Attenti ai vetri di Murano di Sandro Doglio

Attenti ai vetri di Murano Vive tra mille difficoltà e speranze l'artigianato nella Serenissima Attenti ai vetri di Murano 'iù della metà degli oggetti in vetro «made in Venice» sono in realtà fabbricati in altre città italiane o adlirittura all'estero - Questa antica arte è sostenuta da una settantina di aziende con poche centinaia di ad- Più dirittura; detti - Il 60-65% della produzione viene esportato - Sta lentamente scomparendo l'artigianato del merletto DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — Chi non fa, da Venezia, una gita a Murano per vedere al lavoro 1 soffiatori di vetro, e a Burano per ammirare le vecchiette che Intrecciano merletti con gli aghi piantati nel tombolo? E' tutto facile, quasi ovvio. Le navi partono dalle Fondamenta , Nuove e costano poche centinaia di lire, ina ci sono battelli anche dalla Riva degli Schlavonl. Molti alberghi, poi, offrono il viaggio in motoscafo senza che si debba pagare un soldo: tutto è offerto dalle ditte che si rifaranno con le eventuali vendite. E Venezia sembra offrire un volto nuovo, quello di un artigianato vivo e prospero, che si ritrova del resto passeggiando e ammirando le vetrine affacciate sulle calli e sul campielli. Un animaletto di vetro co lorato o un servizio di bicchieri; un modellino di gondola con luci Incorporate, e magari anche il carillon che suona una canzonetta; una mascherina di cartapesta, una cornice di ottone, una specchiera modello Settecento, un gioiellino da poco prezzo, un servizio da tavola ricamato. Per 1 turisti a caccia di ricordi è quasi una pacchia attingere a questo inesauribile e variopinto filone di piccoli, caratteristici oggetti, che andranno poi a riempire vetrine di case lontane, memoria di una vacanza indimenticabile sulla Laguna. Più della meta di questi ricordi «mode in Vertice*, però, non sono fabbricati a Venezia: i negozi sono spesso riforniti da abili Imprenditori di terraferma italiani e stranieri, alcuni addirittura di Hong Kong, coreani, filippini o del Centro America, che imitano l'artigianato locale, cercando di interpretarne se non lo spirito le apparenze. Il vero artigianato di Venezia sta di casa. In realtà, in poche botteghe della Laguna, e come attività è quasi boccheggiante, in certi casi addirittura all'agonia. Poche centinaia di addetti raccolti in una settantina di aziende: ecco che cosa rimane, per esempio, del più importante degli artigianati di Venezia, quello del vetro: *Il declino è dovuto in parte ai problemi economici, in parte alla mentalità dei giovani*, dice ring. Renzo Tedeschi, amministratore delegato della Sai viali, una delle maggiori e più affermate aziende vetrarie: «J costi sono aumentati per noi ben più. che negli altri settori. L'appiattimento delle .qualifiche e il livellamento dei salari hanno tolto incentivi e voglie ai mastri vetrai, che ai tempi della Repubblica erano addirittura considerati degni di sposare le figlie dei Dogi, ma che ora, tranne casi eccezionali — una decina in tutta Murano—non escono quasi dall'anonimato*. Molte aziende hanno chiuso; grandi nomi — eredi di tradizioni illustri — sono scomparsi. Il fascino della terraferma, con auto e motorette, e le difficolta degli alloggi a Murano e nella stessa Venezia hanno spinto i più giovani a scegliersi un mestiere diverso. Un tempo i padri pagavano 1 colleghi vetrai perché insegnassero ai figli il mestiere: oggi un apprendista deve esseie retribuito quasi quanto un operaio già fatto e sono pochi gli artigiani disposti a farsene carico. Infine non ci sono scuole: l'unico posto dove Imparare resta la fornace: anche la scuola superiore di disegno Industriale, che funzionava presso l'Università, è stata chiusa. Il panorama può sembrare tinto di nero, ma proprio in questi ultimi mesi c'è chi avverte qualche sintomo di miglioramento, min effetti — conferma lo stesso Ing. Tedeschi — c'è qualche bagliore di ripresa, forse provocato dalla stessa crisi, che è durata talmente a lungo da provocare ora le necessita di rifornimenti da parte del dettaglianti e di chi vende all'estero*. Il 60-65 per cento della produzione vetraria di Murano va infatti in terra straniera: sono compresi naturalmente i cosiddetti "Componenti... per esemplo parti di lucernari o di enormi lampadari, in cui una certa fetta dell'artigianato muranese si è specializzata con successo. Al di la del vetro, a Venezia resta molto poco nel settore dell'artigianato. E' un po' in ripresa la cantieristica minore, la costruzione cioè delle barche piatte da laguna, per le quali c'è una gran richiesta, forse spinta dal successo della «vogalonga» e delle competizioni sul canali. Due o tre aziende lavorano ancora per creare stoffe da arredamento. E' finito il cuoio e tutte le sue lavorazioni. Infine 11 merletto —si è detto—è al lumicino. L'artigianato del merletto era concentrato soprattutto a Burano, dove le donne erano specializzate nel cosiddetto «punto Venezia», fatto con l'ago. Al tombolo, invece, si lavorava in genere soprattutto a Pellcstrina. Ma di produzione commerciale vera e propria per questi pizzi ormai non si può quasi parlare: è un mestiere che si deve imparare da giovanissimi, le bambine cominciavano a cinque anni addirittura. E la scuola eistente ora è chiùsa. Molte delle vecchine che 11 turista vede indaffarate con il pizzo nelle strade dell'Isola di Burano In realtà, fanno soltanto finta di lavorare. A battersi per mantenere e far rinascere l'artigianato caratteristico di Venezia e della Laguna, restano le associazioni, 1 pochi artigiani che ancora credono nel loro lavoro e tra gli altri, anche una contessa che porta il nome di uno del più illustri casati della Serenissima: Anna Maria Foscari. Da otto anni la contessa Foscari è attiva presidente del consorzio «Venezia Artigiana», che raduna artisti del ' vetro, del legno, dell'orefice-1 ria, delle lacche, degli specchi, degli ottoni, corniciai, rilegatori eccetera. Il consorzio ha, un'esposizione permanente, in calle larga San Marco, di fianco alla basilica, e promuo- ■ ve esposizioni, vendite, mostre in tutto il mondo. 'Importante è non rompere il filo*, dice la contessa Foscari: «il nostro artigianato è un'arte che dobbiamo tramandare. La più parte di noi (Anna Maria Foscari è artigiana lei stessa) lavora per così dire al buio, spesso sema quasi rendersi conto del valore di ciò che sa fare*. E racconta di quell'artigiano che timidamente un giorno portò alcuni vasi di vetro lavorati con una tecnica particolare, chiedendo se poteva esporli. Ritornò dopo qualche tempo, i suoi vasi non c'erano più: *Ll ha ritirati perché non piacevano?* domandò. In realtà, 1 vasi erano stati acquistati ed ora sono esposti al museo del vetro di New York, tanto sono belli tanto è stato giudicato difficile il lavoro per crearli. Sandro Doglio

Persone citate: Anna Maria Foscari, Foscari, Murano, Renzo Tedeschi, Venice