Bonn, accusa di corruzione al ministro dell'Economia di Mario Ciriello

Bonn, accusa di corruzione al ministro dell'Economia Per lo «scandalo Flick», ora si decide deirimmunità Bonn, accusa di corruzione al ministro dell'Economia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — «La magistratura intende incolpare il deputalo Otto Lambsdorff di corruzione-. E cosi lo «scandalo Flick» è scoppiato: la dichiarazione della Procura chiude finalmente mesi, anni di voci e congetture, e innalza il sipario su uno spettacolo senza dubbio drammatico, un processo all' attuale ministro liberale dell' Economia. Nulla potrà essere fatto, ovviamente, prima che il Parlamento tedesco abbia revocato l'immunità del conte von Lambsdorff, e a tale fine la Procura ha già invitato il presidente del Bundestag ad avviare la necessaria procedura. Al di là del fatto giudiziario, c'è il fatto politico. Un miniWatergate, gelido e rovente allo stesso tempo, ha investito questa sponda del Reno. E' la prima volta nella storia della giovane Repubblica Federale che un ministro sta per essere incriminato per «corrasione», un reato che questo codice penale può punire con tre e più anni di carcere. Non basta, accusati con Lambsdorff sono due altri ex-leader liberali, Hans Friderichs e HorstLudwig Riemer. E, con un'iniziativa del tutto inattesa, la Procura ha aperto un'inchiesta sul ministro degli Interni Friedrich Zimmermann, sospettato di «complicità in una frode fiscale». Il «caso Zimmermann» non ha nulla a che fare con lo «scandalo Flick-; tuttavia, la simultanea evocazione di tanti e tali intrallazzi, sia pure, presunti, ha scosso il governo Kohl con brutale violenza. Il leader dell'opposizione socialdemocratica Hans-Jochen Vogel ha subito chiesto in Parlamento le dimissioni di Lambsdorff. Kohl deve agire e rapidamente. Lambsdorff occupa un posto chiave, e la sua reputazione è sempre slata tanto alta che, da vari giorni, il timore di un uomo nuovo al vertice del dicastero contribuisce alla debolezza del marco. Kohl non cadrà, ma vivrà momenti tempestosi. Al centro dello «scandalo Flick-, la più potente holding privata della Germania, un vero colosso, vi sono pingui sgravi fiscali: quelli che due ministri liberali dell'Economia avrebbero concesso alla società tra il '75 e l'80, quando vendette il 29 per cento del suo pacchetto nella DaimlerBenz e investi la somma in America. Secondo la Procura, l'ex-vicepresidente della holding Von Brauchitsch «fece pervenire 375 mila marchi in contanti (oltre 200 milioni di lire) all'ex ministro dell'Economia Hans Fridericlis e 135 mila (oltre 80 milioni di lire) al suo successore Otto Lambsdorff per influenzare le loro decisioni su uno sgravio fiscale nel reinvestimcnto del miliardo e 900 milioni ottenuti con la vendita delle azioni Daimler-Benz». In cambio dei 375 mila marchi a Friderichs e dei 135 mila a Lambsdorff, somme che sarebbero finite tutte nei forzieri del partito liberale, la Flick avrebbe ottenuto sgravi tra i 450 e i 900 milioni di marchi, 250-500 miliardi di lire. Un reato per il quale la Procura vuole adesso la condanna non soltanto di Friderichs (dimessosi subito, ieri, dalla presidenza della Dresdner Bank) e di Lambsdorff, ma anche di Riemer, ex ministro liberale dell' Economia del Land Renania del Nord-Westfalia; di Manfred Nemitz, ex amministratore della Flick, e di Eberhard von Brauchitsch, suo vicepresidente. Nato nel "26 ad Aquisgrana, Lambsdorff discende dai cavalieri teutonici che colonizzarono la Lettonia nel XIII secolo. Aristocrazia genuina. Suo padre fu ufficiale dello Zar: un leone e un grifone dominano lo stemma di famiglia. Mario Ciriello

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