Perché non mi convince l'Ottava di Bruckner di Massimo Mila

Perché non mi convince l'Ottava di Brackner Nonostante la bella esecuzione di Matacic Perché non mi convince l'Ottava di Brackner TORINO — Un'esecuzione dell'Ottava Sinfonia di Brùckrter è un avvenimento eccezionale poiché, per l'enormità delle sue dimensioni, siti di durata nel tempo, sia" di organico orchestrale, essa viene assai più lodata che eseguita. Nella letteratura musicale gode di ottima stampa. E' quella di cui si dice che fu apprezzata perfino da Brahms e che disarma le obiezioni degli avversari del buono e semplice compositore. In effetti, trionfò alla prima esecuzione (Berlino, 1892, sotto la direzione di Hans Rich ter, dopo sei o sette anni d'Indugio per revisioni, pentimenti, tagli che 1 direttori d'orchestra proponevano, o imponevano, e che poi gli studiosi di Bruckner riaprivano). Sempre secondo gli elogiatori, smentisce il detto maligno che Bruckner abbia composto dieci volte la stessa Sinfonia. Ma questo sarebbe meglio dirlo per la Quarta e per la Settima, che si aprono ad un'inconsueta penetrazione espressiva della melodia. Nell'Ottava — come nella Terga, còme nella Sesta — l'apparato sinfonico schiaccia tutto con la sua grandiosità. La massa enorme di ottoni si trasforma in continuo peana di fanfare, conseguendo un'innegabile energia, ma quanto pesante e massicciai I quattro tempi (con lo Scherzo al secondo posto e l'Adagio al terzo) sono disposti lungo una linea di progressiva chiarificazione: dalle forze turbolente e cupe che governano il primo tempo, si passa nello Scherzo ad espressioni di salute e di serenità, campestre: Bruckner ci ravvisava l'Immagine del deutseher Michael, figura proverbiale di contadino forzuto, allegro e un po' goffo. Nel Trio», veramente bello, liscio e suadènte, fanno la lo-, ro apparizione le arpe, strumento che, stranamente, Bruckner non amava e non aveva mal impiegato. L'enorme tempo lento (mezz'ora) è costruito quasi interamente sulla fissità di un solo accordo. Bruckner non se ne nascondeva 11 pericolo, e lo intitolò «largamente, ma non troppo* (in tedesco, nlcht schleppend: senza strascicare). In vena di confidenze, raccontò che il tema iniziale gli era venuto per aver guardato troppo a lungo negli occhi d'una ragazza. Il finale viene considerato dal commentatori la conclusione e il coronamento da cui tutta l'opera è determinata: la cattedrale, gloriosa che emerge dopo che tutti gli impedimenti sono stati rimossi uno per uno. Anche qui Bruckner rilasciò un'incauta spiegazione in una lettera al direttore d'orchestra Weingartner. Disse che si era immaginato la visita dello Zar delle Russie all'Imperatore a Olmutz, donde gli archi (quel tempo di marcia ben scan- dito nei bassi) sono la cavalleria cosacca, i fiati la musica militare e le trombe la fanfara per l'incontro delle loro Maestà. I commentatori s'affannano a dire che non bisogna prendere sul serio queste fole dell'ingenuo compositore, e che in realtà c'è ben altro, c'è l'eroismo umano al servizio del divino e tante altre spirituali concezioni. Invece, purtroppo no: è proprio cosi, c'è la rivista militare con Cecco Beppe e i generali impennacchiati, le fanfare e il passo di parata. Perché, nonostante la grandiosità di concezione e la potenza dei mezzi impiegati, nemmeno questa Ottava riesce a persuaderci e a coinvolgerci sentimentalmente come fanno invece, pur con tutti,! loro difetti, le Sinfonie di Mahler? E' semplice: per la scarsa e Infrequente presa melodica dell'Invenzione, e soprattutto per il perenne ricorso a quell'infernale e fastidioso trucchetto che è la «progressione», cioè la ripetizione di piccoli incisi tematici, spostandoli ogni volta d'un grado più in su, o più in giù, nella scala, in luogo d'un reale sviluppo tematico. Ciò posto, un'esecuzione dell'Ottava di Bruckner resta sempre un avvenimento musicale eccezionale, e ne va reso grazie al direttore Lovro von Matacic che ha tratto dall'orchestra risultati di tanto splendore e di tanta compattezza sinfonica, da far perfino passare in secondo piano la circostanza, diciamo cosi, aggravante, che questo maestoso ve' gllardo si sia diretto tutta la Sinfonia a memoria, in, piedi sul podio per un'ora e mezzo senza interruzione, con una vivacità e una disponibilità che molti giovanotti gli potrebbero invi diare. Massimo Mila

Luoghi citati: Berlino, Olmutz, Torino