Lavia: «Con il mio Don Carlos accendo la guerra dei giovani contro i vecchi»

La via: ce Con il mio Don Carlos accendo la guerra dei giovani contro 8 vecchi» L'opera di Schiller debutta domani a Pisa con Garrani e la Guerritore La via: ce Con il mio Don Carlos accendo la guerra dei giovani contro 8 vecchi» FIRENZE — Domani, al Teatro Verdi di Pisa, debutta in prima nazionale il Don Carlos di Schiller, con la regia di Gabriele Lavia. Fra gl'interpreti principali, oltre allo stesso Lavia. Ivo Garrani e Monica Guerritore. I costumi sono di Andrea Viotti, le scene di Giovanni Agostinucci, le musiche di Giorgio Carmini. Lo spettacolo sarà replicato fino al primo dicèmbre. ' -Non ho scej.tp.dt .{are. un nuovo testo di Schiller perché con I masnadieri, dello stesso autore, ho avuto un buon successo due anni fa — afferma Lavia. — Anzi, in un primo momento, avevo pensato di mettere in scena I sequestrati di Altona di Sartre, ma poi ho sapulo clw lo vuole fare Patroni Griffi. Mi sarebbe piaciuto anche La vita è sogno di Calderon de la Barca, ma lo ha preso Ronconi. Così, spinto a nelle da alcuni amici, ho deciso per il Don Carlos, un'idea che avevo da alcuni anni-. — Quali sono le particolarità del suo Don Carlos? -Nella traduzione clic ho fatto, ho cercato di forzare il rapporto tra padre e figlio, tra vecchi e giovani. Tengo a sottolineare che si tratta di una forzatura, non di un tradimento, che ha lo scopo di far accettare meglio quest'opera daìpubblico-. — Aveva mai fatto prima il Don Carlos? -Si. circa ventanni fa, appena uscito dall'Accademia. Fu al Teatro romano di Verona, sotto la regìa di Sbragia-. — Quello spettacolo, in cosa si differenziava da questo? -E' molto diverso. Oggi, quello che m interessa è far vedere la gerontocrazia spirituale, ma anche fisica, attaccata al potere, ma con il giovane che alla fine vince. Ventanni fa. da giovane attore, stavoattento solo alle mie battute-. — Lei lia fatto regia teatrale, regia lirica e cinema: cosa le piace di più? -Ho fatto anche della televisione. Quattro cose diverse, quindi, e tutte co» grandi soddisfazioni, ma anche con grandi dolori. Dovendo scegliere, direi la regia teatrale, ma anche il cinema, die per me è quasi un'amante a cui ogni tanto mi piace tornare, anche se questo è un Paese che non dà spazio a chi vuol lavorare seriamente nel campo cinematografico-. — A cosa si riferisce in particolare? -Fanno II petomane, e magari nessuno va a vederlo, pensando che sia questo il sistema per rilanciare il cinema italiano. Io ho presen ta lo II principe di Homburg, e non so perché me l'hanno fatto fare, forse per errore-, — Torniamo al Don Carlos: quanto dura lo spettacolo? -Si tratta del testo più lungo che sia stalo scritto per il teatro, dopo il Faust di Goethe. Naturalmente, ho tagliato molto, più di vieta. Qualcuno mi ha suggerito di tagliare ancora, ma mi sembrava di stravolgere troppo il testo. Cosi lo spettacolo dura tre ore e messo-. — Una durata impegnativa sia per gli attori, sia per gli spettatori. -Anche I masnadieri duravano tic ore e messo, e il pubblico ha retto benissimo-. — Dopo il Don Carlos, che cosa ha in programma? -Farò la regìa de La donna vendicativa di Goldoni, con Franca Valeri e Gigi Bonagura; poi la regìa de I lombardi alla prima crociata per la Scala di Milano; in estate, dovrei fare /'Orestea al Teatro greco di Siracusa-. — E il cinema? • Ho in programma anche quello, ma è ancora presto per parlarne. Come le ho detto, è un'amantc'a cui ogni tanto mi piacciornare. Francesco Matteini

Luoghi citati: Firenze, Milano, Pisa, Siracusa, Verona