De Biase è stufo, minaccia «Finiamola con i giocatori che scommettono al calcio»

De Biase è stufo, minaccia «Finiamola con i giocatori che scommettono al calcio» Allarmata denuncia del capo-ufficio inchieste ; De Biase è stufo, minaccia «Finiamola con i giocatori che scommettono al calcio» ROMA — «Siamo in un periodo grave: siamo nel pieno del calcio-scommesse. E' per questo che, se anche non esiste nei regolamenti federali nessuna norma che impedisca ai calciatori di fare scommesse clandestine, stiamo diffidando tutti anche se tali scommesse non riguardano le società di appartenensa. Se si dovesse scoprire che i calciatori giocano clandestinamente, potranno incorrere in squalifiche tali da impedire loro di partecipare ad altre partite sino alla fine del campionato: II durissimo «proclama» è stato fatto da Corrado De Biase, capo dell'ufficio di inchiesta, dalla tribuna della riunione annuale degli organi di disciplina nazionale della Federcalclo. •Siamo in stato di avvertimento — ha continuato De Biase —. nel regolamento non c'è norma che vieti la scommessa clandestina, ma io rac¬ comando ai giudici di far rien- i trare i vari casi nella previsto- ■ ne dell'art. 1 del regolamento di disciplina». Il senso delle parole di De Biase è chiaro: nessuno dovrà, più alimentare 11 «toto-nero», una attività, che—stando alle parole di De Biase — sarebbe ancora diffusa tra i calciatori. Un'attività che tre anni fa provocò lo scandalo del calcio-scommesse. E la scommessa clandestina sarà, vietata al calciatore anche se riguarda una partita di un altro campionato. Il capo dell'ufficio di inchiesta non si è limitato a parlare in termini generali, il discorso sul calcio-scommesse aveva preso l'avvio dopo che De Biase aveva detto: «Devo dissentire su una frase della motivazione della sentenza della Caf sul caso Genoa-Inter, una frase che può diventare pericolosa se estrapolata dal contesto: •In quella sentenza — ha spiegato De Biase — si legge, ad un certo punto, che per avere l'illecito sportivo "sarebbe necessario l'accordo in campo tra i giocatori, mentre la reciproca aspettativa non può ritenersi illecito sportivo ai sensi dell'art 3"-. ••Ora, io non sono d'accordo ■ ha concluso De Biase — quando si vuole legittimare lai "reciproca aspettativa" dicendo che non costituisce illecito.' Il confine della mutua aspet- ; tativa è infatti pericolosamente vicino a quello dell'intesa'. In precedenza 11 presidente della Commissione d'appello federale (Caf), Alfonso Vigorìta, aveva criticato alcuni malvezzi della giustizia sportiva. La riunione degli organi di disciplina (cui hanno partecipato — in qualità di ospiti — il presidente della Figo Sordillo, i presidenti delle Leghe Matarrese e Cestoni, e il presidente dell'Aia, Campanati) aveva come scopo quello di cercare l'uniformità delle sentenze (con relative motivazioni) della giustizia calcistica. Dopo aver rilevato che l'istituto della diffida non ha granché ragione di essere {'perché può essere agevolmente, e piii efficacemente, sostituito con il già esistente istituto della recidiva»), Vigorìta ha auspicato che i giudici sportivi c le commissioni di disciplina non continuino a lamentarsi quando le loro sentenze vengono modificate. Vigorìta ha aggiunto che per quanto riguarda le pene, bisogna tenere presente che è scomparsa la radiazione, quindi va rivista la loro gradualità tenendo anche conto della personalità del colpevole. «£ non dimentichiamo che anche una squalifica di un anno — ha spiegato Vigor-ita — può distruggere un calciatore». Infine il presidente della Caf ha rivolto un monito a Campanati: «Non capisco come mai sia cosi difficile parlare con gli arbitri: spesso, quando li chiamiamo perchè riteniamo che il loro referto sia insufficiente, gli arbitri non si presentano-. r. Roma. Sordillo, Vigorìta e De Biase al termine della riunione

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