno da trovar verifica nella Dito. Ma Leopardi questo lo cunta in Aspasia. nell'Ultimo canto di Saffo. L'idea, -l'amorosa Carmelo Bene

Persone citate: Carmelo Bene, Leopardi, Zenone Cizico