Saggistica: di Luciano Gallino
[Saggistica: [Saggistica: IN meno di vent'anni si sono verificati, nelle società occidentali, imponenti movimenti collettivi rivolti prima ai consumi privati, poi all'impegno pubblico — il mitico '68, i roventi Anni 70 — per rifluire di recente nei piaceri del privato. La spiegazione di simili movimenti viene cercata di solito in fattori macroscopici, come i problemi politici ed economici interni, la situazione internazionale, la paura della bomba. Ma quali sono-le ragioni concrete, il quotidiano bilancio di costi e benefici che inducono un individuo a perseguire per un certo periodo anzitutto i suoi interessi privati, per un altro ad impegnarsi nell'attività pubblica, e infine a rifuggire da questa rifugiandosi una volta ancora nella sfera personale del lavoro e degli affetti? Albert Hirschman, un economista che da tempo applica con successo gli schemi della teoria del consumatore alla spiegazione dei più diversi tipi di comportamento sociale, risponde alla domanda costruendo una teoria del ciclo privato-pubblico e ritorno. Dall'impegno pubblico, come dal perseguimento degli interessi privati, le persone traggono soddisfazioni che non sono né possono essere costanti. A volte l'individuo scopre che non sono cosi grandi come si aspettava; altre volte, che i costi da sopportare per produrle sono eccessivi. In ogni caso le soddisfazioni ricavate dall'essere nell'uno o nell'altro stato, immersi nel privato o impegnati nel pubblico, sono soggette a logoramento, allo stillicidio delle delusioni, all'attrito d'una realtà che si immaginava stabile e che è invece in mutamento continuo. Negli Anni 60, si sa, la corsa al pri-. vato prese soprattutto forma d'accumulazione di beni di consumo, fossero essi oggetti materiali, durevoli o non durevoli, oppure servizi. Secondo Hirschman, la delusione che segui rapidamente a tale accumulazione sa tende a spingerlo o verso l'estremo di un impegno eccessivo, anzitutto in termini di tempo, oppure — alle formazioni politiche non place chi si dà troppo da fare — verso l'estremo opposto di un impegno del tutto marginale. L'alternativa consiste nel rinunciare ad avere un'esistenza privata, o nel mettere da parte le speranze di realizzarsi come persona meglio nel pubblico che non nel privato. La corruzione, nota Hirschman, è uno degli sbocchi più comuni dell'insoddisfazione derivante da un mal riuscito impegno nei pubblici affari. Corrotto perché deluso, l'individuo trova poi nella corruzione dell'ambiente un ulteriore motivo di disaffezione, e il suo ciclo si compie con una nuova immersione nel privato. Ma non sono soltanto motivazioni negative a spingerlo, poiché nel corso del suo impegno pubblico egli ha riscoperto che la ricerca dell'agio personale, la creazione di ricchezza In senso lato, può dare soddisfazioni maggiori che la ricerca del potere. Come avviene con tutte le interpretazioni generali del comportamento sociale che scelgono la strada della presentazione brillante quanto succinta — tecnica di cui 11 nostro è maestro, come mostra il successe! internazionale del suo saggio più noto, Lealtà defezione protesta (1970) — 1 rischi di forzature storiche e metodologiche che l'autore corre non sono pochi. Ma gli va ampiamente riconosciuto il merito di rompere, si spera in modo definitivo, lo schema moralistico per cui, di stagione in stagione, solo il privato o solo 11 pubblico è bello. Oli individui reali sembrano vivere e sopravvivere meglio se in diversi periodi della loro vita alternano l'uno e l'altro. Luciano Gallino Albert O. Hirschman, «Felicità privata e felicità pubblica», II Mulino, 152 pagine, 12.000 lire.
Persone citate: Albert Hirschman, Albert O. Hirschman, Hirschman
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