Agnelli: «Produzioni di alta qualità per rimanere tra i Paesi esportatori» di Renzo Villare

Agnelli: ce Produzioni di alta qualità per rimanere tra i Paesi esportatori» Industriali, banchieri, economisti discutono il ruolo internazionale dell'Italia Agnelli: ce Produzioni di alta qualità per rimanere tra i Paesi esportatori» DAL NOSTRO INVIATO LESMO (Milano) - ^Dobbiamo prendere atto che l'Italia occupa una posizione Intermedia tra i Paesi Industrializzati e gestire questo dato dt fatto, come punto di forza e non di debolezza*. L'ha detto Giovanni Agnelli Intervenendo Ieri a Lesino ad una tavola rotonda organizzata dal Credito Italiano sul tema «La collocazione Internazionale dell'Industria italiana: vincoli per l'i economia e problemi per la politica economica». 'Questo significa —ha proseguito Agnelli — fare ancora meglio quello che facciamo già bene e\ ripensare In questa chiave la presenza Italiana sul mercati internazionali.. Rispondendo al moderatore della tavola rotonda prof. Oasparlni, rettore dell'Università Bocconi, che aveva paragonato il nostro sistema economico ad una flotta che deve procedere compatta, Agnelli ha detto che « il nostro sistema' industriale è si paragonabile ad una flotta, ma è anche vero che la velocità di una flotta è determinata dal mezzo più lento e noi come industria prl-. vata non slamo e non vogliamo essere il mezzo più lento* Il compito dell'industria esportatrice italiana, si è detto al convegno attraverso i molti interventi, non appare infatti agevole. Su un mercato mondiale destinato a crescere più lentamente che negli scorsi decenni, le esportazioni italiane rischiano di incontrare problemi ancora maggiori per la loro particolare struttura, sbilanciata verso settori tradizionali e assai più debole in molti del settori più dinamici e promettenti. Romano Prodi, presidente dell'Ir! Lamberto Dlni, direttore generale della Banca d'Italia, Lucio Rondelll e Mario Rlvosecchl, amministratori delegati del Credito Italiano, Giuseppe Ratti, presidente dell'Ice, Alfredo Sola :ML: direttore generale della Coi.'i Austria; Fabrizio Onl""Ha; ordinarlo1 di economia internazionale all'Università Bocconi, sono stati tutti d'accordo nel sottolineare la necessità che all'interno del settori tradizionali, che restano la struttura portante delle nostre esportazioni, ci si debba spostare, come ha detto Agnelli noi suo intervento, everso segmenti piti sensibili alla qualità del prodotto che al suo prezzo*. Si potrà anche continuare, è stato detto nel corso del lavori, ad essere presenti in alcuni settori con prodotti finiti ad altissimo contenuto tecnologico, ma, ha avvisato Agnelli, «dobbiamo tenere presente che le altissime tecnologie come norma, ti meglio del meglio come regola, sono lussi consentiti solo a Paesi con mercati nazionali molto vasti, a Paesi in grado di sostenere spese di ricerca molto elevate, a Paesi con scenari di politica economica sufficientemente certi per consentire pianificazioni di medio e lungoperiodo. Oggi la competitività — ha concluso Agnelli — ?ion si ottiene più soltanto in fabbrica ma anche con le capacità del terzlarioindustriale. E' questo' un campo nel quale siamo rimasti molto indietro. Nel nostro terziario vi è ancora ben poco di industriale e produttiI vp, molto di mercantile e troppo di assistenziale. Certamente in tema di esportazioni il ruolo di protagonisti resta agli imprenditori: gli imprenditori italiani continueranno ad essere gli esportatori dell'Italia sui mercati internazionali*. Lamberto Din 1, analizzando l'andamento delle nostre esportazioni, ha ricordato fra l'altro che nell'83 per 11 quarto anno consecutivo si registrerà un disavanzo di parte corrente pur se con una drastica riduzione rispetto al livelli del triennio precedente in cui si era accumulato un deficit di 25 mila miliardi; le prospettive di riequllibrlo «sono legate alla ripresa produttiva di cui si avvertono i primi segni*. Dopo aver ricordato che l'interscambio italiano presenta da molti anni saldi costantemente deficitari, ha concluso affermando che se si riuscirà a ridurre l'inflazione e il debito pubblico potranno essere ridotti anche 1 tassi d'interesse con immediato beneficio per la struttura produttiva. In questa situazione cosa si può fare? La risposta è stata data dal prof. Prodi, presidente deiriii. Il commercio internazionale, ha detto, è diminuito del 2 per cento nell'81, del 6 per cento nell'82 e nell'83. non migliorerà di molto. SI 6 entrati iti una nuova fase dt commercio con l'estero, in cui il mercato più che espandersisi deve «raffinare». Il presidente dell'Ili, dopo aver ricordato la grande rivoluzione tecnologica presente in Europa, la ripresa dell'occupazione negli Stati Uniti, ha sostenuto che è necessario, accorpare tutte le istituzioni' che hanno rapporti con Teste ro proprio per dare il massimo sviluppo possibile alle nostre esportazioni, che non devono essere soltanto industriali o agricole, ma anche di servizi. Anche per Rondelll «f sacrificl che ci starno dovuti imporre in termini di sviluppo hanno dato qualche risultato nella lotta all'inflazione e al rie-, quilibrio dei conti con l'este- ro*. Non c'è dubbio però che una delle condizioni fondamentali per ridare slancio alle esportazioni è 11 risanamento finanziarlo delle - imprese. Perciò, ha fatto notare l'amministratore delegato del Credito Italiano, il nostro Paese deve darsi una maggior apertura finanziarla versò'l'estero Renzo Villare Giovanni Agnelli Lamberto Dini

Luoghi citati: Austria, Europa, Italia, Milano, Stati Uniti