Disarmo, dalla Chiesa un'«offensiva di pace» di Marco Tosatti
Disarmo, dalla Chiesa un'«offensiva di pace» Per riavvicinare Usa e Urss dopo la rottura di Ginevra Disarmo, dalla Chiesa un'«offensiva di pace» CITTA' DEL VATICANO La Santa Sede opererà separatamente presso Usa e Urss {per ricreare le condizioni del .dialogo, ma una «mediazione diretta», del tipo per intenderle! di quella condotta fra Argentina e Cile per la controversia delle isole del canale di Beagle, è esclusa. Questo è 11 chiarimento che è stato possibile raccogliere ieri In ambienti vaticani, preoccupati che alle dichiarazioni del segretario di Stato, card. Agostino Casaroli, sia stato attribuito un significato diverso dalla realtà. «Non si pensa neanche per sogno a qualcosa di istituzionale — ci è stato detto ieri —e lo stesso cardinale Casaroli ha parlato, molto chiaramente, di una mediazione di verità, non di una mediazione in senso tecnico.. Ma la Chiesa non lascerà nulla di Intentato per far si che le due superpotenze tornino a sedersi allo stesso tavolo, a discutere di armi, pace e guerra. E' un'affermazione risuonata più volte sulle labbra del Papa, e che ci viene confermata In termini molto pratici. In concreto, che cosa farà la Santa Sede, escludendo le ipotesi più affascinanti, ma a quanto sembra non fondate, di un viaggio del segretario di Stato, o del Pontefice stesso, ' presso 1 due potenti? La diplomazia vaticana, grazie ai suoi canali, farà opera di convincimento e di pressione, separatamente, presso Usa e Urss cercando di illustrare a entrambi 1 possibili spiragli d dialogo o di Intesa presenti nelle posizioni finora ragglu n te. Per esemplo, parlando cor Mosca avrà cura di mettere Ir luce quanto ci può essere di interessante nella proposta statunitense, e viceversa. n punto di partenza pei quest'offensiva eccleslastict di pace è dato da una consta tazione : né l'una né l'altra superpotenza possono permet tersi 11 lusso di una «mancan za di pace». Secondo la Santa Sede è possibile ottenere un risultato positivo, e forse se cosi non fosse il segretario di Stato non avrebbe reso pubblica l'Intenzione della Chiesa. E' rilevante però notare che il massimo esponente della diplomazia vaticana, certo non uso a facile ottimismo, dà per scontata là buona volontà di entrambi 1-dialoganti, ma ritiene necessàrio uno stimolo per 'tradurre in pratica. 11 loro desiderio di sicurezza. In Curia sottolineano che 1' «offensiva di pace» non è ai suol primi passi. Ricordano i documenti sull'olocausto nucleare preparati dagli scienziati della Pontificia Accademia delle Scienze, e consegnati sia a Mosca che a Washington; ricordano gli appelli pubblici (l'ultimo è di Ieri, rivolto all'Europa) di Giovanni Paolo II per il dialogo e contro il terrore nucleare, e le lettere personali scritte dal Papa a Reagan e Andropov. Ricordano, infine, la condanna ripetuta proprio Ieri dalla Conte renza episcopale italiana alla logica della guerra e alla corsa agli armamenti. Ci sono stati riscontri positi vi, finora, a livello diplomati co? Su questo punto le fonti sono ermetiche. Ma non è uri mistero che Urss e Usa hanno mostrato più di una volta apprezzamento per l'opera svolta dai diplomatici vaticani in questa direzione, e per l'attenzione che Wojtyla dedica all' argomento. La-crisi attuale, sostengono ambienti vaticani, stimola a un impegno maggiore In quest'opera di mediazione sicuramente anomala rispetto alla prassi corrente. Fra l'altro, né gli Stati Uniti né 1' Unione Sovietica intrattengono rapporti diplomatici ufficiali con la Santa Sede. Non che questo elemento rappresenti un grande ostacolo per la diplomazia vaticana: facile il contatto con Washington (11 Congresso di recente ha abolito la norma che impediva la nomina di un ambasciatore presso la Santa Sede), e possibile, tramite canali coperti ma collaudati, quello con Mosca. Marco Tosatti
Persone citate: Agostino Casaroli, Andropov, Casaroli, Giovanni Paolo Ii, Reagan, Wojtyla
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