A Campione le banconote di 5 sequestri di Clemente Granata

A Campione le banconote di 5 sequestri Un'altra conferma dei collegamenti fra mafia e case da gioco A Campione le banconote di 5 sequestri Quelli di Alfredo Antico, Gaby Kiss Maertìi. Renato Armellini, Mario Airaghi c Paolo Alessio - Consigliere di Sanremo collabora alle indagini DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Dal Casinò di Campione d'Italia giunge una notizia che pare confermare lo stretto collegamento tra mafia, sequestratori di persona e case da giuoco come luogo di riciclaggio del denaro sporco proveniente dai rapimenti. La Guardia di Finanza ha trovato infatti tra il denaro sequestrato nel Casinò (si parla di 5 miliardi di liquido cui si devono aggiungere 5 miliardi in assegni) alcune banconote che lurono consegnate per la liberazione dei sequestrati nel corso dei rapimenti di Alfredo Antico di Reggio Calabria, Gaby Kiss Maerth di Como. Renato Armellini di Roma. Mario Airaghi di Milano e Paolo Alessio di Moncalieri. Al centro dell'altro capitolo dell'inchiesta milanese su malia, tavoli verdi, faccendieri corruttori e (forse) importanti uomini politici corrotti, il capitolo riguardante il Casinò di Sanremo, si pone un pentito o qualcuno che gli assomiglia: quel' Roberto Andrcaggi. t.rentaseienne. consigliere de al Comune di Sanremo, già membro della commissione aggiudicatrice dell'appalto del Casinò dei Fiori in carcere per corruzione, atti contrari ai doveri d'ufficio, violazione della legge sul finanziamento pubblico del partiti. Andrcaggi («// Bambino*, come lo chiamavano quelli del clan criminoso di cui avrebbe fatto parte, non sappiamo se per sottolinearne la sprovvedutezza o altre note caratteriali), ha parlato parecchio davanti ai magistrati, ha lanciato accuse a destra e a manca, riferito circostanze. E avrebbe anche latto nomi di politici che contano come quello del sottosegretario al Tesoro Manfredo Manfredi; uomo di punta della democrazia cristiana in Liguria. Si dice che il nome di Man1 redi sia venuto fuori quasi al termine dell'interrogatorio cui Andrcaggi fu sottopostola settimana scorsa. L'inquisito avrebbe fatto un'ammissione di questo tipo: si, ho. sentito dire che c'èra un miliardo e mezzo a disposizione dei politici e in generale di coloro che in modo direno o indiretto si sarebbero adoperati per favorire Michele Merlo nella gara d'appalto per la gestione del Casinò di Sanremo; una parte modesta di quella somma, circa 20 milioni, era destinata al sottosegretario democristiano, quale aiuto per il finanziamento della campagna elettorale. Accusa clamorosa e gravissima che i magistrati intendono vagliare in modo rigoroso, cercando di individuare tutti gli elementi obiettivi che possano darle una base di attendibilità. E' chiaro che non basta l'affermazione di un imputato, occorrono ben altre prove anche per quanto si rilerisce al dolo. La procura della Repubblica per ora non conferma ne smentisce di aver chiesto l'autorizzazione a procedere nei confronti del sottosegretario per i reati di corruzione e di violazione della legge sul fiiianzilunciitÒ'pùbbiVco dei partiti. Gl'inquirenti in Queste òro stmstfrdMcqbcitcsdmapgezrmgmvpms stanno valutando lutto il materiale raccolto. Tra gli elementi di prova pare che esistano anche alcune intercettazioni telefoniche di colloqui fra Stelano Acclnelli, assessore all'Urbanistica di Sanremo, democristiano, e Michele Merlo, entrambi accusati anche di associazione per delinquere di tipo mafioso. Sarebbero intercettazioni molto compromettenti. E' probabile inoltre che già oggi i magistrati vogliano ascoltare per la seconda volta tutti gli amministratori e il personale tecnico del Comune di Sanremo c i membri della commissione aggiudicatrice dell'appalto per la gestione della casa da gioco. 1 magistrati desiderano evidentemente dar concretezza all'intera ipolesi accusatoria, che potrebbe essere formulala nei termini seguenti. La mafia .siciliana per allargare il pròprio controllo sul mondo delle case da giuoco ha voluto crearsi una rete di complicità e ha messo in moto uomini di fiducia. Uno di questi sarebbe stato Michele Merlo, maggiore azionista della Sit. la società che nell'Inverno scorso contese alla «Flowcr's Paradise» del conte Borletti la gestione del Casinò di Sanremo. E' noto che dopo vicende complesse e dopo una serie dì ricorsi la Sit riuscì alla fine a prevalere. In qual modo? L' ipotesi è appunto che Michele Merlo, «uomo di paglia», dietro il quale agivano le organizzazioni mafiose, e l'altro azionista della Sit, Marco Tullio Brighina abbiano stretto rapporti con uomini politici di Sanremo. Il primo contatto sarebbe stato stabilito con 1' assessore all'Urbanistica Stelano Acclnelli, il quale è in carcere per associazione mafiosa. Acclnelli si sarebbe rivolto a Roberto Andrcaggi, membro della commissione aggiudicatrice. In effetti fu pròprio Andrcaggi a protestare nel modo più vibrato contro la concessione della gestione del Casinò al conte Borletti. Le proleste misero in moto i meccanismi dei ricorsi amministrativi in conseguenza dei quali la concessione fu tolta a Borlotti e assegnata definitivamente alla Sit. Di qual natura poi siano sluti i rapporti tra Andreaggi e Manfredi e se quei rapporti davvero si siano stabiliti è ancora materia d'Indagine. Nel frattempo la Guardia di Finanza ha proseguito le indagini relative al Casinò di Campione d'Italia. Oltre al sequestro delle banconote provenienti dai rapimenti, di cui s'e detto, ha proceduto al sequestro di 150 conti bancari sui quali si svolgono ora verifiche incrociate che hanno come punto di riferimento la Cassa San Giacomo di Callagirone e la Banca Amadeo di Como. Altri sequestri hanno riguardato a Caselle il .Piper» sei posti di Lucio Traversa, presidente della società che gestiva il Casinò di Campione, e a Milano le azioni della Aster, specializzata in componentistica militare. Uno degli azionisti della Aster era Michele Merlo. Sembra dunque dbe lo.varie inchieste alla fine trovino un pùnto di contatto. .Clemente Granata