I tombaroli della domenica di Remo Lugli

I tombaroli della domenica Il patrimonio archeologico insidiato dagli scavatori clandestini I tombaroli della domenica Un tempo c'erano solo gli specialisti di questo genere di furto, ora si sono aggiunti personaggi che si dedicano a questa attività soltanto nei giorni festivi e prefestivi DAL NOSTRO INVIATO ROMA — Gli etruschi dormono il loro sonno, non tranquillo, in centinaia di migliala di tombe sparse su un'area di almeno cinquemila chilometri quadrati, quella della grande Etrurla meridionale, cioè l'Intera provincia di Viterbo e la parte settentrionale della provincia di Roma. Aveva centri di grande, importanza come Cerveterl, Tarquinia, Vulci, Velo. Cerveterl fu forse il maggiore per lo sviluppo commerciale: la città estesa 150 ettari, la necropoli addirittura mille ettari. L'arco temporale degli etruschi va dall'8° al 2° secolo avanti Cristo. Considerando che ognuno di quel centri aveva all'incirca una popolazione di 25 mila abitanti e che in ogni secolo si sono avvicendate quattro generazioni, si ha un totale di settecentomila individui In 700 anni per ogni località. Anche tenendo conto che le tombe erano per lo più a carattere familiare e quindi ospitavano più di un defunto, si ha ugualmente un numero imponente. Attraverso 1 rilievi fotografici a raggi infrarossi che pos sono individuare solo le tombe non più profonde di quattro metri se ne sono contate oltre 24 mila nella sola zona di Tarquinia. Un valore Inesti mablle anche se, va sottolineato, non tutte le tombe etrusche contengono vasellame, monili. 8pesso gli oggetti offerti come corredo al defunto erano Insignificanti da! punto di vista del materiale e delia manifattura. A Tarquinia, comunqpe, spesso le tombe avevano le pareti dipinte, quindi erano di indubbio valore artistico. Ricerche, e studi vanno avanti, con passo lento, cauto, ma fruttuoso. La dottoressa Paola Pelagatti, soprintendente àrcheologa per l'Etrurla meridionale, spiega che, grazie al fondi del «progetto speciale Etrurla» voluto da Scotti quando era ministro del Beni culturali, si sta scavando per cercare di Individuare le città antiche di Cerveterl e di Tarquinia. «Mettiamo a frutto i risultati delle indagini svolte per dieci anni dalla Fondazione Lericl con i sistemi della prospezione geofisica — dice la dottoressa Pelagatti —. Sulle tombe sappiamo molto, mentre invece abbiamo ancora tanto da scoprire sulla organizzazione urbanistica e la rete stradale». Con 1 due miliardi destinati dal progetto speciale all'Etrurla meridionale (altri due sono stati stanziati per l'Etrurla settentrionale che fa capo alla soprintendenza di Firenze) s) cura anche la manutenzione delle tombe già aperte. Molte sono ancora da definire Presso la sede della Soprintendenza, a Villa Oiulia. è attivo un laboratorio di restauro. Attualmente 1 due restauratori, dottoressa Boltani e dott. Galeotti, si stanno dedicando al reperti di una tomba principesca aperta tre anni fa a Monte Michele, nel territorio di Velo, nella quale un'urna cineraria di bronzo poggiava su un carro a quattro ruote. Le parole non ingannino, non suggeriscano Immagini di perfetta conservazione e di sfarzo. No. Il soffitto della tomba era crollato, il legno del carro era presente solo in tracce, c'erano Invece 1 cerchi delle ruote, In ferro, mentre il bronzo era diventato minerale, fragilissimo al solo toccarlo. Sono state necessarie tecniche sofisticate con resine acriliche per 11 consolidamento e il distacco del bronzo. Ad esemplo, per portar via un flabello, cioè un ventaglio in lamina di bronzo decorata a sbalzo, che misura 35 centimetri per 40, si è portato fuori un blocco di tufo di cento chili. Lo scavo della tomba è durato due mesi, il restauro dura da tre anni Si accennava all'inizio al sonno non tranquillo degli etruschi. Dicono alla Soprintendenza che il numero dei tombaroli è in aumento. Un tempo c'erano solo gli specialisti, i professionisti di questo ■genere di furto, per lo più disoccupati o contadini. «Or/m — dice la dottoressa Taglia- •cozzo, collaboratrice della dottoressa Pelagatti — ci sopo i tombaroli della domenica, per lo plU impiegati, che si dedicano a questa attività nel giorni festivi e prefestivi. 1 tombaroli purtroppo non hanno la sanzione sociale che ha un ladro e chi compera il pezzo rubato in una tomba non si vergogna, anzi, spesso se ne vanta. Liter clandestino è ■quello solito, dei ricettatori, \taluni collegati con la Svizzera o l'Olanda. A Basilea si fa •un 'asta famosa i cui pezzi per la gran parte sono stati trafugati in Etruria». Ci sono, in sede nazionale, due nuclei Tpa, tutela del patrimonio artistico, della Finanza e del carabinieri. Ma non hanno molti mezzi, sono soprattutto incisivi per quanto riguarda il recupero, dopo il furto. Ad esempio, l'arma del carabinieri, dal 1967 al 1982, ha recuperato oltre 235 mila oggetti d'arte, fra cui 57 mila reperti archeologici. Per prevenire la profanazione delle tombe occorrerebbero molti uomini, una impresa impossibile. «Non volete più furti nelle tombe? —chiede un tombarolo professionista della clandestinità —. Ho io da farvi una proposta interessante, utile a voi e a me-. La sentiremo nel prossimo articolo. , Remo Lugli

Persone citate: Boltani, Galeotti, Monte Michele, Paola Pelagatti, Pelagatti, Velo