Arafat accetta di lasciare Tripoli «Con garanzie onorevoli, da soldato» di Tito Sansa

Arafat accetta di lasciare Tripoli «Con garanzie onorevoli, da soldato» Il piano di pacificazione elaborato da Siria e Arabia Saudita: conferenza delle fazioni Olp Arafat accetta di lasciare Tripoli «Con garanzie onorevoli, da soldato» DAL NOSTRO INVIATO BEIRUT — Esultano 1 libanesi musulmani, Tripoli forse è salva. Yasser Arafat, secondo notizie provenienti da Damasco e riprese con riserva dalle stazioni radio di Beirut, ha accettato di lasciare il Libano alle condizioni «onorevoli, da soldato», offertegli dal ribelli palestinesi dell'Olp sulla base di un plano elaborato nella capitale siriana dal ministro degli Esteri di Damasco. Khaddam, insieme con il suo omologo saudita, principe Saud al- Falsai. Al negoziato ha partecipato anche un inviato di Arafat n capo tuttora riconosciuto dell'Olp avrebbe accettato tutte le condizioni che gli sono state poste, la controparte avrebbe accolto le richieste degli assediati a Tripoli, appena 48 ore prima che scadesse 1' ultimatum per l'interruzione del «cessate 11 fuoco» dettato dal guerriglieri ribelli di Abu Mussa. L'accordo prevede: 1) un cessate il fuoco Immediato, totale e definitivo; 2) 11 ritiro di tutti i combattenti palestinesi e loro alleati (da ambo le parti) dal Libano settentrionale; 3) garanzie per l'incolumità della popolazione di Tripoli e di tutti 1 rifugiati dei campi profughi di Nahr el-Bared e di Beddawl; 4) la convocazione di uni conferenza delle due parti rivoli d jll'Organizzazlone per la liberazione della Palestina (in località da destinarsi) con la partecipazione di rappresentanti della Siria, dell'Arabia Saudita, del Kuwait, dell'Algeria e della Tunisia per •risolvere in forma democratica le differenze esistenti in seno all'Olp». Prima di accettare le condizioni propostegli e prima che venisse accolta quella sua (per la salvezza della popolazione di Tripoli e del campi profughi), Arafat aveva voluto sentire il parere del comitato centrale di Al Fatali in esilio, facendo convocare una riunione notturna a Tunisi All'alba di ieri 11 comitato ha dato il segnale ài lr.be verde, giudicando eh i u proposta rappresentava una •onorcvoù- via d' uscita». A Tripoli la notizia dell'accordo non era trapelata fino al tardo pomeriggio. Per tutta la giornata la tregua d'armi era stata caratterizzata da un fuggi fuggi generale della popolazione rimasta in attesa della scadenza dell'ultimatum del ribelli Vi eia stata anche una pìccola dimostrazione contro Arafat e un gruppo di notabili aveva presentato al capo dell'Olp la richiesta del governo libanese di andarsene, ricordandogli gli impegni da lui presi nel giugno dell' anno scorso quando con le sue truppe lasciò Beirut In seguito all'intervento dell'inviato americano Philip Hablb. Allora Arafat e i suoi guerriglieri si impegnarono solennemente a «non ritornare mai più nel Libano». La conferma del si di Arafat al piano del ministro degli Esteri saudita è stata data senza molto entusiasmo dal portavoce Achmed Abdul Rachman, nel quartler generale 41 Tripoli. Da parte dei dissidenti, che ancora nel pomeriggio minacciavano di dare 1' assalto a Tripoli se Arafat e 1 suol guerriglieri non se ne fossero andati entro sabato mattina, si è invece avuto soltanto una mezza conferma. Ha detto Abdul Rachman che -si, abbiamo accettato di lasciare Tripoli e di continuare la disputa con altri mezzi, come del resto avevamo sem- pre proposto». Ha tuttavia manifestato il timore che la controparte assediante non terra fede alla parola data. •Speriamo che non violino gli accordi» ha detto, riferendosi soprattutto all'incolumità della popolazione civile. Ha aggiunto con tono minaccioso •altrimenti vi saranno conseguenze terribili per la Siria e peri palestinesi». Mohammed Labadi, che 1' anno scorso fu il fedele portavoce di Arafat durante tutto 11 periodo dell'assedio di Beirut e che ora è portavoce dei dissidenti, ha detto al telefono da Damasco che «un accordo è stato proposto e accettato in linea generale», ma che - l'impegno a rispettare il cessate il fuoco non è chiaramente espresso». Alla domanda: •Che cosa farete se Arafat lascia Tripoli? Ve ne andrete pure voi?», Labadi ha risposto: -Se l'assedio di Tripoli < verrà tolto, la nostra presenza intorno alla città servirà a proteggere la nostra gente da nuove provocazioni». Il portavoce del ribelli ha assicurato: •La nostra battaglia non è per la conquista di Tripoli, ma per la riforma dell'Olp». A Beirut nessun commento ufficiale alla notizia proveniente dalla capitale siriana. I palestinesi di ambo le parti non godono di molta fiducia tra 1 libanesi, qui si ricorda ancora che l'anno scorso Arafat e 1 suoi attuali avversari resistettero a un assedio di 88 giorni da parte di un esercito moderno come quello d'Israele e che dovette muoversi tutta la diplomazia mondiale per indurre Arafat a cedere. Allora se ne andò alzando l'indice e il medio nel segno della vittoria e promise di non tornare mai più. Ora, si fa notare, la sua presenza causa di nuovo sangue e lutto nel Paese. Anche se veramente ha accettato di partire, Arafat viene unanimemente considerato un uomo finito e nessuno in Libano sparge una lacrima per lui. Per il momento, nonostante la conferma da Tripoli e la mezza conferma da Damasco, negli ambienti ufficiali di Beirut la partenza del capo dell'Olp da Tripoli viene sempre data con il condizionale e commentata con riserve. Tito Sansa